13 Reasons Why

La domanda è: si sentiva davvero bisogno di un altro teen drama? In effetti è un dubbio lecito quando si spulcia tra il cast di 13 Reasons Why (che in Italia uscirà semplicemente come "13") e si dà una prima lettura della trama, perché ci sono tutti i classici punti cardine di qualsiasi produzione diretta al pubblico dei giovanissimi. C’è la scuola, che funziona come collettore delle vicende e delle esperienze dei vari protagonisti, ci sono le storie d’amore e c’è quella tensione sessuale che è ormai sdoganata anche in questo genere di prodotti.

Quello che invece difficilmente potete recepire dai vari comunicati in merito alla serie, è il costante e crescente clima di suspance permea le prime puntate che abbiamo avuto modo di poter visionare in anteprima assoluta. La serie prodotta, tra gli altri, da Selena Gomez prende le distanze dai canoni più classici delle produzioni “teens” per dirigersi verso scenari più morbosi, almeno nelle intenzioni.

La serie, tratta dal romanzo “13” di Jay Asher, racconta dell’amicizia di Clay e Hannah, attraverso le parole della stessa Hannah e il classico stratagemma dei flashback. Si, perché fin dalla prima puntata, sentiamo di parlare di Hannah come dell’ennesima giovane morta troppo in fretta, in circostanze che ancora non sono del tutto chiare. E’ stato un suicidio, e la giovane Hannah racconta le “tredici ragioni” che l’hanno spinta a questo gesto estremo, oppure c’è dell’altro?

Sta di fatto, però, che il giovane Clay, rientrando a casa dalle lezioni, trovi sulla porta di casa un pacchetto contenente diverse audiocassette: “Queste cassette di aiuteranno a capire di più della mia vita, e della mia morte”. Ed è proprio da qui che scatta l’aggancio verso lo spettatore, perché pare proprio che la giovane Hannah fosse già a conoscenza del suo triste destino. Un destino che ha scelto lei o che in qualche modo era facilmente prevedibile?

Inutile dire che il rimando alla sfortunata Laura Palmer sia facile e immediato, ma qui manca totalmente la “malattia” della visione del miglior Lynch. Tuttavia il mistero è sempre presente, perché a questo punto la palla passa al giovane Clay (interpretato da Dylan Minnette), che inizia ad investigare su quanto accaduto alla giovane amica, ripercorrendo le tappe della loro amicizia e venendo a conoscenza di diversi aspetti assolutamente insospettabili di alcuni compagni di classe con cui Hannah ha interagito.

C’è di più: Clay inizia ad essere seguito, non si sa esattamente da chi, ma è evidente che qualcuno a bordo di una potente macchina inizia a seguirne le tracce, forse per coprire eventuali sgradite sorprese che possano mettere nei guai qualche alto esponente della piccola comunità dove 13 Reason Why è ambientata.

Una curiosità: inizialmente 13 Reasons why doveva essere un film con Selena Gomez come protagonista femminile proprio nel ruolo di Hannah e Universal Studios nelle vesti di produttore. Qualche anno più tardi, visto il fallimento del progetto cinematografico, Netflix ha deciso di produrre una serie TV basata sul romanzo e con la stessa Gomez nel ruolo di produttore. Nel cast, oltre al già citato Dylan Minnette (che abbiamo visto anche in Lost e in Prison Break), troviamo anche la pressoché esordiente Katherine Langford nel ruolo di Hannah, Kate Walsh (Grey’s Anatomy e Private Practice) e Matthew Alan.