L’analisi dell’episodio 5 di True Detective: Night Country. Quando Danvers varca il confine
Il fuoco, il bianco, l’armatura del cavaliere per la giustizia, il grigio e l’azzurro. Ecco l’analisi di True Detective: Night Country, episodio 5
Fuoco. Il simbolo della liberazione dal peccato, anche da quello originale a cui si è soggetti in quanto esseri umani nella simbologia cristiana. La prima immagine dell’episodio 5 di True Detective: Night Country, in esclusiva su Sky e NOW e disponibile già da oggi per tutti gli abbonati, è quella del fuoco. Il fuoco in cui bruciano i resti di Julia Navarro (Aka Niviâna), di cui si prende cura un’altra donna Inupiat, con una cuffia e una maglia del colore dei capelli di Julia.
E quando la procedura, compiuta con gesti rispettosi ma decisi, finisce, l’urna con le ceneri di Julia va dritta fra le braccia Evangeline Navarro (Kali Reis). Ed è così che il penultimo episodio di questa storia ci accoglie. Con il lutto. Il fuoco. Il dolore. Ma è solo l’inizio.
La nostra bussola morale
Liz Danvers (Jodie Foster) è stata, fin dal principio, la nostra bussola morale. Quando interroga Otis Heiss (Klaus Tange), il dialogo ci viene mostrato tramite i primi piani di entrambi, ma soprattutto di Danvers. Sullo sfondo della parete azzurro intenso, lo stesso colore dei suoi occhi, Danvers sta per cambiare.
Per la prima volta da quando la conosciamo, la sua incrollabile razionalità vacilla. Quando Otis dice “Lei è sveglia”, Liz corre con la mente al suo sogno/visione. Non è più così sicura che sia tutto razionalmente spiegabile.
E l’incorruttibile Liz Danvers, capo della polizia di Ennis, valuta di portare della droga a Otis, ricoverato al Faro, pur di farsi accompagnare alle grotte ghiacciate in cui deve andare con Navarro.
È solo l’inizio di un episodio il cui finale ci mostrerà come Navarro faccia ben più che vacillare.
Varca un confine, anzi: due. Quello della legge, che infrange più volte, e quello della razionalità, perché dopo aver accettato che il caso di Annie K fosse chiuso - dopo il ricatto del Capitano Connelly (Christopher Eccleston) - lo riapre e si prepara a immergersi nelle terre oscure.
Liz Danvers ha minacciato e insultato la proprietaria della miniera, Kate McKitterick (Dervla Kirwan).
Ha insultato il suo capo (e amante), Ted Connelly.
Ha sottratto droga dalla stanza delle prove e l’ha data al povero disgraziato che viene ucciso in casa sua, da uno degli uomini di Danvers, corrotto.
La nostra bussola morale si trova in mezzo alla tempesta - metaforica e non - che mostra come Ennis sia una terra di corruzione e dubbia moralità. Hank Prior (John Hawkes) incontra segretamente Kate McKitterick e accetta di uccidere un testimone, Otis Heiss. Hank Prior canta e suona una canzone triste che parla di come Dio non esista. Hank Prior è stato raggirato come un qualsiasi imbecille da una donna che gli ha estorto del denaro fingendo di amarlo. E così, alla fine, Hank Prior confessa di aver spostato il cadavere di Annie K, subito prima di farsi ammazzare dal suo stesso figlio.
La nostra bussola morale gira come se fosse impazzita. Non trova più il Nord. Liz Danvers, che per la prima volta vediamo veramente in difficoltà - non trattiene le lacrime di fronte a Pete (Finn Bennett), che ha ucciso il suo stesso padre per salvare lei - ha vacillato e poi ha varcato il confine. Ha scelto da che parte stare, finalmente. Dalla parte di Navarro. Dalla parte di Annie K. Dalla parte delle mamme che hanno visto nascere morti i loro bambini. Dalla parte di Leah (Isabella LaBlanc), che gliel’ha raccontato. Dalla parte di quella figlia che non ha rinunciato a lei, non ancora. Nonostante Liz l’abbia fatta arrestare.
Per la prima volta nella serie, Liz Danvers indossa un giaccone bianco. Lo fa quando va al cimitero, a vedere le bare dei neonati. Perché finalmente ha scelto da che parte stare. Il bianco, il colore della purezza, coincide con il suo ruolo di madre e difensore delle madri. La razionale e incorruttibile Liz Danvers è diventata una combattente, un cavaliere della giustizia, al di là della legge che rappresenta.
Sa che Hank è corrotto. Sa che ha rubato informazioni sul caso Wheeler dal computer di Pete, sa che Pete ha capito tutto. Ne parla con lui, mettendolo in guardia dal suo stesso padre e facendogli capire - fin da quella conversazione in ufficio - da che parte ha scelto di stare.
Maschio, bianco, 43 anni
Il caso di William Wheeler fa da spartiacque, nella vita personale e professionale di Danvers e Navarro. Non è il caso di Annie K ad aver separato le due colleghe, è stato il caso di William Wheeler.
Come ormai sappiamo, Wheeler non si è suicidato. Dopo essere state chiamate una decina di volte a casa sua, per violenza domestica, Danvers e Navarro sono tornate quando era troppo tardi e Wheeler, maschio bianco di 43 anni, aveva ucciso la sua compagna.
La sua morte è il momento che influenza gran parte degli eventi successivi. Danvers è determinata a incastrare Kate e la miniera per i finanziamenti alla Tsalal, ovvero a un team di ricercatori indipendenti che falsificava i dati sull’inquinamento causato dalla miniera.
Ma non appena Ted Connelly tira in ballo il nome di William Wheeler, evidentemente ricattandola, Danvers si ferma. La conosciamo abbastanza da sapere che non protegge se stessa. E ne avremo presto conferma.
Così come avremo conferma che tutti, in questo episodio, hanno apertamente dichiarato da che parte stanno. Qavvik (Joel Montgrand) sta dalla parte di Navarro, sempre e comunque. Gli basta che torni da lui. Rose (Fiona Shaw) sta dalla parte di chiunque abbia bisogno di lei, a cominciare da Envangeline Navarro - a cui salva la vita dal ghiaccio. Leah, nonostante tutto, sta ancora dalla parte di Liz. Non ha rinunciato a lei.
Anche Pete Prior ha scelto di stare dalla parte di Liz Danvers, la sua mentore, il suo capo, la sua (dura e inflessibile) madre putativa.
La famiglia che l’ha cacciato di casa perché segue sempre gli ordini di Danvers, senza orari, non è più un punto di riferimento. Non può esserlo finché non decide da che parte stare, ma Pete l’ha deciso tempo fa. Vuole diventare bravo come Danvers - ed è sulla strada giusta per riuscirci. Vuole dare giustizia alle vittime. Vuole scoprire la verità. Anche quando la verità è la verità della famiglia, e fa male.
Pete Prior ha visto suo padre, l’uomo che l’ha tirato fuori dal ghiaccio e gli ha salvato la vita, farsi schiacciare dalla corruzione. Dalla tentazione del denaro e del potere, con il ruolo di capo della polizia che gli è stato (di nuovo) promesso. Pete Prior ha visto suo padre uccidere un testimone scomodo e minacciare il suo capo, consapevole che Pete gli avrebbe impedito di farle del male.
Nel giro di 48 ore, tutta la vita di Pete Prior è andata in pezzi. Eppure, non ha mai avuto il minimo dubbio: lui è dalla parte di Danvers. Anche quando Danvers varca il confine della giustizia. Non per la prima volta.
Liz Danvers, la nostra bussola morale, trasferisce d’ufficio il suo compito a Pete Prior. Un bravo ragazzo, dedito al lavoro e alla giustizia, che vede nel suo capo una figura materna e sa che la sua vera figura paterna non è all’altezza né di Danvers né alla sua.
Pete sa che razza di uomo sia suo padre. Ora lo sa davvero. Nonostante questo, gli voleva bene.
Ed è qui che True Detective: Night Country, fin da quella prima immagine del fuoco che avvolge le spoglie di Julia, ci vuole portare. Al momento in cui dobbiamo fare una scelta, a prescindere dalla famiglia. E da ciò che avevamo sempre creduto. E da quello che avremmo voluto fosse vero.
La cosa della ragazza va bene
Usa queste parole, Liz Danvers, per dire che l’orientamento sessuale di Leah non è un problema. Non lo è mai stato, non per lei. L’unico problema, per il quale usa altre parole poco appropriate, è che è “diventata una di quelle pazze estremiste”.
Abbandonata da Sheri (Eloise Thomas) nel momento del bisogno, Leah ha deciso da che parte stare, come tutti in questo episodio. E l’unico, vero motivo per cui Danvers non approva il suo comportamento è lo stesso per cui non vuole che Leah abbia il tatuaggio sul mento: non vuole che finisca come Annie K, e non può evitare di rivedere la vittima in sua figlia. Fa di tutto per allontanarla dal mondo di Annie K, fino a quando non capisce che l’unica, vera assicurazione perché Leah resti al sicuro è risolvere l’omicidio della stessa Annie K.
Se Hank ha spostato il corpo, ed è in combutta con la miniera, la miniera c’entra con la morte di Annie.
E in mezzo a una tempesta di categoria 4, l’unico evento atmosferico che cancellerà le loro tracce, Liz Danvers accetta di far sparire due cadaveri e simulare un incidente, di andare alle grotte con Navarro e di lasciare che sia Pete Prior a ripulire tutto.
Perché la cosa della ragazza va bene: a Liz Danvers non interessa esprimersi in modo politicamente corretto, non le è mai interessato. Non a caso, è un vulcano di parolacce e imprecazioni.
A Liz Danvers, l’unica cosa che non va bene, è che la ragazza (Leah) e tutti gli altri (i bambini) non siano al sicuro nella sua città. Perché quella è la sua città.
La città legata alla Tuttle e come visto nell’analisi dell’episodio 2 il culto di Tuttle era parte della trama della stagione 1, legandosi al Re Giallo, Hastur, venerato appunto dal culto di Tuttle.
E quando l’autopsia di Anchorage, facilmente grazie alle indicazioni di Connelly, determina che è stato un evento atmosferico a uccidere gli scienziati, Liz capisce di non avere più alternative.
Il richiamo all’evento reale che ha ispirato la trama di Night Country - la valanga che uccise 9 ricercatori al passo di Djatlov - non convince Liz così come non convince noi.
Il freddo uccide, sì, ma non terrorizza.
Liz Danvers è un’investigatrice troppo brava e scrupolosa - sebbene non avesse calcolato che Wheeler era mancino - per lasciarsi intimidire da una città corrotta.
Decide di sfidarla, indossando la sua armatura bianca e infrangendo tutte le regole necessarie per arrivare alla verità.
Grigio e azzurro
Ne avevamo parlato nell’analisi del primo episodio: l’azzurro, colore dominante anche in questo episodio, era per gli antichi egizi il colore della verità ma anche della morte. Rappresenta il freddo, ma anche - come avevamo visto - la perdite dei confini netti fra il mondo della vita e quello della morte. Fra naturale e soprannaturale. E questo colore può tornare solo ora, quando anche Liz Danvers ha accettato di aver sentito davvero quelle parole: “Lei è sveglia”.
Le indicazioni date dall’amico di Qavvik sulla spirale disegnata sulla pietra ci portano dritti alle grotte nel ghiaccio. Finalmente è ufficiale: la spirale è il simbolo di quelle terre oscure che si nascondono sotto la superficie. Le terre oscure in cui Annie K è stata ammazzata, e poi portata altrove, le terre oscure che costano la vita a Otis Heiss - dopo un occhio ed entrambe le orecchie - le terre oscure che sono immerse nell’azzurro del ghiaccio e nel nero dell’oscurità.
Ma in contrapposizione all’azzurro, stavolta c’è il grigio. Le pareti del bagno di Danvers, in contrasto con la felpa azzurra di Otis Heiss. Le pareti d’acciaio degli uffici della miniera, in contrasto col sottogiacca di Kate, la felpa di Pete.
In True Detective: Night Country, lo vediamo ogni settimana, i colori non sono mai casuali.
Il grigio è composto in parti uguali dal nero e dal bianco. Nella simbologia cristiana rappresenta la resurrezione dei morti. La sfera celeste rappresenta il mondo, la natura. Il grigio rappresenta l’uomo, al centro del mondo cromatico. L’uomo appartiene alla natura, in teoria. Ma il contrasto fra l’azzurro e il grigio lo determina come un elemento separato dalla natura. Quasi un suo nemico.
E in una storia di corruzione, inquinamento mortale, soppressione delle prove e dei testimoni, questo contrasto finisce per simboleggiare la lotta stessa della natura contro l’uomo. E viceversa.