The Beatles Get Back Il rockumentary di Peter Jackson
Il grande lavoro di ricostruzione del regista neozelandese regala al mondo un pezzo di storia della musica
Correva il 1969, i Beatles erano oltre due anni che non suonavano più dal vivo e si accingevano a riprendere il lavoro presso i Twickenham Film Studios per il successivo album, cui sarebbero dovuti seguire un live e un documentario. Il progetto fu denominato non a caso “Get Back”, a dimostrare il desiderio di un ritorno alla freschezza di un tempo, registrando in presa diretta senza ulteriori alterazioni in studio. Fu una corsa contro il tempo, a causa degli impegni cinematografici di Ringo Starr, che avevano ridotto la produzione del nuovo disco a poche settimane. Ciò aveva innescato un'elevata pressione sui "Fab Four", costringendo tutti a intraprendere il più velocemente possibile il percorso creativo su 14 nuovi brani.
Ma l'arte tra musica e parole non scaturiva fluida come un tempo e l'ingerenza di presenze sempre più ingombranti al di fuori del quartetto di Liverpool complicavano ulteriormente la situazione. Per giunta, era la prima volta che veniva concesso ampio spazio a una troupe di documentare la genesi di un loro disco, che da progetto Get Back divenne infine Let It Be, il penultimo album registrato in studio (quasi tutto prima di Abbey Road) ma di fatto l'ultimo a venire pubblicato, dopo il traumatico annuncio dello scioglimento.
Parliamo di un fiume di immagini su cui Peter Jackson ha avuto libertà d'azione, ovvero oltre 57 ore di materiale (negativo 16 mm e sensibilità 100 ASA) all'epoca scartato da quanto messo assieme per il documentario Let It Be di Michael Lindsay-Hogg del 1970 (originariamente il girato sarebbe dovuto confluire nello speciale tv intitolato Beatles At Work). Una sofferta produzione al termine della quale la band se ne disinteressò, dedicandosi a quelle che poi diventarono le loro ultime composizioni, come la meravigliosa Here Comes The Sun di George Harrison.
Il Get Back di Jackson è un viaggio (sin troppo minuzioso) per le burrascose ore in cui presero forma le composizioni divenute parte di Let It Be, dal brano omonimo al capolavoro The Long And Winding Road. Quest'ultimo ben lontano da quello in cui mutò per mano del produttore statunitense Phil Spector, mandando su tutte le furie McCartney che l'aveva scritta. Il regista della duplice trilogia tolkeniana ha inoltre avuto a disposizione circa 150 ore di registrazioni audio associate a immagini d'epoca. Questo The Beatles: Get Back è la cronaca fedele di folli giornate tra confronti musicali e dialoghi che, al di fuori di quella ristretta cerchia di ultra cultori della band, rischia di essere verbosa e ripetitiva.
Dopo un'apertura di circa 10' minuti, utili per contestualizzare il momento storico, si inizia da Twickenham. I Beatles hanno raggiunto il successo planetario, eppure nessuno di loro ha ancora compiuto 30 anni: i più anziani sono Ringo e John a quota 28 anni. Il processo di scrittura, l'esecuzione di vecchi successi cercando di ritrovare quella scintilla di magia che ispiri nuove composizioni. Atmosfera spesso tesa, piccoli litigi, battibecchi, battute scontrose e pungenti, poca gioia, arrancando nel tentativo di andare avanti mentre Michael Lindsay-Hogg insiste sull'improbabile concerto che il gruppo dovrebbe tenere presso un anfiteatro a Tripoli.
Dalla poco ospitale Twickenham al quartier generale della Apple Records la situazione sembra migliorare ma questo racconto della produzione prosegue in misura alquanto prolissa all'interno del ridondante e ambizioso approccio di Peter Jackson. Anche in questa occasione il regista non si è dimostrato affatto avaro quanto a minutaggio, rispetto a una creazione che avrebbe potuto dire le stesse cose in meno tempo.
Non mancarono siparietti (all'epoca per nulla) divertenti, come la temporanea fuga di George Harrison e la conseguente soluzione: “se non torna chiamate Eric Clapton”. Ci sono bellezza mista a noia, mentre scorre un fiume di immagini tra echi e déjà vu di prove su prove, in un arrancante interesse all'ennesima ripetizione di Don't Let Me Down. Ci si potrebbe anche risvegliare dal torpore nel momento in cui per esempio McCartney strimpella il basso con un grado di casualità che rende impossibile credere che poi tra quell'ammasso di note grezze sarebbe sbocciato Get Back. A completamento le immagini dell'ultimo, inaspettato live sul tetto a Savile Row. "I Beatles affrontano un compito arduo", annuncia un sottotitolo all'inizio, ma l'impegno richiesto allo spettatore per giungere alla fine dei 468' minuti di questo rockumentary non sembra essere da meno.