And Just Like That: tutto sulla serie sequel di Sex and the City
Trama, personaggi, svolte narrative: ecco And Just Like That, il ritorno di Carrie, Miranda e Charlotte (senza Samantha)
Questa è la terza parte dello speciale che abbiamo dedicato al fenomeno Sex & The City, analizzando le sue tre principali componenti: la serie TV, i film e il recente sequel.
Creata nel 2021 da Darren Star, già creatore di Sex and the City, insieme a Michael Patrick King (produttore della serie, regista e sceneggiatore dei film) And Just Like That… ci riporta nelle vite di Carrie (Sarah Jessica Parker), Miranda (Cynthia Nixon) e Charlotte (Kristin Davis) oltre 17 anni dopo quel finale di serie che vedeva Big (Chris Noth) volare fino a Parigi per riportare a casa la sua Carrie.
Dopo i due film per il grande schermo, la squadra delle ragazze più famose della TV ha perso un membro. Samantha Jones non compare infatti nella nuova serie per uscelta dell’attrice che la interpreta, Kim Cattrall.
Al suo posto, il gruppo di amiche include nuovi personaggi. Si tratta della regista Lisa Todd Wexley (Nicole Ari Parker, Empire), amica di Charlotte, della professoressa universitaria Nya Wallace (Karen Pittman, The Morning Show) alle cui lezioni si presenta Miranda, e della nuova amica di Carrie, l’agente immobiliare Seema Patel (Sarita Choudury, Blindspot).
Le tre donne vengono affiancate dalle loro famiglie e dalla nuova collega di Carrie, che ora lavora in un podcast dedicato al sesso e alle relazioni. Che, di genere non binario come ama presentarsi, è interpretata da Sara Ramirez (la ex dottoressa Callie Torres di Grey’s Anatomy) ed è una comica che parla spesso della propria vita privata negli spettacoli.
Oltre ai nuovi incontri, che saranno diversi nel corso dei vari episodi, e alle nuove protagoniste, le tre star della serie ci fanno ritrovare i loro mariti Big (o meglio John James Preston), Harry (Evan Handler) e Steve (David Eigenberg), e i loro figli ormai cresciuti.
Oltre a Brady, il figlio di Miranda e Steve, ritroviamo Lily e Rose, le figlie di Charlotte e Harry, ma Rose non vuole essere identificata come una ragazza (né come un ragazzo: non vuole etichette) e prende il nome di Rock.
Fra nuove (dis)avventure sentimentali, una fase delle vite di Carrie, Miranda e Charlotte è iniziata e noi veniamo chiamati ad assistervi… Proprio quando tutto sta per cambiare.
- La trama di And Just Like That… e la chiusura ricorrente
- Samantha
- L’effetto nostalgia
- Politically correct
- And Just Like That… Big died
La trama di And Just Like That… e la chiusura ricorrente
Gli episodi della serie, composta da 2 stagioni per un totale di 20 episodi e già rinnovata per un terzo ciclo che arriverà nel 2024, si chiudono tutti - o quasi - nello stesso modo.
La voce narrante di Carrie, la stessa che ci aveva accompagnati nella serie originale e nei sequel cinematografici, preannuncia un evento che cambierà in qualche modo il destino delle protagoniste pronunciando la frase “and just like that…” seguita dalla descrizione dell’evento con cui veniamo lasciati.
In italiano l’adattamento ha tradotto la frase con “e fu così che…”. Ma il titolo della serie, almeno quello, è rimasto invariato.
Nell’episodio pilota della serie, in modo del tutto inaspettato - tre anni fa, al lancio della serie, se ne parlava in modo ufficioso contribuendo alla curiosità del pubblico - un lutto cambia per sempre la vita di Carrie e quella delle sue amiche.
Rientrando dal concerto in cui Lily mostra tutta la sua abilità di pianista, Carrie trova Big morente per un infarto.
Seguono il funerale, la decisione su dove conservare le ceneri del marito, la depressione e la necessità di riprendere a vivere senza il grande amore della sua vita: Carrie Preston - questo il suo nome da sposata - ora è ufficialmente entrata in una fase della vita che non si aspettava certo di vivere così presto.
Miranda e Charlotte le stanno vicine come possono e pian piano Carrie inizia a riprendersi.
A casa di Carrie - il vecchio appartamento, sempre rimasto suo - Miranda incontra Che e fra le due esplode la passione. Miranda è convinta di essersi innamorata a prima vista e lascia Steve per stare con Che, iniziando una nuova relazione.
Tempo dopo la morte di Big, Carrie inizia a pensare di frequentare altri uomini e prova a uscire con qualcuno, ma il dolore è ancora fresco e spesso i suoi appuntamenti finiscono in un nulla di fatto.
Charlotte si occupa delle figlie e delle amiche, finché decide di tornare a lavorare, trovando lavoro in una galleria d’arte come ai vecchi tempi.
Carrie passa dal podcast con Che - che viene chiamata a Los Angeles per girare l’episodio pilota di una sitcom, accompagnata da Miranda - al suo podcast personale, intitolato semplicemente “Sex and the City”.
Decide quindi di scrivere un libro sul suo lutto, che poi registra come audiolibro - non senza le difficoltà della commozione che prende il sopravvento.
Tornata a New York, Miranda si trova sola quando la relazione con Che finisce, e decide di tornare a lavorare iniziando a fare la stagista in uno studio legale che si occupa di una materia che lei non ha trattato nella sua carriera.
Nya si separa dal marito, che vuole assolutamente un figlio, e deve ricominciare daccapo. Per fortuna, l’esperienza di Miranda le torna utile: inizia a uscire con alcuni uomini vivendo le relazioni con leggerezza e godendo dell’esperienza fisica che le offrono. Seema frequenta qualche uomo fino a che incontra un capriccioso regista indiano, per cui perde la testa e si trova in una relazione seria senza nemmeno essersene accorta.
Carrie riprende via i mail i contatti con Aiden (John Corbett), che nel frattempo si è separato dalla moglie. Si vedono per una cena e, nonostante Aiden sia ancora così scottato da non riuscire a entrare nell’appartamento di Carrie in cui avevano vissuto insieme, i due riprendono a frequentarsi.
La storia fra Carrie e Aiden diventa presto serie e i due fanno progetti per il futuro. Carrie vende il suo appartamento e compra una nuova, lussuosissima casa a New York, abbastanza spaziosa da accogliere un domani anche i tre figli di Aiden. Ma quando uno di loro, il più giovane, entra in crisi adolescenziale e rischia la vita in un incidente - rubando il furgone di Aiden senza nemmeno avere la patente - l’uomo decide che deve stargli vicino finché non sarà abbastanza grande da cavarsela da solo…
Samantha
In tutto questo, a cominciare dal lutto di Carrie, Samantha non compare se non via messaggi.
Carrie ci racconta di aver smesso di aver bisogno di lei per lavoro, non volendo più un ufficio stampa, e di aver discusso con Samantha per questo. Afferma che l’amica si è sentita offesa e che ha smesso di parlarle. Ora vive a Londra, Carrie le scrive diversi messaggi ma Samantha non risponde mai e non è rimasta in contatto né con Charlotte né con Miranda.
Quando muore Big, Samantha si limita a mandare dei costosissimi fiori con un biglietto. Lei e Carrie si scrivono, ma Samantha non è ancora pronta per parlarle.
Rispetto alla Samantha che conosciamo noi, quella che si sarebbe gettata nel fuoco per una delle sue amiche - soprattutto per Carrie - tutto questo stona molto.
Sappiamo che quando Carrie si trova a Parigi, dove decide di volare da sola per compiere un gesto molto significativo, le scrive per vedersi e le due donne si danno appuntamento per la sera successiva.
Per ovvie ragioni di assenza dell’attrice, Samantha non si vede e non si sente mai e il suo comportamento la fa sembrare una donna insensibile e molto egoista. Questo potrebbe attribuirsi al fatto che gli sceneggiatori hanno deciso di mettere in cattiva luce il suo personaggio dopo il rifiuto dell’attrice di far parte del cast, dedicandosi invece a un’altra serie (Glamorous). Ovviamente non ci sono conferme ufficiali, ma l’impressione condivisa da molti è questa.
Se contiamo, poi, che nella seconda stagione l’attrice compare in un cameo di poco più di un minuto, abbiamo il quadro completo: Samantha dovrebbe raggiungere Carrie per l’ultima cena nel suo storico appartamento, prima che venga venduto. Ma il volo è in ritardo e Samantha non arriverebbe in tempo: dall’auto chiama l’amica per informarla e le due parlano brevemente. Samantha, di fatto, si vede solo ripresa in un’auto mentre parla al telefono.
Il già famoso cameo, pagato alla Cattrall la bellezza di un milione di dollari, ci fa ritrovare la Samantha che conosciamo e cancella quella fredda e insensibile che ricorreva nella prima stagione.
Ma a che pro? A meno che la produzione non riesca a convincere l’attrice a ripensarci, entrando nel cast della terza stagione, il cameo rimane fine a se stesso. Un contentino per i fan, che hanno atteso con ansia l’annunciata apparizione del personaggio.
E a proposito di fan…
L’effetto nostalgia
And Just Like That… ha collezionato moltissime recensioni negative. Sebbene qualcuno abbia apprezzato di ritrovare i personaggi, pur snaturati in molti modi diversi (lo spiego qui, nella mia recensione della seconda stagione) INSERIRE LINK QUI, per la maggior parte gli spettatori sono rimasti scontenti. E la critica è una voce unanime di dissenso.
A cominciare dall’eliminazione di Big, per proseguire con la svolta omosessuale di Miranda ma soprattutto per il pessimo trattamento riservato al personaggio di Steve (per non dire di Stanford), il sequel di Sex and the City non è stato granché apprezzato ma è stato comunque seguitissimo.
Giocando sull’effetto nostalgia, gli autori e i produttori hanno potuto contare sulla curiosità del pubblico di ritrovare i personaggi tanto a lungo amati. Anche i film, con i loro incassi più che dignitosi, erano stati un richiamo per i nostalgici.
Va da sé che magari la serie non si apprezza e ci si arrabbia per certe svolte narrative, ma comunque la si guarda. Il che ha portato HBO a decidere, appunto, il rinnovo per una terza stagione.
Uno degli elementi più forti, accompagnato da un adeguato battage pubblicitario, è stato il ritorno di Aiden nella vita di Carrie. Ma se molti aspettavano il lieto fine lungamente rimandato, hanno dovuto ricredersi.
Anche Aiden, come tutti gli altri, è molto cambiato. Il ragazzo semplice che amava lavorare il legno e vivere nella sua baita in mezzo ai boschi ha lasciato il posto a un uomo, un padre, che ordina omelette da 26 dollari a colazione e scende in alberghi di lusso.
Carrie ha ereditato una fortuna da Big e vive di conseguenza, Charlotte non è mai stata povera e ora ostenta anche lei, così come tutti i nuovi personaggi. Perfino Miranda, che di lusso non aveva mai sentito parlare, sembra ora navigare nell’oro.
L’unica con problemi economici è Che, costretta a riprendere il vecchio impiego di segretaria in uno studio veterinario dopo il fallimento del suo pilot a Los Angeles. Per tutti gli altri, pare che valga la regola del lusso sfrenato.
Ma non è solo il denaro a essere protagonista…
Politically correct
Politicamente corretta: la serie sequel di Sex and the City lo è fino all’esagerazione. Ci si preoccupa moltissimo di come chiamare Che (“Loro”, alla fine) e di come relazionarsi con Rock senza offendere, sono stati introdotti tre nuovi personaggi - due afroamericane e un’indiana - in rappresentanza della società multietnica di oggi, ma non si è stati attenti a molte altre cose.
Il politicamente corretto è una sorta di lente che revisiona il passato dei personaggi, e che li spinge verso un futuro inaspettato. Anthony (Mario Cantone) ritorna nel cast e ci racconta della sua selezione dei commessi più sexy di New York per le consegne del panificio che aveva aperto. Inizia una relazione con un ragazzo giovane e bellissimo, e all’ex marito Stanford viene riservato un trattamento a dir poco irrispettoso.
A causa della prematura morte del suo interprete, Willie Garson, mancato nel 2021 a soli 57 anni dopo una lunga battaglia contro la malattia, il personaggio di Stanford è ovviamente assente. Per giustificare tale assenza, però, gli sceneggiatori ricorrono a un espediente imbarazzante: Carrie riceve notizie via lettera in cui Stanford la informa di aver deciso di restare a vivere in Giappone, dov’era stato in viaggio, come monaco scintoista, senza mai più tornare a casa o restare in contatto con chi faceva parte della sua vecchia vita. Lascia tutti i suoi averi ad Anthony e si congeda così dalla vita di tutti gli amici. E dalla nostra.
Visto che parliamo di scelte politicamente corrette, non si sarebbe potuto riservare a Stanford qualcosa di meno “insindacabile”, visto che parliamo di scelte religiose, e di più coerente con il personaggio? Non sarebbe stato politicamente corretto anche rendere omaggio a un personaggio storico, assente non per scelta del suo interprete ma per la sua morte nella realtà?
And Just Like That… Big died
“E fu così che Big morì”. Le parole di Carrie, in inglese o in italiano, non cambiano la sostanza. Si affronta la vedovanza, tema nobile e delicato, ma lo si fa in modo poco credibile.
Big si sente male poco dopo aver terminato il suo consueto allenamento casalingo di spinning. Apre l’acqua della doccia, ma prima di riuscire a spogliarsi inizia ad avere un forte dolore al braccio e al petto, gli cade di mano il telefono e si accascia - cosciente, seduto - ai piedi della doccia. Quando Carrie torna dal concerto, Big è ancora vivo. È ancora in sé. Carrie inizialmente non capisce cosa stia facendo, vestito, seduto nella doccia, poi si rende conto che qualcosa non va e si precipita da lui, urlando il suo nome. La scena prosegue per qualche istante, fino a quando Miranda riceve una telefonata e si precipita a casa di Carrie, dove la salma di Big sta per essere portata via.
La reazione di Carrie è quantomeno discutibile, se non assurda rispetto al personaggio che conosciamo.
La donna non fa nulla. Non dice che chiamerà i soccorsi, non rassicura il marito, non prende il telefono, non grida aiuto. Non fa nulla di tutto ciò. Come se fosse un medico esperto, sa già che non c’è più nulla da fare e tiene il marito fra le braccia senza dire o fare quasi niente.
In situazioni drammatiche, lo racconta la stessa Carrie nel corso della serie principale, c’è chi reagisce subito - dandosi da fare - e chi resta paralizzato. Lei non fa nessuna delle due cose e la sua reazione, ogni volta che la rivediamo, risulta sempre più assurda. Manchevole. Incoerente.
Al funerale non versa una lacrima. Quando accoglie Miranda le chiede semplicemente “E adesso cosa faccio?”, non dice una parola su Big. Organizza un funerale così freddo da sembrare che si svolga in Antartide e si comporta come se avesse già avuto abbastanza tempo per elaborare il lutto. Ciascuno reagisce al dolore a modo proprio, è vero. Ma noi avevamo già visto Carrie soffrire, e sappiamo che non è questo il suo modo di farlo.
Il primo “and just like that” che pronuncia, quello dedicato all’amore della sua vita - è la premessa riservata a un personaggio che ci sembra di non riconoscere più. Tanto più che, ritrovato Aiden, vende l’appartamento che non aveva mai voluto lasciare solo perché Aiden non ci vuole entrare. Compra una casa pensando a un futuro con l’ex fidanzato e parla di Big - ripetendolo ben due volte - come di un “errore”: avrebbe dovuto sposare Aiden. Se ne convince.
Le ragioni alla base delle critiche a And Just Like That… sono moltissime. Tante quante le ragioni (il già citato effetto nostalgia, la curiosità, la voglia di ritrovare personaggi che ci avevano accompagnato in un’altra fase delle nostre vite…) che hanno spinto i fan di Sex and the City a seguire questa nuova serie.
Da qui a pensare che Carrie Bradshaw possa aver davvero considerato un errore lasciare Aiden per tornare da Big, ce ne passa…