Good Omens 2: l’angelo Michael Sheen e il demone David Tennant sono tornati!

Fra aureole e veleni, angeli smemorati e demoni ambiziosi, Aziraphale e Crowley sono tornati: la seconda stagione di Good Omens è su Prime Video. Ecco tutto ciò che dovete sapere sulla serie

di Chiara Poli

Sono tornati, e sono più scatenati che mail. Due degli attori inglesi più amati di tutti i tempi, Michael Sheen (Masters of Sex, Prodigal Son, Il maledetto United) e David Tennant (Doctor Who, Broadchurch, Jessica Jones), hanno ripreso i panni dei loro personaggi nella deliziosa commedia fantasy firmata da Neil Gaiman, Good Omens, e tratta dal libro di Gaiman con Terry Pratchett: Buona apocalisse a tutti!

Pratchett, mancato nel 2015, espresse all’amico Gaiman il desiderio che il loro lavoro venisse portato sullo schermo, chiedendogli di scrivere personalmente la sceneggiatura. E così, è nata Good Omens.

Visto il grande successo, 4 anni dopo la prima stagione - datata 2019 - i nostri sono tornati con una nuova trama, nuovi personaggi, nuove avventure e nuove esilaranti situazioni fra Paradiso, Inferno e Purgatorio (la Terra, scelta per rappresentare il luogo dell'attesa di scoprire cosa succederà nell'eternità).

Ricchissima di citazioni e omaggi - in particolare a Doctor Who, visto che Tennant è uno dei Dottori - la seconda stagione ci ripropone anche la grande attrice due volte candidata agli Oscar Miranda Richardson (la Rita Skeeter di Harry Potter), l’ex Madame Tracy della stagione 1 ora nei panni del demone Shax.


La trama di Good Omens: stagione 1

Al convento dell’ordine delle Suore Chiacchierone, tutto è pronto: il giorno stabilito, il figlio di Satana - l’Anticristo che all’età di 11 anni distruggerà il mondo - viene scambiato con il figlio dell’ambasciatore americano. Ma qualcosa va storto, le suore combinano un guaio e l’Anticristo finisce in un paesino inglese, con il nome di Adam Young (Sam Taylor Buck, I Medici), cresciuto da una coppia di brave persone.

Ricostruendo la storia del mondo dall’istante della Creazione, l’angelo Aziraphale (Sheen) e il demone Crowley, che si conoscono fin dal principio (e prima) ci raccontano la bizzarra storia della loro amicizia segreta, della loro collaborazione nel passato e dell’impresa in cui s’impegnano, oggi, per salvare quella Terra sulla quale vivono ormai da tanto tempo, finendo per amarla. Con la discendente della profetessa Agnes Nutter, Anathema Device (Adria Arjona, Star Wars: Andor) e il discendente di uno dei più grandi cacciatori di streghe, Newton Pulsifer (Jack Whitehall, Bad Education), i nostri eroi faranno tutto ciò che è in loro potere per fermare la distruzione del mondo, pagandone le conseguenze con i rispettivamente schieramenti: il Paradiso e l’Inferno li hanno rimossi dai loro incarichi e li tengono d’occhio, in attesa del primo passo falso.

La trama di Good Omens: stagione 2

Nella seconda stagione, disponibile su Prime Video insieme alla prima, l’angelo Aziraphale e il demone Crowley (Tennant) tornano a lavorare insieme. Rinnegati dai rispettivi schieramenti proprio a causa della loro collaborazione che ha evitato la fine del mondo - e di un’amicizia che dura fin dalla notte dei tempi - vivono sulla Terra occupandosi delle loro attività finché, un giorno, l’arcangelo Gabriele (Jon Hamm, il Don Draper di Mad Men) si presenta alla libreria di Aziraphale. Nudo e senza memoria.

Da quel momento, una serie di eventi legati alla presenza di “Jim” - così hanno ribattezzato lo smemorato Gabriele - travolgeranno i due, di nuovo pronti a fronteggiare ogni minaccia come consolidato e insolito duo. Anzi: più che insolito, proibito. La prima amicizia fra un angelo e un demone ci viene raccontata attraverso una lunga serie di flashback ambientati nel passato, tutti legati alle indagini su ciò che è successo a Gabriele, tenuto nascosto nella libreria di Aziraphale mentre Paradiso e Inferno si danno da fare per monitorare la situazione e scoprire cos’altro stanno combinando l’angelo e il demone che lavorano insieme. 


Good Omens: un punto di vista inedito sull’eterna lotta fra il Bene e il Male

Sarà l’influenza umana, dopo tanto tempo passato sulla Terra per svolgere i loro incarichi, ma sta di fatto che Aziraphale e Crowley non sono il perfetto angelo e il perfetto demone che siamo abituati a incontrare nelle storie fantasy.

Il Bene ogni tanto fa un’eccezione alla regola e dice qualche innocente bugia, a fin di bene naturalmente: per aiutare il suo amico. E il Male, magari istupidito da un drink di assenzio, talvolta salva qualche vita e soprattutto qualche anima che viene sottratta all’inferno. Qui non ci sono eroi senza macchia e mostri senz’anima: tutto viene rimesso in discussione. All’inferno sono seppelliti dalle scartoffie - metafora della diabolica burocrazia che affligge il mondo intero - e in Paradiso si guardano bene dall’intervenire ogni volta che l’ineffabile piano di Dio consente loro di evitarlo.

Il piano inferiore e quello superiore si divide fra burocrati e gente che se ne lava le mani appena può, insomma.

Le riflessioni sul Bene e sul Male, su Dio - con la voce di Frances McDormand, Oscar per Fargo, Tre manifesti e Ebbing Missouri e Nomadland - e su Satana (doppiato in originale da Benedict Cumberbatch) si mescolano, ricostruendo la storia del nostro Pianeta con l’ottica di quelle sfumature di grigio celebrate dai protagonisti che caratterizzano, di fatto, ogni essere umano.f

Non esistono davvero angeli e demoni, sulla Terra, che rappresenta chiaramente il Purgatorio: ci sono persone votate al bene e altre votate al male, ma nella stragrande maggioranza dei casi, ogni persona nasconde in sé un lato oscuro e una fonte di luce. La storia della Bibbia, così come l’abbiamo conosciuta, viene ripercorsa e mostrata per quella che è davvero: una serie di episodi in cui gli uomini, immancabilmente, fanno la scelta sbagliata. A fare quella giusta, nella storia di Good Omens, sono sempre creature non del tutto umane: streghe, angeli, demoni, perfino l’Anticristo in persona. 


Good Omens e la nostra storia

Dai ladri di cadaveri nell’Ottocento alla Seconda Guerra Mondiale - con una bella schiera di nazisti da registrare all’inferno - passando per il Seicento e la caccia alle streghe: tutte le pagine più oscure della storia umana vengono ricostruite, mostrate, rese protagoniste di qualche sequenza o almeno citate. Perché se la Terra è il Purgatorio, il luogo che determinerà dove finiremo una volta passati a miglior/peggior vita eterna, allora tutte le nostre azioni vanno attentamente valutate. Magari da chi c’era, e ha osservato già una volta cosa siamo stati in grado di fare.

Alla fine, proprio per il loro ruolo in fondo marginale nelle faccende umane, gli unici a determinare il corso delle cose siamo noi umani. Il libero arbitrio diventa metafora dell’ineffabile piano di Dio e dell’oscurità del cuore dell’uomo, creato a sua immagine e somiglianza - forse - ma fin dal primo istante portato a rompere le sue regole.

Del resto sarà anche stato Crowley a strisciare nell’Eden per indurre Eva a cogliere la mela proibita, ma è pur sempre stata lei, a farlo. E con la spada di fuoco gentilmente prestata da Aziraphale, Adamo si avvia verso la creazione della vita, pronto a “evolversi” per diventare colui che distrugge la propria casa, il pianeta Terra, al solo scopo di trarne profitto.

Good Omens ripercorre le tappe della storia dell’uomo da prima che egli venisse creato, e ci dice senza troppi giri di parole che si stava molto meglio a quei tempi. Siamo capaci di scrivere opere magnifiche - sebbene Mozart, Beethoven, Bach e tutti i più grandi siano stati piazzati giù negli inferi dopo la loro morte - e siamo capaci di costruire perfette macchine di morte - con 52 nazisti di nome “Otto” da smistare in un solo giorno, con lamentele del personale infernale.

Aziraphale e Crowley lavorano così bene insieme, e sono così amici - benché si guardino bene dal dichiararlo apertamente - perché sono complementari. La loro vicinanza li influenza, trasformandoli in un perfetto… Essere umano.

Al di là dei loro poteri, certamente straordinari, sono come qualsiasi altro umano che cammini sulla Terra: sbagliano, mentono, aiutano, salvano, condannano. Sono egoisti e generosi, giusti e parziali, sinceri e bugiardi. Sono come l’essere umano medio, quello da cui pensano di doversi guardare ma da cui, di fatto, sono irresistibilmente attratti. Gli esserli umani sono un mistero ineffabile almeno tanto quanto il piano di Dio. E se l’Onnipotente lascia che ce la sbrighiamo da soli, a prescindere dal risultato, significa che la Guerra (personificata da Mireille Enos di The Killing con uno dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse) sarà quasi sempre il risultato a cui arriveremo, presto o tardi. Perfino angeli e demoni non vedono l’ora di combattere fra loro per scoprire chi vincerà, dimostrando di essere il più forte.

Aiutati, che il ciel t’aiuta

Nulla, in Good Omens, accade per caso. Nemmeno mettere Inquinamento, uno dei quattro Cavalieri, a confronto con Guerra e Carestia, ma mai a confronto con Morte (doppiato in originale da Brian Cox). L’unico Cavaliere che non potrà mai essere distrutto, altrimenti finirebbe tutto. La morte fa parte della vita. Bene e male fanno parte dell’essere umano. E nessun essere superiore arriverà mai a salvarci.

In una dozzina di episodi - 6 per la prima e 6 per la seconda stagione - Good Omens ci racconta tutto questo, ci mostra tutti i nostri limiti e ci mette di fronte a tutti i nostri errori. Con la speranza che non li ripeteremo, ma con la consapevolezza che succederà. 

Morale della favola: nessuno può salvarci, se non noi stessi. Ma probabilmente non lo faremo, perché non ci importa abbastanza. O non importa ad abbastanza persone fra noi.

Per salvarsi, infatti, bisogna volerlo. Fortemente. Perfino al punto di dar vita a inattesi risvolti, o di rinunciare a ciò che ci è più caro in nome di qualcosa in cui crediamo davvero. Con finali imprevedibili, che lasciano però sperare in un seguito.

Il lavoro di Neil Gaiman e Terry Pratchett su Aziraphale e Crowley ha coperto la trama delle prime due stagioni della serie. Il finale della seconda lascia la porta aperta a un seguito, la cui trama è anche già stata indicata dal personaggio del grande Derek Jacobi, comparso a sorpresa nel racconto. 

Finora però non ci sono conferme né smentite ufficiali sull'eventuale realizzazione di una terza stagione.

Un'enciclopedia di riferimenti e il progetto con Robin Williams e Johnny Depp


In attesa di scoprire che ne sarà di Aziraphale e Crowley, possiamo certamente dire cosa non ne è stato.

Terry Gilliam, dei Monty Phyton, ha cercato di portare il romanzo di Pratchett e Gaiman sul grande schermo per quasi 10 anni. Nel 2002 era talmente vicino da aver ottenuto la partecipazione dei due protagonisti: Robin Williams nei panni di Aziraphale e Johnny Depp in quelli di Crowley.

Se c'era qualcuno in grado di mantenere lo humour inglese del libro, quello era Gilliam. Avrebbe potuto fare grandi cose, se alla fine non fosse stato fermato dal fatto che in quell'anno, cioè un anno prima dell'uscita del primo capitolo dei Pirati dei Caraibi, a Hollywood nessuno dei principali studios voleva fare un film con Johnny Depp, ritenuto un attore ormai "finito". Il capitan Jack Sparrow avrebbe qualcosa da dire a riguardo, ma si sa: il treno è passato e Gilliam purtroppo l'ha perso.

Ci sono voluti quasi altri 10 anni perché Good Omens approdasse finalmente sullo schermo, sebbene quello "piccolo", si fa per dire, della TV.

Non essendo in grado di trovare uno sceneggiatore all'altezza, Terry Pratchett chiese a Gaiman di essere lui lo sceneggiatore dell'adattamento. Come ultimo desiderio prima di morire. Gaiman ha lavorato altri 4 anni per portare a compimento il desiderio del suo amico. 

E il risultato è sotto i nostri occhi: eccellente. Con lo stesso humour del romanzo e la stessa - anzi: di più! - quantità di riferimenti alla pop culture inglese.

Doctor Who si trova un po' ovunque: negli atteggiamenti di Tennant, che lo richiama frequentemente, nel cast (ricco di guest stars della serie, a cominciare da Sheen), nella targa dell'auto del padre di Adam nella stagione 1, che letta al contrario recita "Tardis", nella cabina del Tardis inserita in uno dei poster promozionali della stagione 2...

Ma c'è anche molto altro: citazioni da Omen - Il presagio, Il grande inquisitore, La pelle di Satana, il secondo capitolo della saga di Omen (La maledizione di Damien)... Un gioco di riferimenti che lo spettatore può divertirsi a riconoscere, mentre (ri)vede la migliore versione di Good Omens che avremmo mai potuto vedere su uno schermo che "piccolo", certamente, non è...