Preservare lo spirito di Asterix & Obelix anche in 3D: intervista Alain Chabat e Fabrice Joubert, registi della serie Netflix

Alain Chabat e Fabrice Joubert raccontano come hanno lavorato per due anni e mezzo per preservare lo spirito originale dell’opera di Uderzo e Goscinny nella nuova serie animata Netflix.

di Elisa Giudici

Adattare un albo del leggendario duo Uderzo e Goscinny è sempre una sfida: Asterix & Obelix sono un monumento nazionale della cultura pop francese, siano trasposti da attori in carne e ossa o con l'ausilio dell'animazione. La loro ultima incarnazione è ancora una volta made in France, ma guarda a un pubblico più che internazionale. Animato dallo studio TAT di Tolosa, il nuovo adattamento dell'albo Il duello dei capi è una serie animata digitalmente e in 3D in arrivo su Netflix a fine aprile. 

Come misurarsi con l'opera originale e i numerosi adattamenti già realizzati, senza perdere lo spirito originale che ha reso iconico il piccolo villaggio della Gallia che resiste ai Romani grazie a una pozione magica? A guidare l'impresa c'è un duo con molta esperienza in merito. Il co-regista e co-sceneggiatore Alain Chabat ha infatti all'attivo un film di Asterix e Obelix di enorme successo commerciale, oltre che ha ad avere una lunga esperienza come doppiatore. Stavolta, oltre che della trasposizione, si è anche occupato di dare voce ad Asterix. Ad affiancarlo e aiutarlo nei passaggi più insidioti relativi all'animazione c'è Fabrice Joubert, regista e art director di lunga esperienza nel mondo dell'animazione francese.  

Intervista ai registi di Asterix & Obelix: Il duello dei capi: Alain Chabat e Fabrice Joubert

Data la tua vasta esperienza nell'animazione, come è iniziato questo progetto e come hai trovato l'equilibrio tra lo stile originale dei fumetti e le moderne possibilità dell'animazione 3D?

Fabrice Joubert - Sono arrivato sul progetto dopo che Alain e Benoît (Philippon, co-sceneggiatore della serie NdA) avevano scritto la sceneggiatura. La prima cosa che ho fatto è stata leggerla e mi sono messo a ridere di gusto, dall'inizio alla fine. Ho pensato: "È incredibile, non vedo l'ora di dare vita a questi personaggi". 

Lavorare con lo studio di animazione TAT a Tolosa è stato fantastico. Il nostro obiettivo era davvero rendere omaggio a questi personaggi e al lavoro di Uderzo e Goscinny. Abbiamo lavorato a stretto contatto con il nostro direttore artistico, Aurélien Predal, per dare vita ai personaggi cercando al contempo di rimanere molto fedeli all'opera originale di Uderzo. Attraverso l'animazione, si è trattato di dar vita a questi personaggi e assicurarsi che il pubblico potesse identificarsi con loro e vivere le emozioni che provano.

Alain, hai già diretto un film di Asterix e Obelix due decenni fa: Asterix & Obelix - Missione Cleopatra. Ora torni alla regia, ma stavolta si tratta di animazione. Come è cambiata la tua esperienza? Cosa è stato diverso per te?

Alain Chabat - L’improvvisazione. L’improvvisazione è molto diversa quando ti muovi nel mondo dell’animazione. È molto facile nel live action dire: "Oh, perché non proviamo questa cosa? Fai così, fai cosà, proviamo quest'altra cosa”. Questo non è assolutamente possibile in animazione, ovviamente, perché il processo è molto lungo e diverso. 

Ogni volta che avevamo idee estemporanee che si discostavano dal copione e pensavamo "Perché non facciamo così? Potrebbe essere più divertente per la scena", anche se non era pianificato, la maggior parte delle volte  TAT Studio a Tolosa, Fabrice e tutto il team dicevano: "Ok, dobbiamo trovare una soluzione, la troveremo, ci inventeremo qualcosa". 

Quindi sì, il film live action è un lavoro molto collaborativo, ci sono molte persone che lavorano ogni giorno di concerto. Ma l'animazione... non so, penso sia ancora di più uno sforzo comune. Tutti sono così dediti alla propria parte. Ad esempio, il team che si occupa di capelli e pellicce è stato davvero incredibile. Si dedicano solo a capelli, vestiti, pellicce…ed è pazzesco. 

Fabrice Joubert - È come una catena di produzione, dove ogni reparto ha il suo lavoro specifico. Tutti però dobbiamo lavorare nella stessa direzione, tenendo conto della visione generale che Alain ci sta dando. Abbiamo lavorato per due anni e mezzo per realizzare la serie. Mantenere uno spirito comune è la sfida più grande, un lavoro come questo penso sia una maratona…una molto interessante.

Dal punto di vista tecnico, Fabrice, c'era qualcosa che ti preoccupava?

Fabrice Joubert - Oggi, nella computer grafica abbiamo strumenti che ci permettono di fare quasi tutto ciò che vogliamo. Si tratta perciò più che altro di prendere le scelte giuste, le scelte artistiche. Abbiamo avuto un grande supporto dal nostro direttore artistico che ci ha guidato fin dall'inizio. 

Abbiamo creato quelli che chiamiamo "color script", che sono piccoli pannelli che mostrano l'intera serie a colori, ed è stato incredibile. 

Alain Chabat - È un oggetto bellissimo, bello anche solo da guardare, sono bellissimi dipinti. 

Fabrice Joubert - Ovvio che poi ci sono state piccole sfide sulla realizzazione artistica. Ad esempio per la pozione magica, volevamo davvero creare qualcosa di nuovo. L'abbiamo vista diverse volte nei film, realizzata in modi diversi. Come potevamo creare qualcosa di nuovo? L'idea, il seme l’ha piantato Aurélien, il direttore artistico. La sua intuizione veniva da un errore nel processo di stampa dei primissimi fumetti, dove i tre colori primari erano leggermente separati. Quella è stata la base da cui siamo partiti per creare l'effetto visivo della pozione magica. I colori primari separati...

Alain, com'è stato trovare la tua voce come Asterix? Sei la famosa voce francese di Shrek, sei un doppiatore esperto, ma com'è stato trovare la voce per questo personaggio che ha avuto così tante voci famose prima della tua?

Alain Chabat - Sì, ci sono state delle voci “iconix” (ride), c'erano voci iconiche. È stato lavorando con Gilles Lellouche, che interpreta Obélix... con lui ho creato un duo. Lavorando spalla a spalla dopo un po' ho trovato la mia voce di Asterix. È stato divertente interagire con Gilles, mi ha aiutato molto. Lavorare con lui è stato davvero fantastico per creare un duo tra noi e costruire insieme questa dinamica, una dinamica emotiva tra Asterix e Obelix.

Volevo chiederti qualcosa anche sulla sceneggiatura, che hai coscritto. Avete dovuto “riadattare” qualcosa per un pubblico moderno, magari un pubblico più giovane che ancora non conosce i personaggi, o i personaggi e la storia originali funzionano ancora molto bene oggi?

Alain Chabat - Quando leggi un fumetto di Asterix e Obelix a 7 anni, a 20, a 40, non leggi esattamente lo stesso albo. Leggi lo stesso albo, ma a volte ti dici: "Quando ero bambino non mi ero reso conto che parlavano di questo" o "Non avevo capito quella battuta". Più avanzi nella vita, nella cultura, più cogli certe sfumature. Volevamo davvero mantenere questo spirito, se possibile: lavorare su livelli diversi, così che la famiglia possa guardare lo show. I bambini vedranno qualcosa, gli adulti forse qualcos'altro, ma saranno riuniti dalla stessa storia. Eravamo quasi ossessionati da questa direzione che c'è negli albi originali. La scrittura di Goscinny è quasi magica in questo senso. 

Fabrice Joubert - E il bello dell'animazione è che puoi aggiungere anche della comicità fisica, che non è necessariamente nei dialoghi, ma è un altro strato che soprattutto i bambini possono apprezzare. La comicità fisica funziona sempre, funziona sempre con i bambini. 

Alain Chabat - E anche con gli adulti, io la adoro!

Parlando del pubblico, questa serie sarà trasmessa su Netflix, quindi avrete un pubblico globale. Avete tenuto conto di questo durante la produzione, del fatto che non si rivolge solo ai francesi? E state già pensando a un seguito?

Alain Chabat - Francamente, ora siamo un po' ossessionati da questa serie.Abbiamo finito quasi un mese fa, o giù di lì. È fresca di giornata, ancora calda dal forno, per così dire. Ma se ci fosse una seconda stagione, ovviamente sarebbe molto divertente da fare, ma non è ancora questo il punto.