L’ora del mistero: su Prime Video è disponibile la serie di culto del 1984 della Hammer Films
Su Prime Video è disponibile L’ora del mistero, la serie di culto dalle atmosfere horror e soprannaturali del 1984 prodotta dalla Hammer Films
Prime Video l’ha inserita nella categoria “serie TV europee”, ma sarebbe stato più azzeccato creare la voce “classici cult” da dedicarle. Perché L’ora del mistero, serie inglese del 1984 firmata dalla celebre Hammer, la casa di produzione che ci ha regalato tanti horror di culto, fra cui i film con Christopher Lee e Peter Cushing, è davvero una chicca per appassionati. Con tanto di scene inedite in lingua originale.
La qualità non è eccelsa: l’audio è spesso disturbato, ma per chi la conosce sarà un gradevole ritorno al passato e per chi non l’ha mai vista lo sforzo di comprendere i dialoghi con i rumori di fondo sarà ben ripagato.
Già (ri)vedendo il primo episodio assisterete all’incursione di Dirk Benedict, il mitico Sberla dell’A-Team, in una storia di voodoo, magia, truffe e omicidi.
Hammer House of Mystery and Suspense: L’ora del mistero
Il titolo originale fa appositamente riferimento alla Hammer, popolarissima in Gran Bretagna. Nel titolo italiano il nome della casa di produzione di horror più famosa dell’epoca - insieme alla Universal Pictures - scompare, ma gli appassionati giù all’epoca sapevano di cosa si trattasse. Ovvero di una serie antologica voluta da maestri della Hammer per elaborare, con attori e personaggi sempre diversi, una sorta di risposta alla celeberrima Alfred Hitchcock Presenta ( e L’ora di Hitchcock).
A differenza degli episodi introdotti dal Maestro del Brivido, però, L’ora del mistero puntava su trame e messa in scena decisamente più orientate al genere horror e al thriller che al giallo, come recitavano gli spot dell'epoca. Ma oggi l'aspetto fantasy e soprannaturale appare quello predominante, in una ideale incarnazione del Male.
Si tratta infatti di un sequel ideale di Hammer Hous of Horror, la serie TV del 1980 con tante storie dell’orrore.
La serie venne prodotta per una stagione formata da 13 episodi, tutti autoconclusivi.
Il tema del paranormale, del thriller soprannaturale e dell’orrore psicologico fanno da fil rouge alle 13 storie - e non sono 13 a caso: la serie prende bonariamente in giro la superstizione americana sul numero 13. E Jason Vorhees, protagonista della saga di Venerdì 13, aveva gà fatto il suo debutto sul grande schermo.
Le trame degli episodi variano dall’imbattersi di operai durante dei lavori in un antico culto satanico ai viaggi nella Praga comunista con la scomparsa delle persone, passando dall’indimenticabile storia di un uomo condannato per l’omicidio della moglie che torna indietro nel tempo, al momento della morte della donna.
L’episodio con Dirk Benedict che apre la serie - Il marchio del diavolo - racconta la storia di un giocatore d’azzardo braccato dal gangster a cui deve un mucchio di soldi. Il suo piano è sposare una donna molto ricca, ma prima di riuscirci uccide, per rapinarlo, il titolare cinese di un banco dei pegni e di un negozio di tatuaggi. Da quel momento, sul suo corpo inizia ad apparire un tatuaggio, che diventa sempre più grande…
Ma i due episodi migliori sono sicuramente quelli più “horror” della stagione, legati da una trama non troppo diversa.
Il primo, Salto nel tempo (l’episodio numero 5 su Prime) racconta la terrificante storia di una coppia di sposi che si ritrova imprigionata in ciò che appare come una ripetizione dell’oscuro evento accaduto in passato nella stanza in cui alloggiano.
L’episodio numero 12, intitolato Un gioco da bambini, racconta una storia simile: della legata a una casa infestata. Al risveglio, infatti, una famiglia si ritrova prigioniera nella propria abitazione, con tutte le finestre e le porte bloccate da muri impenetrabili.
Il tema dell'esistenza del Male, sia esso rappresentato dal diavolo o da un marchio che le azioni malvagie lasciano perfino sulla pelle, richiama il bisogno di attribuire a un'entità oscura la responsabilità - o la prova - degli orrori commessi dagli uomini. L'ora del mistero, in un certo senso, lungo tutti i suoi episodi mette in scena una rappresentazione della natura oscura dell'uomo, attribuendole un'origine soprannaturale che porta all'immancabile punizione dei malvagi.
L’ora del mistero: l’inconfondibile stile degli anni ’80
L’intento della Hammer di lasciare il segno, rendendo questa sua seconda serie TV riconoscibile come un prodotto del suo ingegno, si esprime tramite lo stile visivo. L’uso del colore e della colonna sonora, l’alternanza di primi piani e dettagli, il ritmo narrativo che va in crescendo… Tutto ricorda i classici horror inglesi che la Hammer produsse fra gli anni ’50 e gli anni ’70, sebbene il ritmo narrativo sia quello tipico dei telefilm degli anni ’80.
L’impronta stilistica è immediatamente riconoscibile da parte degli appassionati, ma devo avvertirvi: il ritmo narrativo è appunto quello degli anni ’80. Ben diverso dal linguaggio visivo contemporaneo. Se vi accostate a questo classico per la prima volta, dovrete avere pazienza e apprezzare il crescere della tensione in modo lento e calibrato.
Anche il cast vi regalerà tante sorprese. Sul set dei 13 episodi della serie si sono alternati grandi nomi di piccolo e grande schermo: David Carradine (Kill Bill, Questa è la mia terra), Dean Stockwell (star di Quantum Leap accanto a Scott Bakula), David McCallum (sì, il futuro Ducky Mallard di NCIS, attore molto amato che abbiamo perso proprio quest’anno), Peter Graves (il Jim Phelps di Missione: Impossibile in TV), Susan George (protagonista di quel capolavoro che è Cane di paglia di Sam Peckinpah), Shirley Knight (Qualcosa è cambiato), il già citato Dirk Benedict e tantissimi altri.
La popolarità de L’ora del mistero non raggiunse mai quella di Racconti del brivido (ceto il titolo italiano di Hammer House of Horror) perché la scelta di puntare più sul thriller paranormale che sull’horror puro, come dicevamo, ne ha fatto una serie di più difficile comprensione per il pubblico dell’epoca.
Ciononostante, per tutti gli appassionati del genere resta un titolo cult. Apprezzato sia all’epoca - rappresentava una novità nel panorama del thriller televisivo - ma soprattutto in seguito, quando i telespettatori avevano sviluppato un grande interesse per tutto ciò che riguardava il mistero e il soprannaturale anche in TV.
Ecco perché L’ora del mistero rappresenta una tappa importante nella storia dell’horror britannico, con le sue atmosfere gotiche e spesso costruite attorno alla superstizione, all’esistenza del diavolo, del maligno, di tutto ciò che solo “la vera fede”, come dice il prete nel confessionale a Dirk Benedict nel primo episodio, può contrastare.