Big Love: un amore grande grande grande nel nuovo episodio di Ma sei Serial?

L'amore grande, grande, grande di tre famiglie in una

di Chiara Poli

Il nuovo episodio di Ma sei Serial? il podcast di GameSurf dedicato alla serie TV, ha per protagonista una di quelle grandi serie di cui, per ignoti motivi, nessuno sembra mai ricordarsi. 

Nel marzo del 2006 il network via cavo HBO, già sinonimo di qualità, trasmette l’episodio pilota di una serie che ancor prima della messa in onda è molto discussa: Big Love, storia di un poligamo mormone e delle sue tre mogli.

Basta l’episodio pilota a smentire i timori di un voyeurismo morboso sulle comunità poligame. Big Love è la storia di una famiglia fuori dall’ordinario narrata con un punto di vista assolutamente ordinario. Un punto di vista in cui tutto il mondo può identificarsi. E non a caso, il successo di Big Love diventa mondiale.

Big Love, il podcast

 

La trama di Big Love


Bill Henrickson (Bill Paxton, Twister) è cresciuto in un compound nello Utah, nella comunità mormone di Juniper Creek. La sua religione gli insegna che per ogni uomo possono esserci tante mogli, con lo scopo di creare una grande famiglia con tanti figli che vive in armonia. La realtà al compound non è esattamente così e Bill è determinato a fare del suo meglio per offrire alla sua prima moglie, Barb (Jeanne Tripplehorn, Basic Instinct), alla seconda Nicolette (Chloe Sevigny, Dogville) e alla terza Margene (Ginnifer Goodwin, C’era una volta) una vita agiata e piena di armonia. Ma le complicazioni sono sempre dietro l’angolo e le famiglie d’origine degli Henrickson non aiutano, anzi…

Una famiglia straordinaria con problemi ordinari


Il grande punto di forza di Big Love, e il segreto del suo successo, è l’universalità delle tematiche.

La famiglia di Bill, distribuita in tre case identiche e comunicanti, deve affrontare una quotidianità identica a quella di ogni altra famiglia. Litigi fra fratelli (e cugini), gelosie, invidie, piccole e grandi bugie, magari anche sul necessario per sbarcare il lunario. Provvedere a una famiglia è già un’impresa, figuriamoci quando le famiglie sono tre, e continuano ad aumentare di numero grazie ai nuovi nati.

Tutto ha un costo. La scuola, gli abiti, il cibo, i giocattoli, ogni necessità medica o personale, e tutto pesa esclusivamente su Bill.

Bill fa del suo meglio, ma la situazione è complicata. Anche perché uno dei suoi suoceri, il Profeta del compound Roman Grant (il grande Harry Dean Stanton), è il capo della comunità e ha le mani in pasta in qualsiasi attività che la riguardi. Roman è un uomo di malaffare, un affabulatore che si serve di ogni mezzo a disposizione per trarne un profitto o un vantaggio. Anche solo un favore da riscuotere in seguito.

Pericoloso, spietato e bravo a mascherare la propria vera natura, Roman finisce per asservire l’intera comunità mentre Bill lotta disperatamente per ottenere la propria indipendenza sia dal compound che da Roman.

Scacciato quando era solo un ragazzino dal terribile padre Frank (Bruce Dern), Bill ha giurato a se stesso che la sua famiglia, quella che si costruirà, non sarà mai neanche vagamente simile alla sua famiglia d’origine. Cerca di essere sempre presente per tutte le sue mogli e i suoi figli, cerca di ascoltare e soddisfare le richieste di ciascuno, fa di tutto per investire in nuove attività che gli consentano quella serenità economica fondamentale per mantenere anche l’armonia in famiglia. Del resto, si sa: i soldi magari non fanno la felicità, ma certamente aiutano.

La concretezza di Big Love, creata e prodotta da Mark V. Olsen e Will Scheffer, è il suo segreto vincente. Tutto diventa una questione pratica: non ci sono astrusi discorsi filosofici sull’opportunità di crearsi una famiglia - illegale negli Stati Uniti - con tante mogli. Niente di tutto questo, anzi. La poligamia non viene né esaltata né sostenuta: semplicemente, ci viene raccontata. Presentata nella sua veridicità, visto che prima di creare la serie i due autori hanno studiato per oltre due anni e mezzo le organizzazioni poligame mormoni degli Stati Uniti.

La fonte di ispirazione per Big Love sono le storie vere del Fundamentalist Church of Jesus Christ of Latter Days Saints (FLDS), la comunità poligama più celebre di tutta la storia americana. E il compound di Juniper Creek, quello in cui nascono e crescono Bill e Nikki, ha preso spunto da un vero compound, chiamato Short Creek e diventato celebre per l’arrivo delle forze dell’ordine a metà degli anni ’50, che sgomberarono il campo in cui la poligamia era la norma.

Solo Dio lo sa


La sigla di testa di Big Love è la canzone God Only Knows dei Beach Boys, scelta non a caso per il testo e l’atmosfera e accompagnata dalle immagini dei protagonisti, Bill e le sue mogli, che si muovono sui pattini a rotelle in una sorta di balletto che celebra l’armonia e l’idillio, tutto il contrario di ciò che la serie, estremamente pragmatica e concreta, ci presenterà negli episodi.

Prodotta per 5 stagioni, con un totale di 53 episodi, Big Love ha ottenuto un enorme consenso sia dalla parte del pubblico che della critica.

In Italia arrivò in prima visione su FoxLife 6 mesi dopo il debutto americano, dal novembre del 2006. Nonostante il gradimento del pubblico e le recensioni positive anche nel nostro Paese e, nonostante l’evidenza della sua natura non morbosa né voyeuristica, non è mai stata trasmessa dalla TV generalista.

Per fortuna, Sky on demand ci offre ancora l’opportunità di rivederla, per rivivere tante emozioni e scoprire personaggi straordinari. Di cui parliamo approfonditamente nel nuovo episodio di Ma sei Serial?