Il cast di Gli Anelli del Potere a Lucca 2022 su Sauron e il futuro della serie
Finalmente possono parlare senza timore di spoiler: è il primo incontro pubblico a livello mondiale quello che ha visto la presenza degli interpreti Cynthia Addai-Robinson, Ismael Cruz Cordova e Sophia Nomvete, tre membri del cast di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Anche loro, come i fan, hanno dovuto attendere l’arrivo dell’ultimo episodio della prima stagione per scoprire l’identità di Sauron, anche se ovviamente avevano i loro sospetti. Cruz Cordova, che interpreta l’elfo Arondir, ironizza “non avevo capito nulla”, facendo capire che i suoi sospetti erano andati nella giusta direzione da tempo, mentre Cynthia Addai-Robinson, ovvero la regina reggente Míriel, l’ha capito dopo il marito, fan dell’opera di Tolkien. Sophia Nomvete incanta tutti con qualche parola d’italiano e una presenza carismatica e spassosa, che fa capire quanto di sé stessa ci sia in Disia, moglie del futuro re dei nani Durin IV.
Ora che la segretezza non è più necessaria e il rischio spoiler è zero, il cast può finalmente raccontare una lunga, ambiziosa lavorazione che ha cambiato loro la vita. Il processo di casting di Gli Anelli del Potere è cominciato durante la pandemia, gli interpreti sono arrivati in Nuova Zelanda appena possibile per girare una serie che li ha trasformati in una grande famiglia e li ha messi a stretto contatto con una grande community di appassionati, calorosi ma talvolta sgradevoli nelle loro uscite discriminanti, come ben sa Cruz Cordova. Ecco come hanno raccontato la loro esperienza e il rapporto con i personaggi che interpretano nell’incontro pubblico tenutosi al Teatro del Giglio durante Lucca Comics&Games 2022.
Ora che l’ultimo episodio è stato trasmesso potete parlare senza timore di spoiler. Come vivete la fine della prima stagione?
Cynthia Addai-Robinson - È bello poter finalmente condividere il nostro lavoro con il mondo senza restrizioni. Questo è un progetto globale, abbiamo girato il mondo per le riprese della nostra serie. Mi emoziona sapere che Gli anelli del potere riesce ad arrivare a tante persone, tante culture e in tante lingue, diventando uno show globale.
Ismael Cruz Cordova - Io parlo italagnolo, nel senso, capisco lo spagnolo e quindi un po’ d’italiano (ride). Sono contento di essere qui con voi i fan italiani. Per noi attori questa esperienza è diventata molto più di un lavoro, molto più di uno show. La troupe è quasi una famiglia, un movimento. Mancava solo un pezzo per completare il tutto: il pubblico. Sono contento che finalmente il puzzle sia completo.
Sophia Nomvete - Allora…la mia parola preferita in italiano è “allora”, fingo i saper parlare questa lingua aprendo il discorso con un allora (ride). Siamo davvero contenti di poter parlare del nostro lavoro senza restrizioni. Noi ci laviamo da anni, abbiamo consumato quei copioni. Sappiamo che il nostro duro lavoro emoziona i fan di Tolkien e speriamo anche altre persone, nuovi fan. È stato duro tenere questo lavoro vicino al nostro cuore, senza poterlo condividere o poterne parlare, per tanto tempo. Adesso è bello avervi al nostro fianco, spettatori, persone qui a Lucca, nel nostro viaggio.
Conoscevate già l’opera di Tolkien prima di entrare nel cast di Gli Anelli del Potere?
CAR - Questa è una storia nuova per me ma ovviamente avevo visto i film, è dura pensare che abbiano ben 20 anni, sono dei classici! Ho avuto modo di leggere quello che Tolkien aveva scritto dal mio personaggio, la regina reggente Míriel, ma grazie alla sceneggiatura ho avuto la possibilità di capire chi è davvero questa donna, darle davvero vita. Questo discorso di approfondimento a tutto tondo è particolarmente vero per tutti i personaggi femminili del nostro show, che finalmente hanno piena caratterizzazione anche nei mondi di Tolkien.
ICC - Pure io sono arrivato a Tolkien con i film, da ragazzino nemmeno sapevo esistessero dei libri. Per prepararmi al ruolo sono tornato al materiale d’origine, ho letto molto, ma mi ha aiutato parecchio anche tutto il materiale visivo che esiste relativo alla Terra di Mezzo, a livello globale. Il mio personaggio è inedito, scritto per la serie, ma è figlio di un immaginario molto codificato, grazie all’amore della comunità di riferimento.
SN - La mia introduzione al mondo di Tolkien è recentissima, mi sento una nuova arrivata in questo fandom. Da giovane vidi i film con una compagna universitaria che li amava, ma avrei prestato ben più attenzione se avessi saputo che sarei finita a interpretare Disa. Ho letto tutto quello che Tolkien ha scritto sulla cultura nanica e sui loro regni, anche i riferimenti alle donne dei nani, ho lavorato tanto per mettermi alla pari con anni e anni di produzione letteraria. Il fatto che quello di Disa sia stato un ruolo ex novo mi ha dato modo di metterci tanto di mio. Almeno per ora quello che ho fatto in questo show penso sia il punto più alto della mia carriera.
Cosa c’è di voi nel ruolo che interpretare?
CAR - Quando sono stata scelta per fare la regina reggente Míriel ero in lockdown, chiusa in casa per settimane. Non sapevo cosa sarebbe successo dopo, come sarebbe stata la mia vita, ma avevo la promessa che sarei andata nella Terra di Mezzo. Posso dire che il pensiero di andare in Nuova Zelanda a girare mi ha aiutato molto a superare quel periodo. In Míriel ho messo il mio punto di vista sui leader: lei infatti è una persona sola che ha una forte responsabilità decisionale verso un popolo che vuole regnare in maniera giusta. Vuole prendere le decisioni giuste per la sua gente, ma sente che Numenor sta cambiando, sente che la pace in cui ha prosperato è minacciata dall’arrivo del male.
ICC - Ci sono tanti paralleli tra me e il mio personaggio. Gli Elfi mi ricordano molto la mia gente, io sono cresciuto a Porto Rico, sulle montagne, e le persone lì hanno un rapporto stretto con la natura. Poi ci sono stati tanti discorsi spiacevoli su quanto potessi sembra un elfo per via del colore della mia pelle, certo. Sapevo che il mio aspetto era legno per il fuoco di un certo tipo di polemiche, ma il rifiuto non è mai stata la fine di alcun viaggio o lavoro per me. Arondir deve affrontare tanti ostacoli: ama la sua donna, il suo bambino e gli umani in generale, ma dovrà correre, combattere, strisciare e lottare per quello in cui crede. Questo forse è quello che ho messo di più personale nel mio personaggio.
SN - Disa è una vera forza della natura con cui bisogna fare i conti. Io stessa sono una madre, quindi capisco l’energia che le serve per mandare avanti la famiglia e la sua dimensione domestica. È molto più di questo. È anche una donna con un dono, quello di far risuonare con la montagna con la sua voce. Trovo sia una metafora bellissima di come, con la forza di volontà, si possano muovere le montagne…letteralmente. Interpretare questo personaggio ha richiesto da parte mia d’aumentare la mia considerazione di me stessa, la mia fiducia in me. Disa è dolce, materna, ma fa attenzione agli altri, capisce gli umori dei nani intorno a lei, capisce i modi in cui le cose possono e devono cambiare per garantire un futuro al regno del marito. Io non sopporto le ingiustizie, quindi questo l’ho portato nel personaggio, che mi ha richiesto di sviluppare una mentalità più politica, diplomatica. Ovviamente sono stata aiutata da Owain Arthur, l’attore che interpreta Durin, quel vecchio brontolone di mio marito. Amo il rapporto tra i nostri personaggi, hanno una relazione paritaria. Mi sono sentita molto sostenuta in questo ruolo; da lui, dai colleghi e anche dagli showrunner.
Avevate capito l’identità di Sauron?
CAR - Sul set avevamo qualche sospetto, ma niente di certo. Il primo a capirlo è stato mio marito, che è un grande appassionato di Tolkien.
ICC - Io a dire il vero l’avevo già capito da un pezzo.
CAR - Credo che l’identità di Sauron sia un colpo di scena intelligente, che conclude la fase introduttiva dei personaggi e ci permetterà nella prossima stagione di sviluppare in modo più definito la storia. Per quanto riguarda il mio arco narrativo, ci saranno sicuramente conseguenze ora che il piano dell’alleanza con Galadriel non è andata come sperato. La speranza però rimane in fondo al tunnel. Sull’identità di Sauron, ne abbiamo parlato tra noi e poi con il suo interprete Charles Edwards mentre eravamo sul set.
ICC - Dall’inizio della stagione siamo passati dal percepire il Male nella Terra di Mezzo ad avere la certezza che sia arrivato. Questo è stato il grande cambiamento con la rivelazione sull’identità di Sauron.
SN - Lo sapete che a un certo punto c’è stato un rumor sul fatto che io fossi Sauron…ma cosa può averlo fatto pensare? Charlie…se c’è una persona che caratterialmente è lontanissima da Sauron, è proprio lui. Il che è strano, dato che in questa serie c’è molto di noi nei nostri personaggi. Direi che non c’è un grammo di cattiveria nel corpo di Charlie, che è un australiano dolcissimo e molto tranquillo. Nel regno dei nani ovviamente c’è odore di Balrog in arrivo, è l’effetto diretto di Sauron su di noi.