Viking: Battle for Asgard
di
Chi combatte per Odino con onore e coraggio, donando senza remore la propria vita, dopo la morte può raggiungere il Valhalla, il “paradiso” nordico fatto di battaglie e banchetti. Ogni guerriero sogna questo traguardo, buttandosi a capofitto anche nelle lotte più difficili per meritarsi una fine onorevole. Skarin, un giovane vichingo tutto muscoli, non fa certo eccezione, dando anima e corpo nella guerra che ormai affigge i popoli del Nord contro un nemico demoniaco, sino a subire un colpo mortale. Ma dopo il trapasso, non c'é nessuna scorta di belle valchirie ad attenderlo. Anzi, a dirla tutta sembra proprio che sia rimasto ancora in questa valle di lacrime...
Gli dei guardano sempre al mondo degli uomini e talvolta capita che, per i loro disegni imperscrutabili, scelgano di interferire da vicino con l'esistenza dei mortali. Skarin infatti non solo non é nel paradiso che si era guadagnato, ma é stato scelto dalla dea Freya per guidare il suo popolo contro la Legione di Hel, Regina degli Inferi in aperto contrasto con il sommo Odino. Nuove battaglie in vista per il nostro eroe, ma soprattutto la possibilità di scatenare la propria voglia di vendetta contro chi ha sterminato i suoi cari e sta mettendo in pericolo tutti i clan della sua razza. E quando il potere divino rende immortali, si può infiammare tutta la propria rabbia senza preoccuparsi troppo delle conseguenze...
Queste le premesse di Viking: Battle for Asgard, action fortemente improntato sulla lotta corpo a corpo, nato dalle menti del Creative Assembly, per una produzione targata Sega. Uscito sia per PlayStation 3 che per Xbox 360 ( la cui versione é stata recensita dal nostro Tommaso Alisonno a questo indirizzo), il gioco é il primo approccio del talentuoso team di sviluppo con le console di nuova generazione, dopo alcuni interessanti esperimenti, sempre sul genere in questione, come Spartan: Total Warrior.
Durante la nostra permanenza a Midgard, impersoneremo, come preannunciato, il rude Skarin, immersi in reami le cui ambientazioni spaziano da ridenti villaggi alle profondità più oscure della terra. Ma cosa potremo fare per arrestare l'avanzata dell'esercito di Hel, composto da demoni e anime infernali? Semplice, dovremo menare le mani il più possibile. Nonostante a margine delle nostre avventure si possano trovare parvenze di subquest, presa confidenza con i comandi, verremo incanalati in un gameplay estremamente lineare fatto, in via principale, da due macrotipi di sezioni: in solitaria o alla guida del nostro esercito.
Avventurandoci da soli, via a via affronteremo varie situazioni, che ci porteranno puntualmente a raggiungere luoghi dove la forza di un solo uomo non basterà più e sarà il caso di suonare il corno da guerra del nostro defunto padre, per chiamare i guerrieri a noi fedeli a darci man forte. Nel nostro peregrinare, oltre a fracassare crani di orchi con combo a dir poco violente, sarà dunque necessario assoldare nuovi soldati, liberandoli da qualche prigione (magari sorprendendo di soppiatto i carcerieri, con un accenno di gameplay stealth) o convincendoli con le nostre gesta eroiche a seguirci sul campo di battaglia.
Arrivati ai nodi cruciali (anche per la trama) dove scenderemo in campo con tutti i nostri uomini, verremo catapultati in scontri su larga scala, dove i due schieramenti avversari combatteranno all'ultimo sangue, o meglio, sino a quando avremo condotto Skarin a compiere l'obbiettivo prestabilito, come ad esempio l'uccisione di alcuni dei luogotenenti di Hel. La pugna infurierà davvero, dovremo osservare bene lo schermo per districarci tra il groviglio di corpi e sangue (che scorre in abbondanza), in situazioni che ricorderanno i più apprezzati kolossal cinematografici tra guerra e azione. Combattendo ci renderemo conto che l'esercito ha una sua funzione ben precisa, tradotta in reali (anche se non preponderanti) capacità di abbattere i nemici di rango inferiore e nella “diga umana” che potremo sfruttare a nostro favore nei momenti critici.
Tra la possibilità di acquistare qualche oggetto più o meno utile e usare le Rune del Drago (vere e proprie “smart-bomb”), assisteremo via a via ad uno scorrere del gioco che prende a scorrere su dei binari abbastanza lineari, nonostante l'impressione che attorno a noi ci sia tutto un mondo da visitare ed esplorare, risultato di una buona ideazione ambientale da parte degli sviluppatori. Basti pensare che il buon Skarin non avrà nessuna abilità o livello da far salire, se non l'acquisto di rune magiche elementari e l'acquisizione di mosse da usare in battaglia tramite l'allenamento in una apposita arena. Non punti esperienza, ma prendere la mano con i comandi, imparando a scegliere il giusto tempo per schivate, contrattacchi e uccisioni (quasi delle “fatality” in stile Mortal Kombat).
Poco vario, ma intrigante. Viking non é certo un titolo che porta particolare innovazione al panorama ludico, ma risulta capace di catalizzare l'attenzione del giocatore, soprattutto se amante dell'ambientazione nordico-mitologica, con una speciale predilezione per le battaglie tra eserciti sconfinati. L'impianto tecnico cucito attorno al titolo, porta in dote un aspetto grafico di tutto rispetto, forte di effetti di luce e della gestione in contemporanea di moltissimi modelli poligonali (tra l'altro di pregevole fattura). Certo non mancherà qualche incertezza sul piano del frame rate, ma vedere tanto ben di dio in movimento é sempre gradito. Le stesse musiche, benché spesso latitanti, sanno dare la giusta atmosfera quando chiamate in causa.
Viking: Battle for Asgard gode di una sostanziale immediatezza nel farsi giocare, grazie ad una buona implementazione dei comandi ( anche se il Sixaxis senza vibrazione, risulta in svantaggio rispetto al pad di Xbox 360), che fa però “a botte” con una gestione delle telecamere talvolta poco adatta alla continua attenzione che si dovrebbe tenere in combattimento; sebbene nelle fasi esplorative potrete passarci sopra, non sarete troppo contenti di affrontare una manciata di avversari senza vederne tutti i movimenti per una momentanea debacle della visuale. Tre isole da visitare assicurano una longevità accettabile, probabilmente tarata anche rispetto alla naturale ripetitività delle meccaniche di gioco a cui presto andrete incontro. Non siamo di fronte a nulla d'epocale, ma ad un prodotto divertente ed estremamente valido nel panorama degli action, capace di intrattenere e stregare chi non aspetta altro che buttarsi nella mischia in un contesto fantasy creato con giusta dovizia di particolari.
Voto finale: 7
Gli dei guardano sempre al mondo degli uomini e talvolta capita che, per i loro disegni imperscrutabili, scelgano di interferire da vicino con l'esistenza dei mortali. Skarin infatti non solo non é nel paradiso che si era guadagnato, ma é stato scelto dalla dea Freya per guidare il suo popolo contro la Legione di Hel, Regina degli Inferi in aperto contrasto con il sommo Odino. Nuove battaglie in vista per il nostro eroe, ma soprattutto la possibilità di scatenare la propria voglia di vendetta contro chi ha sterminato i suoi cari e sta mettendo in pericolo tutti i clan della sua razza. E quando il potere divino rende immortali, si può infiammare tutta la propria rabbia senza preoccuparsi troppo delle conseguenze...
Queste le premesse di Viking: Battle for Asgard, action fortemente improntato sulla lotta corpo a corpo, nato dalle menti del Creative Assembly, per una produzione targata Sega. Uscito sia per PlayStation 3 che per Xbox 360 ( la cui versione é stata recensita dal nostro Tommaso Alisonno a questo indirizzo), il gioco é il primo approccio del talentuoso team di sviluppo con le console di nuova generazione, dopo alcuni interessanti esperimenti, sempre sul genere in questione, come Spartan: Total Warrior.
Durante la nostra permanenza a Midgard, impersoneremo, come preannunciato, il rude Skarin, immersi in reami le cui ambientazioni spaziano da ridenti villaggi alle profondità più oscure della terra. Ma cosa potremo fare per arrestare l'avanzata dell'esercito di Hel, composto da demoni e anime infernali? Semplice, dovremo menare le mani il più possibile. Nonostante a margine delle nostre avventure si possano trovare parvenze di subquest, presa confidenza con i comandi, verremo incanalati in un gameplay estremamente lineare fatto, in via principale, da due macrotipi di sezioni: in solitaria o alla guida del nostro esercito.
Avventurandoci da soli, via a via affronteremo varie situazioni, che ci porteranno puntualmente a raggiungere luoghi dove la forza di un solo uomo non basterà più e sarà il caso di suonare il corno da guerra del nostro defunto padre, per chiamare i guerrieri a noi fedeli a darci man forte. Nel nostro peregrinare, oltre a fracassare crani di orchi con combo a dir poco violente, sarà dunque necessario assoldare nuovi soldati, liberandoli da qualche prigione (magari sorprendendo di soppiatto i carcerieri, con un accenno di gameplay stealth) o convincendoli con le nostre gesta eroiche a seguirci sul campo di battaglia.
Arrivati ai nodi cruciali (anche per la trama) dove scenderemo in campo con tutti i nostri uomini, verremo catapultati in scontri su larga scala, dove i due schieramenti avversari combatteranno all'ultimo sangue, o meglio, sino a quando avremo condotto Skarin a compiere l'obbiettivo prestabilito, come ad esempio l'uccisione di alcuni dei luogotenenti di Hel. La pugna infurierà davvero, dovremo osservare bene lo schermo per districarci tra il groviglio di corpi e sangue (che scorre in abbondanza), in situazioni che ricorderanno i più apprezzati kolossal cinematografici tra guerra e azione. Combattendo ci renderemo conto che l'esercito ha una sua funzione ben precisa, tradotta in reali (anche se non preponderanti) capacità di abbattere i nemici di rango inferiore e nella “diga umana” che potremo sfruttare a nostro favore nei momenti critici.
Tra la possibilità di acquistare qualche oggetto più o meno utile e usare le Rune del Drago (vere e proprie “smart-bomb”), assisteremo via a via ad uno scorrere del gioco che prende a scorrere su dei binari abbastanza lineari, nonostante l'impressione che attorno a noi ci sia tutto un mondo da visitare ed esplorare, risultato di una buona ideazione ambientale da parte degli sviluppatori. Basti pensare che il buon Skarin non avrà nessuna abilità o livello da far salire, se non l'acquisto di rune magiche elementari e l'acquisizione di mosse da usare in battaglia tramite l'allenamento in una apposita arena. Non punti esperienza, ma prendere la mano con i comandi, imparando a scegliere il giusto tempo per schivate, contrattacchi e uccisioni (quasi delle “fatality” in stile Mortal Kombat).
Poco vario, ma intrigante. Viking non é certo un titolo che porta particolare innovazione al panorama ludico, ma risulta capace di catalizzare l'attenzione del giocatore, soprattutto se amante dell'ambientazione nordico-mitologica, con una speciale predilezione per le battaglie tra eserciti sconfinati. L'impianto tecnico cucito attorno al titolo, porta in dote un aspetto grafico di tutto rispetto, forte di effetti di luce e della gestione in contemporanea di moltissimi modelli poligonali (tra l'altro di pregevole fattura). Certo non mancherà qualche incertezza sul piano del frame rate, ma vedere tanto ben di dio in movimento é sempre gradito. Le stesse musiche, benché spesso latitanti, sanno dare la giusta atmosfera quando chiamate in causa.
Viking: Battle for Asgard gode di una sostanziale immediatezza nel farsi giocare, grazie ad una buona implementazione dei comandi ( anche se il Sixaxis senza vibrazione, risulta in svantaggio rispetto al pad di Xbox 360), che fa però “a botte” con una gestione delle telecamere talvolta poco adatta alla continua attenzione che si dovrebbe tenere in combattimento; sebbene nelle fasi esplorative potrete passarci sopra, non sarete troppo contenti di affrontare una manciata di avversari senza vederne tutti i movimenti per una momentanea debacle della visuale. Tre isole da visitare assicurano una longevità accettabile, probabilmente tarata anche rispetto alla naturale ripetitività delle meccaniche di gioco a cui presto andrete incontro. Non siamo di fronte a nulla d'epocale, ma ad un prodotto divertente ed estremamente valido nel panorama degli action, capace di intrattenere e stregare chi non aspetta altro che buttarsi nella mischia in un contesto fantasy creato con giusta dovizia di particolari.
Voto finale: 7