E.R. - Medici in prima linea compie 30 anni, omaggio alla serie

Ricordiamo insieme la serie dei record

di Chiara Poli

I medici in prima linea del Pronto Soccorso del Policlinico Universitario di Chicago, protagonisti di E.R., sono entrati di diritto nella storia della TV, ma anche in quella della cultura pop.

È sufficiente nominarne uno, dei molti medici che si sono avvicendati sul set della serie per 15 stagioni, per verificare quanto la serie tratta da Casi di emergenza di Michael Crichton – che avrebbe dovuto essere un film diretto da Steven Spielberg e ha finito per diventare una delle serie TV più amate di tutti i tempi – occupi un posto nel cuore di chi ama le serie.

Il Podcast di E.R. Medici in prima linea

 

30 anni di storia


Il 19 settembre del 1994 il primo episodio, destinato a fare storia, andava in onda su NBC.

Sono passati 30 anni da quel giorno, E.R. - Medici in prima linea è arrivata alla 15° stagione frantumando ogni record d’ascolto, portare a casa una montagna di premi (23 Emmy Awards), appassionare milioni di spettatori in tutto il mondo e influire sulla vita reale, portando a un vertiginoso aumento delle iscrizioni alle facoltà di medicina.

I tanti attori che ci hanno appassionati - Anthony Edwards, Noah Wyle, George Clooney, Julianna Margulies e tantissimi altri - hanno seguito una rigida formazione. E dopo tanti anni sul set, nel medical drama più realistico di sempre, hanno imparato molto. Celebre quanto accaduto sul set in Africa, negli episodi che riguardavano la storia del dottor John Carter (Noah Wyle). Il vero medico che accompagnava la troupe per garantire il benessere di tutti, svenne per il troppo caldo. Nessuno sapeva cosa fare, quando Noah Wyle, senza batter ciglio, gli prese una vena e avviò la flebo che il medico aveva in borsa, facendolo riprendere. Perché sul set di E.R., è evidente, si è sempre fatto sul serio.

Il giorno prima di E.R., il 18 settembre di trent’anni fa, aveva debuttato su CBS un altro medical drama, Chicago Hope, destinato a iniziare con un testa a testa negli ascolti, in una battaglia fra CBS e NBC. Ma E.R. staccò quasi subito la serie concorrente, iniziando a macinare record d’ascolti.

Casi di emergenza


Michael Crichton, com’è noto, creò la serie a partire dal bestseller in cui, da ex studente di medicina presso la prestigiosa Università di Harvard, raccontava l’esperienza vissuta in un Pronto Soccorso descrivendo alcuni casi clinici e puntando molto sulla psicologia dei pazienti, sul loro rapporto con i medici, sugli approcci dei medici stessi ai vari casi.

A caratterizzare l’innovazione portata da E.R. furono le tematiche, costantemente legate all’attualità e trattate con intelligenza e sensibilità. Per non parlare della capacità di anticipare tematiche ed eventi destinati a diventare di grande rilevanza sociale. Mi riferisco, fra i tanti esempi, alla crisi degli oppioidi negli USA a cui si attribuisce oltre un milione di morti e che iniziò dall’abitudine dei medici del sistema ospedaliero di prescrivere forti antidolorifici, da cui poi i pazienti diventavano dipendenti, passando presto ad altre sostanze non riuscendo più a procurarsi i farmaci.

In E.R. questa vicenda viene narrata tramite uno dei personaggi più amati, il dottor Carter, che diventa dipendente dagli antidolorifici dopo la terribile aggressione subita in ospedale insieme a Lucy Knight a San Valentino da parte di un paziente instabile.

Un cast dal successo immediato


Per il cast, la produzione si orientò volutamente su un gruppo di capaci attori non troppo conosciuti ma già noti al grande pubblico (Anthony Edwards aveva interpretato il ruolo di Goose in Top Gun, Noah Wyle era comparso in Codice d’onore e George Clooney, curiosamente, aveva già recitato – dieci anni prima – in una serie intitolata ER).

Il successo fu immediato. Il 25 settembre 1997 la produzione di E.R. annunciò che un episodio della serie sarebbe stato trasmesso in diretta, con due incredibili performance consecutive del cast, realizzate affinché NBC potesse trasmettere alle 21.00 ora locale di Los Angeles e alle 21.00 di New York. Noah Wyle ed Anthony Edwards, i due protagonisti più amati dal pubblico in assoluto, poco dopo ottennero contratti che sfioravano i 13 milioni di dollari annui.

E.R., in patria, ha sfiorato punte di 40 milioni di telespettatori, ed in Italia resta fra le serie più viste della nostra storia televisiva. Ha ospitato guest stars fra le più prestigiose (Ray Liotta, Ewan McGregor, Piper Laurie, Mickey Rooney, Alan Alda, Marlee Matlin, Sally Field…). Ha superato i 2 milioni di dollari a puntata, cachet degli attori esclusi, con un budget impensabile per l’epoca della produzione.

A distanza di 30 anni, ha lasciato il segno nella storia e ha ispirato decine di serie successive, diventando un titolo di riferimento per chiunque si appresti a studiare televisione e confermando che le serie di qualità, a prescindere dal momento in cui sono state prodotte, non “invecchiano” mai.