Ray Donovan è su Paramount+: perché (ri)vedere la serie con Liev Schreiber

Ray Donovan: una serie imperdibile per gli appassionati di qualità

di Chiara Poli

Ray Donovan è una gran serie. Da poco disponibile su Paramount+ con le prime 4 stagioni, ci racconta le vicende di Ray Donovan (Liev Schreiber, Scream), un potente consulente per problemi personali.

La sua è una saga famigliare, perché al centro c’è la famiglia di Ray, di origine irlandese mai dimenticata e al tempo stesso profondamente radicata nel sud di Boston.

Sette stagioni, prodotte fra il 2013 e il 2020 per il network Showtime e un film (datato 2022). Dietro le quinte, come creatrice della serie, Ann Biderman: la sceneggiatrice di Schegge di paura, Copycat - Omicidi in serie e Il senso di Smilla per la neve nonché creatrice della fortunata serie Southland. Una donna che inventa e scrive perlopiù storie di uomini… E lo fa in maniera sublime.

La trama di Ray Donovan


Ray, dicevamo, è un consulente per problemi personali. In sostanza è un “risolutore”: si occupa di risolvere, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, situazioni illegali o imbarazzanti per ricchi e potenti personaggi della Los Angeles che conta. La sua professione lo porta spesso ad affrontare casi delicati, dal ricatto sessuale alla violenza domestica, passando addirittura per omicidi e scandali politici.

Nonostante il suo lavoro, molto ben pagato, lo porti a vivere in un mondo di lusso e privilegi, Ray proviene da un ambiente molto diverso. È nato a South Boston, in una famiglia di immigrati irlandesi con una storia segnata dalla povertà e dalla criminalità.

La famiglia di Ray è un elemento fondamentale della narrazione. Sua moglie Abby (Paula Malcomson, Deadwood) e i loro due figli, Conor (Devon Bagby, Last Night on Earth) e Bridget (Kerris Dorsey, Brothers & Sisters), cercano di condurre una vita normale nonostante le attività poco ortodosse del padre. Tuttavia, la famiglia è costantemente minacciata dalle conseguenze del lavoro di Ray e dal suo passato.

Il fratello di Ray, Terry (un eccezionale Eddie Marsan, Vera Drake, The Gentlemen), soffre del Morbo di Parkinson e gestisce un palestra di boxe. L’altro fratello, Bunchy (Dash Mihok, Deep Water), è un alcolizzato con tendenze suicide a causa del terribile trauma subito da bambino. Infine c’è Mickey Donovan (Jon Voight, Mission: Impossibile), il padre violento e criminale della famiglia, che viene rilasciato di prigione nella prima stagione e si trasferisce a Los Angeles, creando ulteriori tensioni.

Una saga famigliare con personaggi complessi e temi importanti


La serie, che ruota attorno al protagonista di cui porta il nome, come abbiamo visto presenta una vasta schiera di personaggi, tutti molto ben caratterizzati. Ray Donovan ha ricevuto ampi consensi dalla critica per le maestose interpretazioni, la sceneggiatura profonda e mai scontata e quell’atmosfera cupa e intensa che permea ogni episodio.

Ray Donovan esplora una serie di temi profondi e complessi, a cominciare dal tema dell’identità e della doppia vita, derivato dal fatto che Ray è costretto a mantenere una separazione netta tra la sua vita familiare e il suo lavoro, creando una sorta di doppia identità. In casa è molto diverso da come lo conoscono i suoi clienti, le cui esigenze a volte lo costringono addirittura a scegliere fra la lealtà a loro e la sicurezza della propria famiglia.

Ma il tema principale della serie, indubbiamente, è quello che della redenzione. Il fil rouge che legga i personaggi è il tentativo di redimersi per i propri peccati passati, ma il concetto di perdono è sempre messo in discussione, a prescindere da quanto il responsabile di determinate azioni sia disposto a fare per rimediare. Il perdono, in Ray Donovan, è merce estremamente rara. Più spesso, viene sostituito dalla vendetta.

In un ambiente in cui corruzione e potere si mescolano in una Los Angeles moralmente decadente Ray Donovan mette in scena una trama complessa in cui tante storie s’intrecciano. E lo fa con un ritmo volutamente lento, perché permette agli autori di esplorare in profondità i personaggi e tutte le loro emozioni.

Da ieri a oggi


Per conoscere davvero un personaggio, si sa, dobbiamo sapere tutto della sua storia. Quindi del suo passato. In Ray Donovan si usa in modo estremamente efficace lo strumento del flashback: la serie adotta una fotografia cupa e realistica, che unisce presente e passato in quell’atmosfera pessimista che riflette, di fatto, il cinismo della visione di Ray nei confronti del mondo e della vita in generale.

Ma non pensiate di andare incontro a una serie triste, anzi: non mancano una massiccia dose di dark humour e momenti di inattesa tenerezza, che spezzano la tensione emotiva e aggiungono tante sfumature al tono della narrazione.

La complessità delle relazioni famigliari è il centro nevralgico del reattore di emozioni in Ray Donovan.

Tutti i fratelli Donovan hanno subito dei pesantissimi traumi e hanno reagito a modo loro. A dimostrazione di come, nella stessa famiglia e con la stessa educazione, ci siano tanti modi per rispondere a un’aggressione fisica o emotiva in un’età che determinerà la persona che diventerai una volta adulta.

Ecco di cosa si occupa, in definitiva, Ray Donovan: di tutti questi modi. Di tutte le reazioni umane di fronte alle difficoltà. Di come, a dispetto della cultura, dell’educazione e del luogo in cui si nasce, la gamma delle possibilità sia sempre e soltanto una: quella che accomuna tutti gli esseri umani.

In questo senso, tutto - dinamiche relazionali disfunzionali, violenza domestica e problemi di dipendenze - diventa una reazione a qualcosa. Per comprendere davvero le persone bisogna capire a cosa reagiscono, non come. Ciò che segue, dalle scelte di vita apparentemente incomprensibili ai comportamenti inaspettati, non è che una conseguenza di questo. Il peso del passato sui personaggi presenti è “il” tema, perché dimostra che sono gli eventi precedenti a influenzare sotto ogni aspetto le nostre vite.

L’eredità di Ray Donovan


Il 2013 sembra relativamente vicino, ma dal punto di vista della narrazione televisiva è incredibilmente distante: ne è passata, di acqua sotto ai ponti. Anche grazie a Ray Donovan.

La serie di Showtime ha contribuito molto a consolidare il trend delle serie TV di alto livello (produttivo, realizzativo, contenutistico) con protagonisti degli anti-eroi dalle storie complesse.

Ha influenzato la rappresentazione di personaggi problematici e moralmente ambigui nelle altre serie TV, dimostrando anche il successo commerciale di serie con tematiche mature e contenuti espliciti. Perfino quando riguardano temi scottanti come la religione.

Ray Donovan, come dimostra la sua longevità, ha lasciato un segno duraturo nel panorama televisivo contemporaneo, e rimane una delle serie TV più apprezzate degli ultimi 2 decenni. Da vedere, insomma. Imperdibile.