Baby Reindeer: tutto sulla storia vera dietro la serie di Netflix, dai sospetti al video con la vera Martha

Alla scoperta della sconvolgente realtà dietro Baby Reindeer

di Chiara Poli

Era inevitabile. Raccontare una storia vera, dalla viva voce del protagonista, in una serie su Netflix di enorme successo, non poteva non avere conseguenze.

Nella recensione di Baby Reindeer parlavamo delle ragioni del successo, del motivo per cui la serie ti tiene inchiodato allo schermo, di tutte le implicazioni morali e sociali che aveva portato all’attenzione del mondo intero.

Dopo la distribuzione, com’era prevedibile la “vera Martha”, ovvero la donna condannata per stalker ai danni di Richard Gadd, creatore e interprete di Baby Reindeer, è stata individuata.

Con delle sentenze non poteva essere difficile risalire al vero nome della donna. Naturalmente, però, le conseguenze di averla rintracciata potrebbero essere pesanti. Ma andiamo con ordine.

La storia vera dietro Baby Reindeer


Si apre così, Baby Reindeer: con la scritta “questa è una storia vera” sullo schermo.

Richard Gadd aveva scritto uno spettacolo in cui raccontava sul palco la sua storia - proprio come fa il suo personaggio, Donny, nella serie.

Aveva conosciuto una donna, chiamata Martha nella serie, con cui era stato gentile. Lei aveva iniziato a perseguitarlo, con e-mail, minacce, messaggi... Fino alle aggressioni fisiche, che hanno portato alla denuncia da parte di Gadd e alla condanna a 9 mesi di reclusione per la sua stalker, recidiva in quanto già condannata per lo stesso reato.

L'idea era di dire che si trattava di una storia vera mantenendo l'anonimato delle persone reali coinvolte.

Ma con l’arrivo della serie, vista da milioni di persone in tutto il mondo, il nome della donna denunciata da Gadd è finito in rete. Fiona Harvey, così si chiama: la donna che ha subito promesso denunce e querele sia a Netflix che a Richard Gadd.

Questo accadeva nelle settimane successive alla distribuzione di Baby Reindeer.

L’intervista anonima sul Daily Mail


In un’intervista con il prestigioso The Guardian pochissimi giorni dopo la distribuzione di Baby Reindeer su Netflix, Richard Gadd ha raccontato che nella produzione erano stati cambiati così tanti dettagli sulla vera Martha che nemmeno lei si sarebbe potuta riconoscere (sebbene i messaggi e le e-mail della serie corrispondessero esattamente a quelli ricevuti da Gadd).

Chiaramente era un’illusione.

La vera Martha ha prontamente rilasciato un’intervista al Daily Mail in forma anonima - il suo nome non compariva - in cui diceva che, avendo sfruttato la sua persona per una serie TV, automaticamente Richard Gadd diventava lo stalker della situazione. Non paga, è finita di nuovo sul Daily Mail, sempre in forma anonima, in un articolo scritto dal giornalista che l’aveva intervistata e che affermava di essere perseguitato da lei con telefonate senza sosta, messaggi e offese continue.

Quando, poi, la gente ha cercato di scoprire chi fosse l’uomo che ha usato violenza a Richard Gadd nella realtà, le cose sono precipitate. Un residente del West Midlands ha dovuto rivolgersi alla polizia chiedendo protezione per le continue minacce ricevute - e pare che non c’entrasse fra l’altro nulla con il personaggio in questione.

A questo punto è intervenuto Gadd, che ha chiesto tramite tutti i social media di smettere di cercare di identificare i veri protagonisti di Baby Reindeer.

Ma se sono loro, a uscire allo scoperto, gli appelli sono inutili.

Colpo di scena: l’intervista in video con Piers Morgan


Ora, però, le cose sono radicalmente cambiate: tutto il mondo sa che Fiona Harvey non ha neanche uno straccio di possibilità che un giudice le dia ragione.

Perché la sera del 9 maggio è stata ospite di Piers Morgan, il giornalista britannico del celebre programma Piers Morgan Uncensored, che l’ha intervistata per quasi un’ora davanti a milioni di persone sintonizzate su YouTube.

A poche ore dall’arrivo dell’intervista, il dialogo fra Piers Morgan e Fiona Harvey, la vera Martha Scott di Baby Reindeer, aveva già 3 milioni di visualizzazioni. Il video - che potete vedere qui - continua a macinare visualizzazioni.

 

E non è un bene per Fiona, perché abbiamo assistito a un dialogo surreale. Nonostante la bravura di Morgan, stare dietro alle continue contraddizioni della donna è praticamente impossibile.

Ha negato di conoscere Richard Gadd. Poi ha detto che erano amici. Ha asserito di non avergli mai mandato le migliaia di e-mail che gli ha effettivamente inviato, prima dicendo di non avergli mai scritto e poi parlando di “un paio di e-mail”.

Ha insultato sia Gadd che Netflix, ed è facile pensare che potrebbe essere lei, ora, a finire nei guai.

Fiona Harvey ha parlato: perché?


Mi sfugge, come a molti altri, il motivo che ha spinto Fiona Harvey a esporsi così. È evidente agli occhi di chiunque - non c’è bisogno di essere un medico - come questa donna non stia bene e abbia bisogno di aiuto.

Sembrava di vedere Jessica Gunning, la straordinaria interprete di Martha in Baby Reindeer.

In alcune parti dell’intervista era impossibile non pensare che fossero la stessa persona. Così com’è molto, molto difficile credere a una sola parola delle molte pronunciate dalla Harvey.

Ha negato di avere un account Facebook (ma ce l’ha, Morgan l’ha mostrato). Ha negato di aver mai frequentato gli spettacoli di stand-up comedy, tantomeno quelli di Richard Gadd (ma poi è comparso un post del 2014, uno degli anni incriminati, in cui invitava tutti ad andare a vederlo).

Ha affermato di avere una memoria fotografica, ma poi dice di non ricordare se possiede 4 o 6 telefoni, perché le piace tenere separati i contatti sui vari telefoni. Come a molti altri, a suo dire.

Insomma: una serie di affermazioni senza senso, di bugie sbugiardate dalle immagini dei post mostrate da Morgan, di contraddizioni difficili da seguire.

L’intervistatore è stato bravissimo, del resto è un giornalista di grande esperienza, ma per chiunque altro questa intervista resta un’accozzaglia di affermazioni che si contraddicono.

Il motivo stesso per cui Fiona Harvey ha accettato di farsi intervistare forse non è poi così difficile da intuire: ha bisogno di attenzioni, quando fino al giorno prima affermava di voler essere lasciata in pace e di non voler comparire sui giornali.

Fiona Harvey è innegabilmente Martha Scott. Chiunque abbia visto Baby Reindeer prima di questa intervista non può che trarre questa conclusione.

E il fatto stesso che Fiona Harvey si sia esposta in questo modo, mostrando al mondo intero che non è in grado di raccontare una storia coerente e che è ancora piena di astio nei confronti di Gadd, non può che essere controproducente per i suoi intenti legali contro l’autore e Netflix.

Forse pensa di poterci guadagnare qualcosa, a indignarsi per essere stata associata a Martha.

Difficile comprendere come funziona la sua mente. Magari vuole un risarcimento. Sempre ammesso che oggi, dopo quanto successo da Piers Morgan, sia ancora intenzionata a far causa a qualcuno…