The Last of Us
di
Roberto Vicario
Una cosa é certa: la nuova generazione, almeno a livello mediatico, guadagna giorno dopo giorno un crescente numero di attenzioni. Tuttavia, esiste una miriade di titoli in uscita entro l'anno che dimostrano quanto l'attuale generazione sia ancora viva e pulsante, con titoli che hanno tutte le potenzialità per segnare questa generazione videoludica in maniera indelebile.
Tra questi figura sicuramente The Last of Us, nuova IP di Naughty Dog - i padri putativi di Nathan Drake e Crash Bandicoot - che sin dal suo annuncio ha mostrato carattere e un concept di gioco decisamente interessante. Dopo il codice debug che abbiamo analizzato per voi in questo articolo, Sony ha pensato bene di organizzare un incontro con Ricky Cambier e Arne Meyer, rispettivamente lead game designer e community strategist della casa di sviluppo californiana, in cui i due sviluppatori si sono prodigati nel condividere la filosofia che sta alle spalle di The Last of Us. Noi eravamo presenti.
“Bisogna avere qualcosa da raccontare”
"Il single player é qualcosa che avrà sempre la predominanza assoluta su qualsiasi cosa". Un concetto chiaro e conciso, che più volte, soprattutto in questi ultimi anni, é stato messo fortemente in dubbio dall'inclinazione fortemente multigiocatore che l'industry ha intrapreso. Al di là di questo, Ricky é convinto che bisogna avere una bella storia da raccontare, e proprio sotto questa buona stella é nato il titolo in questione. The Last of Us ci racconterà di un viaggio all'interno del continente Nord Americano, completamente devastato e deformato da un'epidemia da spore di funghi che da oltre vent'anni dilaga nel paese, trasformando gli umani in mostri pericolosi.
Gli occhi con i quali vivremo questa storia, sono quelli di Joel un sopravvissuto maturo ed esperto, che ha avuto sia la fortuna di vedere il mondo prima del declino, quanto la necessità di doversi adattare al mondo attuale. Un uomo che nella vita ha perso tutti gli affetti e che ora si trova a lavorare per il mercato nero. Tutto cambierà quando la sua strada incrocerà quella di Ellie, ragazza giovane e senza peli sulla lingua che non ha mai conosciuto il mondo prima dell'infezione e che ha sempre vissuto all'interno di uno dei tanti campi di quarantena creati dal governo statunitense per evitare il contagio completo della popolazione. Compito di Joel sarà quello di assicurare Ellie alla fazione dei Fireflies - non sappiamo molto riguardo a questi personaggi - fungendo da guardia del corpo nel viaggio che li porterà a “navigare” le terre selvagge ormai divorate dall'incedere della natura.
Parlavamo di storia e proprio di questo hanno dialogato gli sviluppatori. Da una situazione di stallo in cui Ellie non si fida di Joel e lo stesso vede la ragazzina unicamente come un “lavoro”, l'evoluzione dei rapporti tra i due personaggi seguirà pari passo quello degli eventi che ci verranno narrati all'interno della storia. Un plot che per stessa ammissione degli sviluppatori punta a raccontare come l'animo umano nelle situazioni più estreme punta a manifestarsi sia nelle sue forme più negative quanto in quelle collaborative e di aiuto reciproco. Un terreno già esplorato da Kirkman con il suo The Walking Dead, e che all'interno di questo contesto acquisisce un ulteriore punto di vista su quanto in là possa spingersi l'uomo, quando si trova nelle situazioni più difficili, in cui ogni gesto sbagliato può significare morte certa.
Proprio per questo motivo sono stati creati degli scenari per capire che decisioni si possono prendere quando ci si trova sotto pressione, e così dovrà fare il giocatore nel momento in cui si controllerà Joel. Ovviamente, oltre alla componente narrativa, il titolo vanta un gameplay che gli sviluppatori hanno battezzato “Action/survival” in cui l'azione cerca di bilanciarsi a metà tra l'action puro e lo stealth. Questo perché, come avete potuto intuire dalle nostre precedenti anteprime, ogni singola risorsa conta come non mai all'interno dell'economia del gioco. Risorse, oggetti, armi e munizioni saranno gli strumenti primari per la sopravvivenza di Joel ed Ellie. Starà quindi al giocatore decidere di intraprendere uno stile di gioco più conservativo (stealth) oppure più diretto (action) con le ovvie conseguenze che deriveranno dalle decisioni presi.
A supportare questa interessante meccanica di gioco ci sarà anche un sistema di crafting e scavenging che introduce delle meccaniche del tutto innovative all'interno di un titolo sviluppato da Naughty Dog. In qualsiasi momento Joel sarà in grado di creare oggetti con il quale attaccare i nemici o curare se stesso, inoltre, ci saranno anche dei tavoli da lavoro che permetteranno di modificare le armi sia da mischia che da fuoco.
Tutti piccoli tasselli che servono a ricreare un ambiente veramente duro, maturo, e crudele. Un contesto che non risparmia la violenza tipica di chi si trova costantemente in bilico tra la vita e lo morte, in un mondo in cui l'unica parole che si può percepire in maniera distinta é sopravvivenza.
Come diceva il giocato altro non é che una demo già rilasciata sotto forma di preview ed ambientata a Lincoln e a Pittsburgh. Per ogni dettaglio vi rimandiamo all'ottimo articolo redatto dal nostro Davide Ottagono.
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Tra questi figura sicuramente The Last of Us, nuova IP di Naughty Dog - i padri putativi di Nathan Drake e Crash Bandicoot - che sin dal suo annuncio ha mostrato carattere e un concept di gioco decisamente interessante. Dopo il codice debug che abbiamo analizzato per voi in questo articolo, Sony ha pensato bene di organizzare un incontro con Ricky Cambier e Arne Meyer, rispettivamente lead game designer e community strategist della casa di sviluppo californiana, in cui i due sviluppatori si sono prodigati nel condividere la filosofia che sta alle spalle di The Last of Us. Noi eravamo presenti.
“Bisogna avere qualcosa da raccontare”
"Il single player é qualcosa che avrà sempre la predominanza assoluta su qualsiasi cosa". Un concetto chiaro e conciso, che più volte, soprattutto in questi ultimi anni, é stato messo fortemente in dubbio dall'inclinazione fortemente multigiocatore che l'industry ha intrapreso. Al di là di questo, Ricky é convinto che bisogna avere una bella storia da raccontare, e proprio sotto questa buona stella é nato il titolo in questione. The Last of Us ci racconterà di un viaggio all'interno del continente Nord Americano, completamente devastato e deformato da un'epidemia da spore di funghi che da oltre vent'anni dilaga nel paese, trasformando gli umani in mostri pericolosi.
Gli occhi con i quali vivremo questa storia, sono quelli di Joel un sopravvissuto maturo ed esperto, che ha avuto sia la fortuna di vedere il mondo prima del declino, quanto la necessità di doversi adattare al mondo attuale. Un uomo che nella vita ha perso tutti gli affetti e che ora si trova a lavorare per il mercato nero. Tutto cambierà quando la sua strada incrocerà quella di Ellie, ragazza giovane e senza peli sulla lingua che non ha mai conosciuto il mondo prima dell'infezione e che ha sempre vissuto all'interno di uno dei tanti campi di quarantena creati dal governo statunitense per evitare il contagio completo della popolazione. Compito di Joel sarà quello di assicurare Ellie alla fazione dei Fireflies - non sappiamo molto riguardo a questi personaggi - fungendo da guardia del corpo nel viaggio che li porterà a “navigare” le terre selvagge ormai divorate dall'incedere della natura.
Parlavamo di storia e proprio di questo hanno dialogato gli sviluppatori. Da una situazione di stallo in cui Ellie non si fida di Joel e lo stesso vede la ragazzina unicamente come un “lavoro”, l'evoluzione dei rapporti tra i due personaggi seguirà pari passo quello degli eventi che ci verranno narrati all'interno della storia. Un plot che per stessa ammissione degli sviluppatori punta a raccontare come l'animo umano nelle situazioni più estreme punta a manifestarsi sia nelle sue forme più negative quanto in quelle collaborative e di aiuto reciproco. Un terreno già esplorato da Kirkman con il suo The Walking Dead, e che all'interno di questo contesto acquisisce un ulteriore punto di vista su quanto in là possa spingersi l'uomo, quando si trova nelle situazioni più difficili, in cui ogni gesto sbagliato può significare morte certa.
Proprio per questo motivo sono stati creati degli scenari per capire che decisioni si possono prendere quando ci si trova sotto pressione, e così dovrà fare il giocatore nel momento in cui si controllerà Joel. Ovviamente, oltre alla componente narrativa, il titolo vanta un gameplay che gli sviluppatori hanno battezzato “Action/survival” in cui l'azione cerca di bilanciarsi a metà tra l'action puro e lo stealth. Questo perché, come avete potuto intuire dalle nostre precedenti anteprime, ogni singola risorsa conta come non mai all'interno dell'economia del gioco. Risorse, oggetti, armi e munizioni saranno gli strumenti primari per la sopravvivenza di Joel ed Ellie. Starà quindi al giocatore decidere di intraprendere uno stile di gioco più conservativo (stealth) oppure più diretto (action) con le ovvie conseguenze che deriveranno dalle decisioni presi.
A supportare questa interessante meccanica di gioco ci sarà anche un sistema di crafting e scavenging che introduce delle meccaniche del tutto innovative all'interno di un titolo sviluppato da Naughty Dog. In qualsiasi momento Joel sarà in grado di creare oggetti con il quale attaccare i nemici o curare se stesso, inoltre, ci saranno anche dei tavoli da lavoro che permetteranno di modificare le armi sia da mischia che da fuoco.
Tutti piccoli tasselli che servono a ricreare un ambiente veramente duro, maturo, e crudele. Un contesto che non risparmia la violenza tipica di chi si trova costantemente in bilico tra la vita e lo morte, in un mondo in cui l'unica parole che si può percepire in maniera distinta é sopravvivenza.
Come diceva il giocato altro non é che una demo già rilasciata sotto forma di preview ed ambientata a Lincoln e a Pittsburgh. Per ogni dettaglio vi rimandiamo all'ottimo articolo redatto dal nostro Davide Ottagono.
The Last of Us
The Last of Us
The Last of Us arriverà il prossimo 14 giugno sugli scaffali dei negozi. Questa chiaccherata ci ha permesso di capire ancor più nel profondo il design e le ambizioni che stanno alle spalle di questo progetto. Noi di gamesurf non vediamo l'ora di mettermi le mani sopra, appuntamente ovviamente alla nostra recensione.