Gangs of Milano, cosa è cambiato nel Blocco? Intervista ai protagonisti della serie
Laura Osma, Alessandro Piavani e Andrea Dodero raccontano com’è stato tornare al blocco dopo essere cresciuti, con personaggi sempre più protagonisti in Gangs of Milano.
Li abbiamo conosciuti come ambizioni abitanti nel Blocco multietnico di Milano, dove anche loro si sono incontrati per la prima volta. Gli interpreti della serie Sky Laura Osma, Alessandro Piavani e Andrea Dodero si sono conosciuti qualche anno fa ai provini per Blocco 181, senza sapere che avrebbero ottenuto le parti dei protagonisti Bea, Mahdi e Ludo, facendo molto parlare di sé per la relazione poliamorosa che si instaura tra i tre ragazzi e le scene esplicite che li vedono protagonisti.
Da sconosciuti a coinquilini a Milano durante le riprese della prima stagione, con Laura che parla pochissimo italiano ma lega immediatamente con i colleghi Andrea e Alessandro, formando un trio unito durante la lavorazione. Trio che si ricompone dopo un anno e mezzo per Gangs of Milano.

La seconda stagione e sequel con “le nuove storie dal blocco”, in onda su Sky da questo fine settimana con 8 episodi inediti, li vede, se possibile, ancora più protagonisti. I tre infatti non sono più ragazzi giovani ambiziosi che vogliono scalare le gerarchie sociali di quartiere. Ora sono loro i responsabili di famiglie e traffici illeciti che hanno come fulcro la periferia milanese.
Bea si occupa di traffici di droga dalla Colombia sempre più importanti come socia alla pari del fratello, facendo riferimento a un gruppo di donne che le fanno da gregarie, aiutandola a piazzare la droga nel locali della Milano da bere. Mahdi si ritrova a capo del blocco con un tregua fragilissima ottenuta con la kasbah dei ragazzi pakistani. Ludovico in teoria dovrebbe essere lontanissimo dal quartiere, ma verrà riattirato nello stesso dall’impulso di farsi giustizia seguendo le logiche.
In occasione della presentazione milanese della serie, ho avuto la possibilità di farmi raccontare dai tre protagonisti com’è stato ritrovarsi dopo essere stati lontani per girare di nuovo insieme e cosa è cambiato tra prima e seconda stagione per loro e i loro personaggi.
Il ritorno di Blocco 181: i protagonisti di Gangs of Milano spiegano cos'è cambiato per Bea, Ludo e Mahdi
Gangs of Milano torna dopo tre anni dal blocco. Come è stato ritornare nei panni di questi personaggi e ritrovarli più avanti nel loro percorso di vita?
Laura Osma: Sì, loro sono cresciuti e anche noi siamo cresciuti. Scusa il mio italiano un po’ traballante.
Andrea Dodero: Figurati. A volte dico "abbiamo cresciuto", ma va bene così. (ride)
Laura Osma: Una cosa che è cambiata sicuramente dalla prima stagione, quando parlavo pochissimo la vostra lingua, è che sto imparando sempre di più l'italiano! Tornando ai nostri personaggi in questo nuovo arco narrativo è una responsabilità maggiore raccontarli. Sai, qui entra in gioco l'essere più maturi, tutti e tre ormai siano diventati adulti. E lo stesso vale per i nostri personaggi: sono un po' più adulti, hanno vissuto esperienze difficili, esperienze che tutti affrontano nella vita. Quindi sono più consapevoli, proprio come noi qui. Gli anni sono passati e le cose si sono sedimentate dentro di noi, così come nei personaggi. E anche se questa è una storia diversa, perché li ritroviamo già innamorati... beh, diciamo che questo fiore del loro amore è un po' appassito.
Alessandro Piavani: Li ritroviamo in un percorso che parla di vendetta, soprattutto vendetta personale. Ognuno di noi cerca di rincorrere i propri fantasmi. E poi, chissà, magari in futuro li ritroveremo di nuovo quell’innamorarsi no? Anche se un po’ sgualcito e trascurato, come diceva Laura.

Dato che mi hai dato tu l’imboccata, ti chiedo subito se l'aspettativa è di ritornare con una terza stagione.
Andrea Dodero: Tu hai visto la serie?
Sì.
Andrea Dodero: Io ancora no (ride), comunque sai già chi potrebbe tornare. Sì, l'aspettativa, diciamo pure la nostra speranza è quella. Poi sicuramente quella di Gangs of Milano è una storia con tinte diverse, differenti, che magari lascia spazio di tornare ad affrontare queste vicende prendendo ancora un'altra prospettiva.
Laura, volevo chiederti una cosa riguardo al tuo personaggio, che adesso vediamo quasi come un capo famiglia in questo clan tutto femminile. Beatrice ha scalato le gerarchie e si prende tante responsabilità. Questo è un ruolo che di solito purtroppo associamo ancora a personaggi più maschili, specie in questo genere del crime urbano. Com'è stato affrontare questo nuovo lato del tuo personaggio?
Laura Osma: Beh, Bea è una persona molto umana, credo. In questa seconda stagione come leader deve trovare una sua posizione e non sarà facile. Questo perché non vuole aderire a un modello di una leadership maschile, perché lei non è un uomo. Per lei la cosa più importante rimane mantenere la sua umanità e il suo essere donna e lo stesso è valso per me, come attrice. Pur trovandosi in queste situazioni molto violente, Bea è una ragazza che non pensa alla vendetta, non è focalizzata su quello aspetto, a differenza di Mahdi, per dire.
Andrea Dodero: Sono d'accordissimo! Bea è un vero capo, tu sei una leader vera, infatti. Lo dico veramente. Mahdi e Ludo sembrano un po’ “La leggenda di Al John e Jack”, alla fine sono quattro scappati di casa che inseguono questa fantomatica bendetta. Prendiamo Mahdi: è il mio personaggio che non vuole essere un leader, ma si trova costretto a diventarlo. Alle volte però nella vita di ritrovi con per le mani qualcosa di vero e Bea è una vera leader. Nella scena della macchina, in tutte le scene, è un'unificatrice, unisce e tiene in piedi il gruppo con onestà e amore.
Laura Osma: Sì esatto. Questo status “naturale” per Bea è stato difficile da trovare. Come si fa ad essere un leader con tutta questa pesantezza dovuta ai temi della serie? Come si fa a farlo facendo attenzione a rimane umani. È stato un po’ come guardare negli occhi tutte le donne che guarderanno la stagione e chiedere anche a loro: "Ma cosa facciamo?" Bea si chiede continuamente come comportarsi, anche quando si trova in situazioni che la fanno stare male.
