Crossover, il dietro le quinte della serie Disney tra uragani e cestisti professionisti
Che storia sportiva e umana nasconde Crossover, la serie Disney+ ambientata nel mondo del basket scolastico? Lo raccontano i protagonisti e lo showrunner Kwame Alexander.
Giovedì 30 marzo si è svolta la conferenza stampa di presentazione di Crossover, la nuova serie DIsney+ a tema sportivo e dedicata a un pubblico giovanile.
Ambientata nella comunità afroamericana di New Orleans, Crossover racconta l’ascesa sportiva di due giovanissimi fratelli gemelli, Josh e Jordan Bell. Figli di un cestista dell’NBA che fa l’allenatore scolastico, i due affrontano il campionato che deciderà il loro destino sportivo mentre la loro famiglia vive momenti di difficoltà.
Basato sull’omonimo romanzo di Kwame Alexander, Crossover arriverà su Disney+ il 6 aprile 2023 con una prima stagione da 8 episodi. Ci siamo fatti raccontare i segreti e il dietro le quinte della serie in anteprima dal cast e dagli sceneggiatori di Cross over:
- Jalyn Hall & Amir O’Neil - interpreti di Josh e Jordan Bell
- Sabrina Revelle & Derek Luke - mamma e papà Bell
- Deja Monique, Trevor Bush e Skyla I’Lece - gli amici del fratelli Bell
- Kwame Alexander - autore del romanzo e showrunner
Kwame, tu sei l’autore del romanzo da cui è tratta la serie oltre che della sceneggiatura. Com’è stato vedere la tua storia prendere vita a poco a poco e arrivare su piccolo schermo?
Kwame Alexander - Quando ho creato questi personaggi non li immaginavo come persone vere, men che meno “televisive”. Erano idee nella mia testa. È stato fantastico, ovviamente, ma anche un po’ surreale vederli prendere in vita, diventare personaggi in carne e ossa. Io nella vita sono un poeta, ma non ho parole adatte per esprimere come questa esperienza mi abbia fatto sentire.
Crossover è una storia di sport incentrata sulla pallacanestro, ma è una serie sportiva molto diversa dal solito. Ha un respiro più ampio, non trovate?
Kwame Alexander - In un certo senso sì. Non è una serie sulla pallacanestro in senso stretto. Alla fine, sin dal romanzo, lo sport è una scusa per parlare di temi molto, molto importanti per gli esseri umani.
Sabrina Revelle - C’è un altro elemento che bisogna sottolineare. Vorrei aggiungere che la comunità afroamericana e la storia del basket statunitense sono molto legate tra loro. Questo sport è spesso servito per superare difficoltà anche economiche. Ciò che rende Crossover diverso dalle altre storie sportive di afroamericani che giocano a pallacanestro è che non è inserita nella cornice classica dello sport che diventa una leva per uscire dal ghetto, se capisci cosa intendo. La famiglia Bell è benestante, non ha problemi economici. Per la nostra comunità è un approccio nuovo ed è importante che esistano anche questo tipo di storie.
Quale pensi sia il messaggio più importante che si porta dietro Crossover?
Sabrina Revelle - È una domanda difficile perché ci sono così tanti argomenti che vengono toccati dalla serie. Credo che il messaggio più importante però stia forse nel titolo, crossover: cosa fare, come reagire quando nella vita assisti a una svolta inaspettata del tuo quotidiano. Credo che proprio per le difficoltà che la famiglia Bell si trova a fronteggiare, Crossover possa parlare a tante persone differenti, senza distinzioni di etnia, nazionalità ed età.
Derek Luke - Un messaggio di Crossover che mi piace molto ricorda un po’ il mondo dello sport e un po’ il mago di Oz: serve a tutti una famiglia, una comunità con cui crescere insieme, delle persone che portino “il cuore”: in questo caso i figli.
Sabrina, Derek, voi interpretate i genitori dei gemelli protagonisti. Come è stato immaginarvi come una famiglia, nel ruolo dei genitori appunto?
Sabrina Revelle - Credo che per Derek sia stato più facile dato che è davvero padre nella vita reale, io invece non ho figli. Non ho trovato questo ruolo però così complesso. Ho sempre pensato di avere un carattere molto materno, quindi mi è riuscito facile immaginarmi in questa veste.
Derek Luke - Per me è stato un sogno che diventa realtà. Nella mia vita, quando ero giovane, ho sempre desiderato avere una figura paterna che mi guidasse. Per questo ho accettato questo ruolo: per calarmi nei panni di una guida per due giovani alla ricerca di risposte.
Essere un padre mi ha aiutato fino a un certo punto, dato che i miei figli sono ancora piccoli. Finché i figli sono piccoli tutti ti dicono “sono adorabili, ma aspetta che diventino teenager…” nella serie ho avuto un assaggio di cosa significhi (ride). Il ruolo l’ho accettato proprio perché volevo qualcuno di un po’ più grande da ispirare, in attesa di poterlo interpretare anche per i miei figli.
Parlando dei piccoli di casa Bell: parlateci di Josh e Jordan.
Amir O’Neil - È stato divertente interpretare JB, anche se lui è un ragazzo che affronta molti problemi, in primis quello dell’iperattività e della difficoltà di concentrazione. All’inizio di Crossover non sa chi sia veramente: ha nuovi rivali, una nuova ragazza, deve capire quali sono i suoi veri interessi e cosa gli piace fare nella vita.
Jalyn Hall - Filthy invece sembra aver capito tutto della sua vita: ha un piano preciso. La sua quotidianità però subisce una deviazione improvvisa a causa della salute del padre. La prima stagione per lui diventa un insegnamento: deve capire e imparare che non può essere in constante controllo della sua vita. Fatica ada accettare il cambiamento.
Come vi siete preparati, fisicamente parlando? Sapevate già giocare a pallacanestro?
Amir O’Neil - Io giocavo a pallacanestro con gli amici, i miei fratelli ma in maniera disorganizzata. Ho dovuto imparare tutte le basi tecniche. Non è stato semplice ma è stato fantastico alla fine, è uno sport meraviglioso.
Jalyn Hall - Se un anno fa mi avessero detto che avrei dovuto imparare a giocare a livello competitivo avrei riso. Alla fine è stata quasi un’ossessione, passavamo le pause pranzo e il tempo libero sul set a giocare a pallacanestro!
Trevor Bush - Ho giocato a pallacanestro per tutta la mia vita quindi è stato semplice arrivare dul set e giocare, anche se ovviamente mi sono allenato. Somiglio molto al mio personaggio anche sotto altri aspetti, per esempio per come approccia l’amicizia.
Sul set quali sono state le sfide più impegnative.
Sabrina Revelle - Essere a New Orleans durante la stagione degli uragani. Continuava a piovere, piovere e ancora piovere. Per fortuna il cast è diventato presto una piccola famiglia e ci siamo supportati.
Derek Luke - Sul set c’erano atleti professionisti che davano una mano sia a livello d’informazioni sia a livello di riprese. C’era anche Candice, questa cestista professionista. Nelle pause dalle riprese era lì che faceva tiri da tre punti, uno dopo l’altro, con sua figlia nella culla lì al suo fianco. Vedere la dedizione, la disciplina di queste persone è stato per me un grande insegnamento.