Dexter: Original Sin, l'analisi dell'episodio pilota

Non era un compito semplice, ma Dexter: Original Sin lo svolge in modo eccelso

di Chiara Poli

L’elemento più importante, in un episodio pilota, è la presentazione dei personaggi. Solo affezionandosi ai personaggi fin dal primo momento, il pubblico avrà voglia di continuare a seguire la loro storia.

Quando questa storia è già stata raccontata, e il personaggio è entrato di diritto nella storia delle serie TV, presentarlo in una veste inedita - per esempio in un prequel - è un compito arduo.

Dexter: Original Sin, su Paramount+ dal 13 dicembre, l’ha svolto in modo eccelso.

La trama di Dexter: Original Sin


Miami, 1991. Dexter Morgan (Patrick Gibson, The OA, Tenebre e ossa) studia medicina. Sta per laurearsi ma la disavventura del padre Harry (Christian Slater, Cose molto cattive), sergente della polizia di Miami, cambierà il corso della sua vita. Dexter ha infatti degli irrefrenabili impulsi omicidi, che Harry ha cercato di contenere insegnandogli “il codice”: gli ha impedito di uccidere fino ad ora ma, quando è la sua stessa vita - a vita di Harry - a trovarsi in pericolo, Dexter metterà in pratica il codice per la prima volta, eliminando una pericolosa serial killer e lasciando la prospettiva di una carriera nella medicina per entrare nella polizia scientifica di Miami e diventare un brillante ematologo. Lo lasceremo, alla fine del primo episodio, all'inizio della sua nuova vita. Quella vita che noi già conosciamo grazie alla serie Dexter, e al suo sequel, tratta dai romanzi di Jeff Lindsey.

Un episodio pilota eccellente


Tutti i personaggi, o quasi, facevano già parte della magistrale serie di Showtime creata da James Manos Jr. con Michael C. Hall. Farceli conoscere prima che diventassero le persone che abbiamo seguito per 8 stagioni non era semplice. La firma di Michael C. Hall come produttore esecutivo, la sua voce narrante esattamente come nelle altre serie del franchise e la sua presenza all’inizio hanno garantito non solo la giusta continuità, ma anche una perfetta coerenza narrativa.

Debra Morgan, interpretata da giovane da Molly Brown (Evil), è esattamente la ragazza che ci eravamo immaginati. Dexter Morgan è il giovane timido e solitario che, arrivato a vent'anni, ha ormai difficoltà a gestire il suo famigerato passeggero oscuro, quello che lo spinge a uccidere.

Quando si presenta la prima, vera occasione, gli autori di Dexter: Original Sin fanno in modo che si tratti di qualcosa di inevitabile. Ispirandosi ai molti fatti di cronaca che hanno raccontato storie simili, la serie introduce lì il personaggio di un’infermiera killer che punisce, uccidendoli senza lasciare traccia, tutti coloro che a suo parere non meritano di essere curati per lo stile di vita che hanno condotto.

Fra questi pazienti c’è anche Harry Morgan, colpito da un infarto mentre si trovava a caccia con Dexter. Dexter gli salva la vita due volte: caricandoselo in spalla per portarlo di corsa in ospedale quando si sente male e fermando l’infermiera che gli sta impedendo di guarire, uccidendolo.

La trama dell’episodio pilota di Dexter è piuttosto lineare, ma ha svariati pregi. Innanzitutto presentarci personaggi coerenti con quelli che abbiamo conosciuto. E poi approfondire la nostra conoscenza sul loro ruolo nella vita del protagonista.

Harry Morgan non è un uomo perfetto


Harry Morgan, che abbiamo sempre immaginato come una sorta di cavaliere senza macchia, che ha addirittura insegnato al figlio come incanalare verso un qualche senso di giustizia i propri irrefrenabili impulsi omicidi, è tutt’altro che è un santo. Ha commesso una leggerezza che sicuramente non si perdonerà mai e che ha distrutto la vita della sua famiglia. È stata forse quella fatale distrazione a spingerlo a portarsi a casa quel bambino che, sebbene l’episodio pilota non ce lo mostri, noi sappiamo essere stato trovato da Harry immerso nel sangue della madre.

Così facendo, Harry ha offerto al piccolo Dexter Morgan un futuro, a sua figlia Debra un fratello disposto a tutto pur di proteggerla e a se stesso una seconda occasione. Un’occasione che prende seriamente al punto di andare contro tutto ciò in cui crede - è un sergente di polizia - per garantire la sopravvivenza di Dexter. Con un breve flashback, la scelta di Harry Morgan diventa subito chiara. E indiscutibile.

I padri insegnano, proteggono, provvedono ai bisogni dei loro figli. Dexter ha bisogno di uccidere. Harry, che è un ottimo poliziotto, l’ha sempre saputo: certi impulsi non possono essere repressi. Ecco quindi che il suo celebre codice mette a punto l’unico strumento per far sì che quegli impulsi finiscano per essere in qualche modo positivi per la società. Del resto, il compito della polizia è quello di proteggere e servire…

Una nuova vita, una nuova serie, nuovi personaggi


Dexter Morgan viene circondato dall'affetto dei colleghi del padre e trova quella famiglia allargata che, incapace di stringere legami di amicizia, non era mai riuscito a costruirsi fino a quel momento. Sotto la supervisione della responsabile della sezione scientifica della polizia di Miami, Tanya Martin (Sarah Michelle Gellar, Buffy), si affaccia a una nuova fase della propria vita, affiancato da un padre che fa davvero tutto il possibile per garantirgli l'esistenza che, senza di lui, Dexter non avrebbe mai potuto garantirsi.

Senza il Codice di Harry, il ragazzo avrebbe ceduto ai propri impulsi e avrebbe passato il resto della sua vita in galera. Grazie al codice, invece, diventerà l’uomo che abbiamo conosciuto. Un uomo che il giovane Patrick Gibson interpreta nei suoi vent’anni in maniera pressoché perfetta.

Martin è un personaggio nuovo, così come il capitano Spencer (Patrick Dempsey, Grey’s Anatomy), mentre Angel Batista (James Martinez, Run All Night - Una notte per sopravvivere) e Vince Masuka (Alex Shimizu, The Terror) sono esattamente gli stessi che già conoscevamo.

Ci saranno altre novità. Altri nuovi e vecchi personaggi, nei prossimi episodi. 10, per questa prima stagione. Che già solo con l’episodio pilota ci lascia con una certezza: quello sullo schermo è il Dexter Morgan che conosciamo. E non c'è solo la “sua” voce a confermarcelo. C’è lo stesso sguardo. C’è la stessa sigla della serie originaria con i nuovi protagonisti che, fin dal primo momento, ci fa sentire “a casa”. Esattamente dove speravamo di trovarci. A fare il tifo per un serial killer che, ripulendo la società da mostri peggiori di lui, si guadagna il nostro rispetto e il nostro affetto. Entrambi merito di un protagonista carismatico, affascinante e soprattutto, a differenza di tutti gli altri assassini, consapevole della propria maledizione e determinato a cercare di trasformarla in qualcosa che migliori il mondo, anziché renderlo un posto peggiore. Missione: compiuta.