Dr. Death - Il dottore malvagio: su Sky la storia vera del chirurgo killer Christopher Duntsch
Dopo Bad Surgeon e Paolo Macchiarini, ecco un'altra imperdibile docuserie, stavolta su Sky Crime
Christopher Duntsch è nato in Montana (USA) il 3 aprile del 1971. Fin da ragazzino voleva essere il migliore. Voleva essere il più intelligente. Voleva essere il più furbo. Lo raccontano così, i suoi compagni di scuola e i suoi amici d’infanzia, nello scioccante documentario Dr. Death - Il dottore Malvagio, su Sky Crime dal 13 dicembre (con il primo episodio alle 21.55).
La docuserie di Peacock si affianca alla vera e propria serie TV in cui i mostri del sistema sanitario statunitense (e mondiale) vengono interpretati da attori celebri. Nella prima stagione della serie TV Dr. Death si racconta proprio la storia di Christopher Dunstch, interpretato da Joshua Jackson (Dawson’s Creek, Fringe). Nella seconda, Edgar Ramirez (Gianni Versace in American Crime Story) darà vita a Paolo Macchiarini. Ma prima di vedere questi serial killer della sala operatoria portati in scena da attori che tutti conosciamo, è bene conoscere bene le loro storie.
Tramite le docuserie che vengono loro dedicate, con le testimonianze dei veri protagonisti - e dei loro parenti - coinvolti nelle azioni criminali di chi aveva giurato, come prima cosa, di “non nuocere”.
Dr. Death: chi è il dottore malvagio
Laureato in Medicina alla University of Tennessee Health Science Center, Christopher Duntsch è diventato un neurochirurgo e un ricercatore medico.
Prima che la sua licenza di chirurgo venisse revocata definitivamente dal Texas Medical Board, Chris Duntsch ha operato molti pazienti. Finendo per causare gravissimi danni a 33 sui 38 operati, e per averne uccisi diversi.
Nel luglio del 2015, poco meno di due anni dopo la revoca della licenza, Duntsch è stato arrestato. Altri due anni dopo, nel 2017, è stato condannato all’ergastolo.
La sua incredibile storia, raccontata nella docuserie in onda su Sky, rappresenta "il primo caso noto di condanna penale di successo contro un medico per le sue azioni nel corso del suo lavoro”.
Se avete seguito la storia di Paolo Macchiarini nella impredibile docuserie di Netflix: Bad Surgeon sapete già che nel corso della storia, qualche medico ha fatto esperimenti sui pazienti, ha causato intenzionalmente danni irreversibili, ha mentito spudoratamente sulla natura delle proprie ricerche.
Ma Paolo Macchiarini, pur con l’incredibile coinvolgimento di medici di altissimi livello - nonché di svariate famiglie ignare l’una dell’esistenza dell’altra - ha una storia e un comportamento molto diversi dalle azioni criminali del dottor Duntsch.
Christopher Duntsch, le cui azioni hanno colpito moltissimo l’opinione pubblica statunitense, e non solo. Perché perfino nelle operazioni di routine, di fronte a casi semplici e problemi facilmente risolvibili con un piccolo intervento chirurgico, i danni causati da Duntsch hanno attirato l’attenzione delle commissioni mediche.
I colleghi che hanno lavorato con lui il sala operatoria raccontano di situazioni al limite del surreale, così come i pazienti rimasti gravemente danneggiati - ma abbastanza fortunati da essere ancora qui per raccontarlo - dalle azioni sconsiderate di Duntsch. Che ha colpito in modo irreversibile perfino il suo migliore amico, pretendendo di curare e finendo per distruggere.
Nata da un podcast di grandissimo successo, Dr. Death presenta i protagonisti della vicenda, le vittime, i colleghi di Duntsch che ne hanno denunciato le azioni criminali portando alla condanna (in particolare il collega neurochirurgo Robert Henderson e il chirurgo vascolare Randall Kirby).
Dr. Death è una docuserie che andrebbe vista, perché ci racconta tutti i segnali d’allarme che troppo spesso vengono ignorati nel campo medico. In discussione, qui, c’è l’intero sistema sanitario degli Stati Uniti.
Un sistema messo a dura prova dalla crisi degli oppioidi, efficacemente raccontata dal film Painhustlers - Il business del dolore con Emily Blunt, Chris Evans e Andy Garcia e dalle azioni criminali di medici come l’italiano Paolo Macchiarini e il dottor Duntsch.
Quando il dolore è reale
A colpire in queste vicende è soprattutto la voce delle vittime. I pazienti sopravvissuti, ma con la vita distrutta, e i parenti di chi non ce l’ha fatta. Le loro lacrime sono vere, le loro speranze sono state realmente cancellate, le promesse dei medici criminali si sono infrante contro il muro che li ha inchiodati a una condizione che non si augura nessuno - o peggio.
La mancanza d’empatia, di compassione, di semplice umana comprensione, risulta sempre più scioccante quando appartiene a qualcuno che ha giurato di fare del suo meglio per aiutare le persone a stare meglio. Qualcuno che ha giurato di curarle, e nega - anche di fronte all’evidenza - che la situazione gli sia sfuggita di mano. Il racconto di una delle anestesiste che ha avuto la sfortuna di stare in sala operatoria con Christopher Duntsch è agghiacciante.
La freddezza con cui il chirurgo rispondeva che “andava tutto bene” mentre i pazienti gli scivolavano fra le mani è qualcosa di difficile da comprendere davvero… Ma i racconti delle vittime e dei testimoni si avvicinano molto alla migliore spiegazione possibile: semplicemente, a Christopher Duntsch non importava.
Dr. Death è una serie difficile da affrontare. Così come tutte le storie di malasanità ripetuta, sistematicamente perpetrata, negata perfino di fronte all’evidenza.
Ma io credo sempre che queste storie siano importanti da conoscere. Non certo per celebrare le gesta criminali dei protagonisti, bensì per spingerci a riflettere su quanto la fortuna, anche in campo medico, faccia la differenza fra l’imbattersi in un vero medico e finire nelle mani di un ciarlatano che si trasforma, di fatto, in un serial killer. In sala operatoria.
Dr. Death ci insegna a esercitare quell’empatia che oggi, in tempi di haters e leoni da tastiera, sembra essere stata cancellata anche nelle più delicate delle vicende.
Credo che sia importante ascoltare sempre le vittime, i colleghi che si sono trovati ad assistere attoniti ai problemi causati da Duntsch, attraverso vari punti di vista che, purtroppo, nella vita potrebbero coincidere con il nostro. Soprattutto se frequentiamo con costanza e da tanto tempo gli ospedali, impariamo che possiamo vedere di tutto. Per fortuna, ci sono molti medici che hanno a cuore i pazienti, la giustizia, il senso stesso di quel giuramento di Ippocrate che li ha avvicinati alla professione medica. E sono questi i medici che denunciano, fermano, cercando di porre rimedio ai danni causati da incompetenti privi di sentimenti come il dottor Duntsch. O a mostri perfino più subdoli, che si fingono meravigliosi esseri umani affezionati ai pazienti come il dottor Macchiarini.