Xbox One X
Ammettiamolo: l’esordio di Xbox One è stato un vero disastro. Dopo l’ottimo ciclo di vita di Xbox 360 la futura console Microsoft aveva dalla sua tutti i favori di critica e pubblico, pronti a testimoniare ancora una volta l’ottimo lavoro di evoluzione conosciuto dalla console mediana del gigante di Redmond. Quello che invece si è posta di fronte al pubblico nel corso dell’E3 2013 era una Microsoft con poche idee e ben confuse, capace di ribaltoni concettuali nel giro di qualche ora e sotto la forte pressione di un pubblico spiazzato da dichiarazioni contrastanti. In più c’era un versante estetico oggettivamente orrendo e un comparto tecnico inferiore alla controparte nipponica. E lo sconcerto aumentava una volta accesa la console. Abbandonate le linee essenziali ed estremamente pratiche dell’interfaccia della 360, la nuova Xbox si presentava in modo confusionario e poco user friendly. Per non parlare poi dell’ “affaire” Kinect, passato alla storia per uno dei fail più clamorosi nella storia del videogioco.
Il mercato non ha certo premiato la condotta erratica di Microsoft, punendo la console nelle vendite worldwide e penalizzandola anche agli occhi di alcuni publisher che hanno tolto cambiato orientamento su alleanze una volta granitiche (Call of Duty, per esempio). Dopo l’iniziale smarrimento, Microsoft ha iniziato a lavorare sodo per riportare la user experience a livelli accettabili, nella speranza di raddrizzare il timone delle vendite verso porti più sicuri e competitivi. Dopo svariati aggiornamenti dell’interfaccia utente e l’inserimento di nuove e interessanti features, arriviamo alla scorsa estate, quando il brutto anatroccolo dello scatolone simile ad un videoregistratore anni ’80 si trasforma nella bella Xbox One S. Dimensioni più contenute, Pad bluetooth collegabile anche al PC, Blu Ray 4K e, finalmente, l’alimentatore interno. Un cambio estetico premiato anche dal mercato, che ha portato un significativo aumento delle vendite, pur non andando ad intaccare la leadership Sony.
Nel frattempo Microsoft lavorava al passo successivo per portare l’ecosistema Xbox ad un nuovo step evolutivo, ovvero quello della grafica 4K. Per riuscire nell’intento gli ingegneri della grande M hanno lavorato chirurgicamente per sfruttare al massimo le risorse hardware a loro disposizione, dal momento che pur essendo decisamente più potente rispetto alla One S, la nuova arrivata non cambia le carte in tavola rispetto alla precedente architettura, riuscendo comunque a essere a tutti gli effetti la console più potente sul mercato. Al di là dei numeri, utili per lo più per un marketing sempre più agguerrito, la differenza con il più recente passato è visibile a occhio nudo e qualità estetica riesce finalmente ad andare di pari passo anche con una fluidità che in alcuni titoli è quanto mai granitica. Anche i publisher si sono mossi in blocco per premiare le novità tecniche apportate dalla nuova console, upgradando molti dei titoli in catalogo con apposite versioni in 4K che rappresentano un significativo step evolutivo nella qualità grafica nell’universo console. Non solo per la risoluzione in sé, quanto piuttosto per tutta una serie di effetti grafici di ottima fattura capaci di dare nuova vita ai titoli aggiornati.
Non solo miglioramenti visibili a occhio nudo, ma anche un deciso passo in avanti per quanto riguarda la silenziosità della console, decisamente meno rumorosa della precedente e per le temperature d’esercizio. Un tema importante e ricorrente nella storia della Xbox ma che mai come in questo caso ricopre un ruolo centrale per tutto il sistema. Il sistema a camera di vapore si è dimostrato capace di tenere sempre sotto controllo la temperatura interna della console e anche se ogni tanto sentirete la console buttare fuori l’aria dalle feritoie della console, potrete constatare come le temperature raggiunte non siano mai eccessive, facendo lavorare sempre la console nella situazione d’esercizio migliore.
Affianco a questo fondamentale aspetto Microsoft ha lavorato ancora, e bene, sull’interfaccia grafica, migliorando la navigazione tra i menù e snellendo molti processi prima inutilmente macchinosi e inserendo anche nuove feature capaci di andare incontro alle esigenze di un nuovo tipo di utenza, come la possibilità di registrare lunghe clip video su dispositivi esterni, favorendo quindi una community che ormai vive su servizi come Youtube o Twitch. Non solo: ha migliorato ed esteso il servizio di retrocompatibilità che ora lavora, e molto bene, anche verso i giochi della primissima Xbox, e vedere la qualità di giochi come Ninja Gaiden è ancora oggi una vera gioia per gli occhi. Lodevole anche il servizio Game Pass, che propone a circa 10€ mensili un catalogo di oltre 100 giochi in continua espansione, per non parlare poi di una piattaforma Xbox Live in continuo miglioramento e con ottimi giochi in regalo a cadenza mensile. E a questo si deve aggiungere anche il Play Anywhere, ovvero il sistema che consente di “duplicare” i giochi acquistati, potendo accedere allo stesso titolo indifferentemente da Xbox e da PC, condividendo salvataggi e achievements.
Anche se i 499€ la pongono su una fascia di spesa pericolosa Xbox One X è stata premiata dagli appassionati, che hanno apprezzato l’ecosistema realizzato da Microsoft che spinge il sistema e il concetto di gioco verso nuovi orizzonti, al di là dei freddi numeri. Certo, i puristi della grafica senza compromessi potranno obiettare che su PC si possono ottenere risultati ancora maggiori e più gratificanti, ma di sicuro non a questo prezzo e non con questa semplicità d’utilizzo. Insomma, Microsoft ha impostato una nuova e importante rotta ma ora dovrà lavorare sul vero tallone d’Achille della sua storia più recente, perché affianco ad un mostro di console deve anche essere in grado di alimentarla con esclusive d’eccezione che la rendano ancora più appetibile rispetto alla concorrenza. Basterà il solo PlayerUnknow’s Battlegrounds ad assolvere a questo fondamentale compito?