Grey's Anatomy compie 19 anni: le ragioni del successo, i personaggi storici, le curiosità sulla serie

In occasione del suo anniversario, dedichiamo uno speciale al medical drama dei record

di Chiara Poli

Shondaland. Si chiama così la sua casa di produzione, ma anche il mondo narrativo che ha creato. Shondaland è stata fondata da Shonda Rhimes nel 2005, appositamente per produrre il nuovo medical drama di ABC: Grey’s Anatomy. Grazie al suo successo, Shondaland ha dato vita allo spin-off Private Practice, al political drama Scandal e a tanti altre serie (Off the Map, How to Get Away with Murder, The Catch, Station 19, Bridgerton….).

Ma è con Grey’s Anatomy, il medical drama dei record, che Shonda Rhimes è diventata una delle sceneggiatrici e produttrici più potenti del piccolo schermo.

Ricordiamo le ragioni del successo della serie e qualche curiosità nel giorno del suo diciannovesimo anniversario.

19 anni, 20 stagioni


Grey’s Anatomy compie 19 anni, ma le sue stagioni sono 20. Perché è stata una delle rarissime serie la cui produzione non solo non si è fermata per la pandemia, ma ha anche inserito il Covid nella trama per raccontare gli eroici sforzi del personale sanitario negli ospedali americani.

La produzione ha donato migliaia di DPI - mascherine, guanti, camici - agli ospedali, che ne avevano un disperato bisogno. Anche così, la serie di Shonda Rhimes ha scritto la storia della TV: facendo entrare la vita reale sul piccolo schermo e facendo uscire dallo schermo ciò che serviva al mondo reale in quel momento.

Così, siamo arrivati alla bellezza di 430 episodi. Pensate di dovervi inventare 430 puntate diverse per una serie con la stessa ambientazione: ecco fatto, siete diventati Shonda Rhimes e state per diventare famosi per gli episodi speciali, gli incidenti e le catastrofi, le uscite di scena dal cast con la morte dei protagonisti. E in una serie corale, oltre a Meredith Grey (Ellen Pompeo, che alla fine ha scelto anche lei di lasciare la “sua” serie), i protagonisti sono e sono stati tanti.

A proposito, ricordiamone qualcuno. Ripartiamo dal principio.

Grey’s Anatomy ha debuttato negli Usa, sul network della ABC, il 27 marzo del 2005. In Italia è arrivata il 6 settembre del 2006 su FoxLife. Oggi la serie è disponibile su Disney+.

Sapevate che, inizialmente, Sandra Oh (che ha interpretato Cristina Yang) si era presentata al provino per il ruolo della dottoressa Bailey, poi affidato a Chandra Wilson, mentre Isaiah Washington - il dottor Preston Burke - aveva fatto un provino per il ruolo di Derek Shepherd assegnato a Patrick Dempsey?

Fra i candidati al ruolo di Derek c’era anche Rob Lowe ma, poco prima della chiusura del casting, l’attore rifiutò la parte per dedicarsi ad altri progetti.

Patrick Dempsey, invece, prima di fare il provino per Grey’s Anatomy si era presentato con convinzione alle selezioni per un altro famosissimo mdedical drama: Dr. House - Medical Division. Non per il ruolo del protagonista assegnato a Hugh Laurie, niente paura. Il futuro Dottor Stranamore non avrebbe mai potuto interpretare il burbero e geniale medico. Si era presentato ai provini per interpretare uno dei suoi assistenti, e per la precisione il dottor Chase, che come sappiamo ha poi avuto il volto di Jesse Spencer.

Isaiah Washington, invece, come sappiamo uscì di scena in seguito a un grave episodio. Personaggio amatissimo dal pubblico, il suo dottor Burke sarebbe dovuto rimanere a lungo nel cast della serie. Ma dopo la terza stagione, nel pieno del fenomeno Grey’s Anatomy che avrebbe potuto regalargli una carriera da urlo, venne licenziato dalla produzione per le sue affermazioni omofobe nei confronti del collega T.R. Knight, il George O’Malley della serie. La carriera di Washington, anziché decollare, venne affossata.

Ma presto il pubblico si dimenticò di Preston Burke, grazie allo straordinario successo degli episodi. Conditi, fra l’altro, da una colonna sonora d’eccezione. In lingua originale, infatti, i titoli di gran parte degli episodi della serie corrispondono a quelli di canzoni molto celebri, in particolare - all’inizio - canzoni dei R.E.M. e dei Beatles (A Hard Day’s Night, No Man’s Land, Save Me, Let It Be, It’s The End of the World, Losing My Religion…). I CD con le canzoni ascoltate nel corso degli episodi hanno venduto migliaia di copie, rendendo Grey’s Anatomy una delle serie più iconiche dal punto di vista della colonna sonora.

Il titolo della serie, invece, oltre a far riferimento ovviamente al nome della protagonista, cita un celebre testo di anatomia di Henry Gray, con la a: Gray’s Anatomy of the Human Body, che negli Usa compare nella bibliografia essenziale di ogni corso di laurea in Medicina. All’inizio, però, il titolo sarebbe dovuto essere molto più semplice, e con un doppio riferimento: Complications, ovvero complicazioni, indicato sia per le questioni sentimentali che per quelle mediche.

A proposito di medicina, sapevate che il nome di Mark Sloan, il chirurgo plastico interpretato da Eric Dane, è un atto d’amore verso un altro medico della TV? Fa infatti riferimento al protagonista della serie Un detective in corsia, interpretata con successo per 8 stagioni dal grande Dick Van Dyke, l’indimenticabile spazzacamino Bert di Mary Poppins.

Fino ad oggi, Grey’s Anatomy ha vinto 4 Emmy Awards: uno nel 2006 per il miglior cast, uno nel 2007 per la migliore attrice non protagonista (Katherine Heigl per il ruolo della dottoressa Izzie Stevens), uno nel 2010 per il migliore make-up e uno nel 2011 per la migliore attrice non protagonista, stavolta a Loretta Devine per il ruolo di Adele Webber.

La serie è stata premiata anche con 2 Golden Globes: nel 2006 per la migliore attrice non protagonista, Sandra Oh, e nel 2007 per la migliore serie drama.

Girata fra Los Angeles e Seattle, vanta il record con l’episodio Apocalisse (Codice nero - prima parte), l’episodio 16 della stagione 2, trasmesso negli USA il 5 febbraio del 2006 e seguito da oltre 37 milioni di telespettatori.

La serie viene girata fra Seattle e Los Angeles e negli anni ha collezionato moltissime citazioni in altre serie TV, da Nip/Tuck a Scrubs - Medici ai primi ferri, da Glee a Castle, da CSI agli immancabili I Simpson, da The Office al medical drama per definizione, E.R., che facendo un gioco di parole soprannomina un personaggio McCreamy. I soprannomi del dottor Shepherd e del dottor Sloan, rispettivamente Dottor Stranamore e Dottor Bollore, sono infatti McDreamy e McSteamy nella versione originale.

Le ragioni del successo


L’enorme successo di Grey’s Anatomy riguarda una combinazione vincente di diversi fattori, che hanno creato - soprattutto all’inizio - un’esperienza televisiva coinvolgente pensata per far restare il pubblico inchiodato allo schermo, per scoprire come si sarebbero evolute le varie situazioni.

La scelta della serie corale è stata vincente: i personaggi sono tanti, profondamente umani - nel bene e nel male - e ben scritti, cosa che rende facile l’identificazione del pubblico. Gli spettatori si sentono legati ai personaggi, fattore fondamentale per la fidelizzazione del pubblico televisivo.

Naturalmente poi c’è la trama, sempre molto coinvolgente: le tematiche sono delicate, interessanti, anche scottanti, e mescolano elementi drammatici, romance - il punto di forza della serie all’inizio - e commedia.

L’attenta scelta del cast è stata fondamentale. Sono tutti belli e giovani, come in tante altre serie, ma qui ci sono anche personaggi dall’aspetto non convenzionale, eventi piuttosto raro in altre serie dell’epoca.

Della musica abbiamo già parlato, mentre la scrittura - marchio di fabbrica delle serie di Shondaland - oltre a mescolare diversi generi ha la capacità di creare storie emotivamente coinvolgenti, che riguardano sia i pazienti che i medici.

Grey’s Anatomy è stata l’unica serie di genere medical dopo E.R. - Medici in prima linea, serie dei molti record, capace di sopravvivere tanto a lungo all’uscita di scena dei protagonisti, con continui nuovi ingressi nel cast. Certo: l’addio del dottor Stranamore Derek Shepherd è stato ritenuto da molti troppo improvviso e liquidato in fretta ma come sappiamo, in questi casi dipende sempre dalle esigenze degli attori che, a differenza dei loro personaggi, sono persone vere con esigenze reali. Molti si sono consolati con il fatto che il personaggio di Derek sia in qualche modo rimasto al centro della storia grazie alla presenza di gran parte della sua famiglia, oltre al suo grande amore Meredith: le due figlie e il figlio, l’ex moglie Addison (Kate Walsh, star dello spin-off Private Practice), la madre Carolyn, le sorelle Lizzie, Nancy, Amelia e Kathleen.

In qualche modo, in effetti, Grey’s Anatomy porta avanti le famiglie dei protagonisti, di generazione in generazione. Sorelle e fratelli prima sconosciuti inclusi.

Questo aspetto un po’ da soap opera ha fatto storcere il naso ad alcuni fan che, stremati dai continui cambiamenti, hanno lasciato dopo un certo numero di stagioni.

Cionostante, e nonostante la fine dei fasti delle prime stagioni, Grey’s Anatomy colleziona ancora oggi una media di circa 5-6 milioni di spettatori a settimana. Il che, per ora, la mantiene attiva e sempre presente in TV.