È già Natale in casa MCU: prime impressioni sulla serie Hawkeye
In un'atmosfera natalizia e newyorkese che richiama con una punta di malizia Die Hard e Mamma ho perso l'aereo, Hawkeye promette una miniserie MCU ricca di tenerezza e calore.
La nuova serie MCU in arrivo domani su Disney+ non viene distribuita a ridosso del Natale senza un motivo preciso. Hawkeye infatti non solo è ambientata nella settimana precedente il 25 dicembre, ma guarda intenzionalmente a tutta una lunga serie di classici natalizi tradizionali e "alternativi": da Mamma ho perso l'aereo a Die Hard, passando anche per Iron Man 3. Anche l'ambientazione nella Grande Mela ricoperta di luminarie e vista con gli occhi dei turisti che assistono ai musical e mangiano laute cene a China Town richiama immediatamente alla mente il cinema degli anni '80 e '90 che, sia in campo action sia in campo comico/sentimentale, ha contribuito a cementificare l'immaginario culturale di New York e la sua presunta magia natalizia.
La trama di Hawkeye, la miniserie Disney+ su Occhio di Falco
Uno di questi turisti con famiglia al seguito è proprio Occhio di Falco (Jeremy Renner), impegnato in una missione inedita: quella di fare da scorta ai tre figli per una gita di relax e divertimento nella grande città. Siamo nel MCU, quindi a Broadway imperversa Rogers, un musical che mette in scena le gesta degli Avengers del 2012, nel primo, epico scontro con Loki. Clint si ritrova dunque a vedere l'immagine patinata da star planetaria che emana la sua versione supereroistica, mentre deve fare i conti con la sua umanità nel quotidiano. È un padre che si è perso molto nella vita dei suoi figli, che sono abituati ad avere a che fare con il suo lavoro peculiare. La sua famiglia comprende il grande dolore che lui ancora prova per la recente perdita di Natasha Romanoff, su cui la serie di sofferma spesso. L'elemento umano di Clint - contrapposto ai poter super degli altri Avengers - viene ulteriormente sottolineato dalla perdita dell'udito dall'orecchio sinistro, a seguito delle tante battaglie ed esplosioni a cui ha assistito nei panni di Avengers. Sullo sfondo c'è anche lo spettro di una situazione economica non rosea.
Quello raccontato in Hawkeye è un Occhio di Falco invecchiato, più umano e quotidiano, in un ritratto non esattamente originale (già Wolverine, Xavier e Magneto avevano affrontato questo genere di maturazione/invecchiamento su grande schermo) ma che dà finalmente spazio all'elemento sottovalutato del suo personaggio. Il basso profilo, la concretezza, la capacità di stare con i "super" senza sfigurare e senza perdere il contatto con la realtà. L'altro personaggio dal vissuto simile, Natasha Romanoff, ha lasciato un grande vuoto nella vita di Clint, che in questa miniserie si ritrova a fare i conti con il suo periodo oscuro, da cui è stata proprio lei a salvarlo.
Hawkeye: la gioventù e la maturità dell'eroe
All'inizio di Hawkeye infatti la tuta e la spada di Ronin (l'identità segreta da giustiziere assunta da Clint per mantenere l'ordine dopo lo schiocco di dita di Thanos) riemergono in un'asta sul mercato nero. Per pura coincidenza a mettere le mani sul costume di Ronin è Kate Bishop (Hailee Steinfeld), una giovane adulta che da bimba vide Hawkeye combattere contro gli alieni invasori della terra, pochi minuti prima di perdere il padre. Ricca di famiglia e ambiziosa, Kate è diventata una campionessa di arti marziali, scherma e proprio tiro con l'arco, perché per lei Clint è una fonte d'ispirazione nel voler proteggere la madre e le persone a lei care.
Kate si ritrova a girare per New York vestita da Ronin e a salvare un cane labrador cieco da un occhio, finendo sui telegiornali. Questo porta Clint a mettersi sulle sue tracce, per recuperare il costume di Ronin. Nei suoi anni di attività il vigilante si era fatto parecchi nemici e chiunque indossi quel costume rischia di finire in guai seri, attaccato da questo o quel gruppo criminale.
Kate e Clint così s'incontreranno, mettendo a confronto due facce dello stesso eroe: lei spericolata e senza freni, lui prudente e un po' sfiduciato. Nel mondo Marvel a fumetti Kate Bishop è la young avenger che erediterà il suo titolo, nella serie Disney+ si crea un legame mentore/allievo tra i due, capace però di ribaltarsi: con la sua goffaggine e impulsività, talvolta è Kate a far riflettere Clint sull'impatto che lui ha avuto sul pubblico e su quello che non ha avuto, a causa del suo atteggiamento defilato.
Qualche considerazione su Hawkeye
La partenza di Hawkeye è abbastanza lenta e le scene d'azione (volte ad attrarre chi ama la componente action del MCU) sembrano interrompere la parte più introspettiva e riuscita della trama. In un certo senso è particolarmente rinfrescante tornare a una microstoria Marvel, in cui i cattivi (per ora) sono solo bande di criminali e la mafia newyorkese, dopo tante uscite cinematografiche che sempre più soffrono di un gigantismo nelle trame e nei pericoli affrontati dai supereroi.
Sulla carta i temi proposto da Hawkeye (che sottolinea la fallacità dell'eroe umano, parlando a più riprese di ferite, cicatrici e disabilità) sono interessanti, ma a prevalere è la voglia di creare una storia divertente e scaldacuore natalizia, quindi l'analisi del periodo nero di Clint è abbastanza superficiale. Sarà per l'età della giovane Hailee Steinfeld, sarà per la sua estrazione sociale, mi ha ricordato un po' gli inizi di Arrow su CW.