Trine
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C'erano una volta un ladro, un mago e un guerriero. E prima che lo chiediate, no, non é una barzelletta. Più una fiaba, diciamo. Trine, presentato in forma scaricabile ad una quindicina d'Euro, riprende la classica telecamera laterale dei platform 2D ed unisce l'avventura più usuale ad enigmi basati sull'utilizzo della fisica. Nei panni di tre personaggi differenti, dovremo partire per un viaggio lungo una decina di livelli alla ricerca di un potente artefatto capace di far piombare il mondo nel nulla più totale.
Il tutorial iniziale ci permetterà di impratichirci con le diverse abilità del gruppo. Principalmente, la ladra é il componente più versatile, capace di attaccare dalla distanza con il suo arco e di sorvolare ostacoli normalmente invalicabili grazie al rampino, a patto che ci si attacchi a superfici in legno. Il mago é il più particolare: consumando una parte di Mana, potrà far apparire dal nulla scatole e ponti in acciaio utili per i motivi più disparati, da pedane per scalare le pareti più alte ad arma vera e propria da scagliare sulle teste dei nemici. Dulcis in fundo, il guerriero, il più “ignorante” del gruppo. Non ha particolari punti forti se non, ovviamente, un alto tasso di attacco e difesa. La scelta migliore (almeno all'inizio) quando si deve falciare orde di scheletri senza perdere tempo in tattiche di ogni tipo.
Si comanda un solo personaggio per volta, anche se potremo interscambiarli in ogni momento con la semplice pressione di un tasto, e in caso di morte di uno di loro non si potrà riportarli in vita fino al prossimo checkpoint. Il gioco in sé, un misto tra combattimenti e puzzle ambientali, non si rivela mai troppo difficile, se si é abbastanza furbi da pensare “realisticamente”. Tra l'altro, non si é mai praticamente costretti ad utilizzare tutti i personaggi per superare un punto in particolare. Gli sviluppatori hanno voluto dare infinite soluzioni agli enigmi, risolvibili più con la forza della fantasia che con l'intelligenza vera e propria. Se abbiamo un burrone davanti, potremo sia utilizzare la ladra per dondolarci dall'altro lato che il mago per creare un ponte. Nel caso il ponte non fosse abbastanza lungo, potremo crearne due, al contempo cercando di sorreggerli con qualche scatola magica ben posizionata per reggere il peso.
La fisica é ultrarealistica, spesso é più furbo pensare a come risolveremmo i problemi nella vita reale piuttosto che in un videogioco. Un'arma a doppio taglio, purtroppo, che rende affascinante l'approccio ai rompicapi così come li fa piombare in un dirupo di facilità, appena si scoprono i metodi più comodi per superare ogni tipo di ostacolo. Anche i personaggi risultano piuttosto squilibrati tra loro, con una ladra che - superato il primo paio di livelli - diventa una vera e propria macchina da guerra sia nell'esplorazione che nelle battaglie, ravvicinate e non. Quando si imparerà la tecnica a “tripla freccia” sarà inutile passare al guerriero nei combattimenti, visto che potrà colpire da più lontano e con più effetto, cancellando al contempo qualunque utilità al mago e alle sue creazioni magiche. Infatti é piuttosto raro che non ci siano appigli in legno a cui potersi aggrappare, rendendo vane tutte le abilità dei due compagni. Una volta capito come girano le cose, sarà addirittura possibile completare il gioco con la sola ladra. Davvero un problema di design di non poco conto, in un platform in cui il bilanciamento e la difficoltà dovrebbero essere tutto.
Una volta terminato, potremo anche decidere di rigiocare i livelli per riesplorarli da cima a fondo, magari per raccogliere tutti i segreti o per potenziare i personaggi. Infatti, com'é ormai consono nelle produzioni odierne, c'é sempre un pizzico di ruolismo capace di saziare anche i palati più pretenziosi. Combattendo i non-morti sparsi per il mondo, guadagneremo utili Punti Esperienza per potenziare i tre protagonisti, facendo acquisire loro nuove tecniche. É possibile anche cooperare con altri due amici in carne ed ossa per giocare assieme la campagna principale. Attenzione, perché ironicamente risulta più difficile che da soli. Infatti, se in singolo si deve far passare un solo personaggio anche per i passaggi più ostici, in compagnia si deve sperare che tutti i giocatori riescano nell'impresa. Un po' come accadeva anche in Little Big Planet, tanto per citare il primo che ci viene in mente.
Se c'é una cosa di cui non possiamo lamentarci, invece, quella é il comparto tecnico. Per essere un prodotto low-budget, Trine offre una grafica pulita, colorata e sicuramente ispirata. Il mondo fantasy in cui é ambientato il gioco é reso alla perfezione da azzeccatissime scelte stilistiche, oltre che da un poderoso motore. Già si é ampiamente parlato dei sofisticati algoritmi fisici complementari al gameplay, quindi preferiamo passare direttamente alle musiche, calme e piene d'atmosfera. Il quadro “da sogno” é chiuso proprio dalle colonne sonore, orecchiabilissime e memorabili, in primis quella del menù principale.
Il tutorial iniziale ci permetterà di impratichirci con le diverse abilità del gruppo. Principalmente, la ladra é il componente più versatile, capace di attaccare dalla distanza con il suo arco e di sorvolare ostacoli normalmente invalicabili grazie al rampino, a patto che ci si attacchi a superfici in legno. Il mago é il più particolare: consumando una parte di Mana, potrà far apparire dal nulla scatole e ponti in acciaio utili per i motivi più disparati, da pedane per scalare le pareti più alte ad arma vera e propria da scagliare sulle teste dei nemici. Dulcis in fundo, il guerriero, il più “ignorante” del gruppo. Non ha particolari punti forti se non, ovviamente, un alto tasso di attacco e difesa. La scelta migliore (almeno all'inizio) quando si deve falciare orde di scheletri senza perdere tempo in tattiche di ogni tipo.
Si comanda un solo personaggio per volta, anche se potremo interscambiarli in ogni momento con la semplice pressione di un tasto, e in caso di morte di uno di loro non si potrà riportarli in vita fino al prossimo checkpoint. Il gioco in sé, un misto tra combattimenti e puzzle ambientali, non si rivela mai troppo difficile, se si é abbastanza furbi da pensare “realisticamente”. Tra l'altro, non si é mai praticamente costretti ad utilizzare tutti i personaggi per superare un punto in particolare. Gli sviluppatori hanno voluto dare infinite soluzioni agli enigmi, risolvibili più con la forza della fantasia che con l'intelligenza vera e propria. Se abbiamo un burrone davanti, potremo sia utilizzare la ladra per dondolarci dall'altro lato che il mago per creare un ponte. Nel caso il ponte non fosse abbastanza lungo, potremo crearne due, al contempo cercando di sorreggerli con qualche scatola magica ben posizionata per reggere il peso.
La fisica é ultrarealistica, spesso é più furbo pensare a come risolveremmo i problemi nella vita reale piuttosto che in un videogioco. Un'arma a doppio taglio, purtroppo, che rende affascinante l'approccio ai rompicapi così come li fa piombare in un dirupo di facilità, appena si scoprono i metodi più comodi per superare ogni tipo di ostacolo. Anche i personaggi risultano piuttosto squilibrati tra loro, con una ladra che - superato il primo paio di livelli - diventa una vera e propria macchina da guerra sia nell'esplorazione che nelle battaglie, ravvicinate e non. Quando si imparerà la tecnica a “tripla freccia” sarà inutile passare al guerriero nei combattimenti, visto che potrà colpire da più lontano e con più effetto, cancellando al contempo qualunque utilità al mago e alle sue creazioni magiche. Infatti é piuttosto raro che non ci siano appigli in legno a cui potersi aggrappare, rendendo vane tutte le abilità dei due compagni. Una volta capito come girano le cose, sarà addirittura possibile completare il gioco con la sola ladra. Davvero un problema di design di non poco conto, in un platform in cui il bilanciamento e la difficoltà dovrebbero essere tutto.
Una volta terminato, potremo anche decidere di rigiocare i livelli per riesplorarli da cima a fondo, magari per raccogliere tutti i segreti o per potenziare i personaggi. Infatti, com'é ormai consono nelle produzioni odierne, c'é sempre un pizzico di ruolismo capace di saziare anche i palati più pretenziosi. Combattendo i non-morti sparsi per il mondo, guadagneremo utili Punti Esperienza per potenziare i tre protagonisti, facendo acquisire loro nuove tecniche. É possibile anche cooperare con altri due amici in carne ed ossa per giocare assieme la campagna principale. Attenzione, perché ironicamente risulta più difficile che da soli. Infatti, se in singolo si deve far passare un solo personaggio anche per i passaggi più ostici, in compagnia si deve sperare che tutti i giocatori riescano nell'impresa. Un po' come accadeva anche in Little Big Planet, tanto per citare il primo che ci viene in mente.
Se c'é una cosa di cui non possiamo lamentarci, invece, quella é il comparto tecnico. Per essere un prodotto low-budget, Trine offre una grafica pulita, colorata e sicuramente ispirata. Il mondo fantasy in cui é ambientato il gioco é reso alla perfezione da azzeccatissime scelte stilistiche, oltre che da un poderoso motore. Già si é ampiamente parlato dei sofisticati algoritmi fisici complementari al gameplay, quindi preferiamo passare direttamente alle musiche, calme e piene d'atmosfera. Il quadro “da sogno” é chiuso proprio dalle colonne sonore, orecchiabilissime e memorabili, in primis quella del menù principale.