Speciale Dexter ieri e oggi: il mito seriale saprà reinventarsi otto anni dopo la sua fine?

L'ematologo che ha lasciato il segno nella serialità crime statunitense torna ad otto anni dal suo controverso finale: che eredità ha lasciato la serie e aspettarsi dalla nona stagione di Dexter.

di Elisa Giudici

Correva l'anno 2006 quando l'attore Michael C.Hall ha iniziato a interpretare un personaggio tanto iconico da segnare per sempre la sua carriera e la serialità crime statunitense. Da quel primo, folgorante episodio di Dexter ne sono seguiti altri 95, per un totale di 8 stagioni che hanno indagato la psiche di un serial killer dal complesso senso di giustizia, costruito in giovane età grazie alla guida morale del padre adottivo.

L'eredità di Dexter: perché é stata una serie cruciale d'inizio millennio

Quindici anni più tardi non è così immediato per chi non ha vissuto sul divano di casa quell'epoca capire la profonda carica innovatrice di questa serie, che assieme a titoli quali Six Feet Under e Nip/Tuck hanno mostrato al pubblico un approccio adulto a zone oscure e controverse dell'animo umano; con un misto di dramma, umorismo nero, cinismo e analisi psicologica sopraffina. Il mondo delle onoranze funebri, quello della chirurgia estetica e quello della polizia scientifica sono stati descritti in quegli anni con un approccio sfidante verso lo spettatore, volto a disturbarlo e talvolta a metterlo a disagio, senza mai tentare di ridurre la complessità dell'esistenza, i suoi lati oscuri. Per giunta: facendolo divertire, empatizzare, appassionare.

Dexter però si è spinto più in là: prima ha fatto accomodare lo spettatore nella ragnatela di rituali, codici e menzogne che Dexter si è costruito addosso e attorno insieme al padre per creare una sua normalità e funzionare nella società incanalando nel modo meno dannoso possibile le sue pulsioni sociopatiche. Dall'altra ha creato personaggi dalla moralità contorta ma distintiva a cui il pubblico si è sinceramente affezionato, raccontando anche l'emotività mai scontata del protagonista e delle persone attorno a lui (amici, amanti, nemici giurati, vittime) nel loro lento cammino verso la verità.

Il tutto in una confezione produttiva così rifinita, carismatica e inventiva da essere diventata cult, vedi l'iconica sigla che racconta tutta l'ambiguità dei gesti mattutini del suo protagonista.

Date le premesse non stupisce quindi che il finale sia stato oggetto di critiche e proteste: difficile lasciare andare un personaggio così amato otto stagioni dopo, quale che siano i termini in cui lo si fa. Al quadro di aggiungono poi le complesse, sofferte vicende dell'attore protagonista della serie.

Quel che è certo è che tutto ciò che è venuto prima di quell'episodio finale ha fortemente influenzato ciò che è venuto dopo. Difficile immaginare titoli come Hannibal di Bryan Fuller senza un apripista a svezzare il pubblico come è stato Dexter.

Nuovo sangue per Dexter: cosa aspettarsi da New Blood, la nona stagione

La nuova stagione di Dexter, che sbarcherà su Sky dal 10 novembre, a pochissimi giorni dalla messa in onda originale statunitense, è oggetto di attesa e preoccupazione per i cultori della serie primigenia.

Da una parte c'è la gioia di ritrovare un personaggio a cui si era detto addio per una serie limitata di 10 episodi, ambientati una decina d'anni dopo la conclusione dell'ottava stagione. L'assolata Miami e l'identità Dexter Morgan sono un ricordo: Michael C. Hall (che ha ripreso ovviamente a interpretare il ruolo) risiede ora sotto falso nome a nord di New York, nella cittadina fittizia di Iron Lake. Hall stesso si era dichiarato sconcertato dal finale originale, quindi è con piacere che è tornato a vestire i panni dell'ex ematologo, ora trasformatosi in un tranquillo negoziante impegnato in una relazione sentimentale con il capo della polizia locale Angela Bishop (Julia Jones).

Dopo aver finto la propria morte per scampare alla cattura e fuggire da Miami, Dexter vive sopprimendo i suoi istinti omicidi con un certo successo, almeno finché alcune sinistre vicende li faranno riemergere potentemente, mentre nuovi antagonisti appariranno sul suo cammino.

Difficile dire quale piega prenderà questo sequel, che appare come una sorta di omaggio alla serie originale ambientato un decennio più tardi, forse motivato dal voler provare una seconda volta a dare un finale all'altezza della storia di Dexter (facendo però un pensierino a un ritorno ben più duraturo).

Quel che è certo è che Showtime non ha lasciato nulla d'intentato: non solo sono tornati Hall e lo showrunner originale della serie Clyde Phillips, ma appariranno tutta una serie di personaggi del pantheon di Dexter...che siano vivi o meno.

Le aspettative dunque sono tante. Per capire se si tratta di un tentativo di revival con poco da dire o di un ritorno al personaggio per fare qualcosa di nuovo e impattante, bisognerà aspettare di avere un quadro più generale della stagione. A giudicare dal primo episodio però un'occhiata la merita senza ombra di dubbio, ma preparatevi a un potente effetto Amarcord.