Sex Education
Diciamoci la verità: l’adolescenza fa schifo. Se non si ha la fortuna di essere belli, estroversi, intelligenti e simpatici, sopravvivere agli anni più formativi (così dicono) della nostra vita è dura, durissima, in mezzo a quella giungla sociale che è il liceo. Prendi bei voti! Fai sport! Suona almeno uno strumento! Non frequentare cattive compagnie! Esci di più! Però, stai troppo fuori casa! E il/la fidanzatino/a, non ce l’hai? Ecco. Vogliamo parlare anche delle difficoltà amorose, in tutto questo? Etero o omosessuale, rapportarsi con chi ti manda il sangue al cervello (ed anche in altre zone) è sempre sinonimo di disagio e figuracce. In Italia dire “Educazione Sessuale” nelle scuole è come dire “Sacrifico i miei figli a Satana e ballo nuda nei boschi” quindi quando abbiamo visto Sex Education su Netflix ci siamo domandati: ma quanto sarebbe stato più facile affrontare tutto quello schifo adolescenziale se avessimo avuto un Otis a portata di mano?
Dagli alieni alle guide sull’auto-stimolazione
Può una serie che parla di sesso non iniziare con una scena di sesso? Può questa scena essere convenzionale e banale? Certo che no, stiamo parlando di Netflix dopotutto! Ecco quindi la prima lezione ragazzi e ragazze: anche gli uomini fingono l'orgasmo. Pensavate non potesse accadere? Beh, benvenuti a Sex Education! Questa non sarà l'unica cosa che imparerete sul sesso (e su voi stessi, chissà) da questa serie tv. Perciò mettetevi comodi e prendete appunti, l'interrogazione è fissata per il 25.
Attendevamo con ansia questa serie non solo per la componente sessuale - un titolo così avrebbe incuriosito anche suor Clarissa - ma soprattutto per la presenza di Gillian Anderson, la nostra adorata Scully di cui sentivamo tanto la mancanza. Eccola dunque nei panni di una aitante e senza pudore (per fortuna) terapista del sesso che cerca di capire come mai il suo dolce e amorevole figlio adolescente non riesce a masturbarsi. Otis, interpretato da Asa Butterfield (Il Bambino con il Pigiama a Righe, Hugo Cabret, Miss Peregrine), dal canto suo, cerca in tutti i modi di non attirare l'attenzione su di sé. Né quella dell'invadente mammina, né dei bulli che popolano la scuola né quella della ragazza che gli piace, Maeve (Emma Mackey). Eppure, sotto sua insistenza finirà per dispensare consigli sentimentali e sessuali a mezza scuola, incoraggiato anche dal suo migliore amico Eric (Ncuti Gatwa). Tra pasticche di viagra, epidemie di clamidia, masturbazione, lezioni di fellatio e vaginismo, il giovane Otis si destreggia con impacciata saggezza tra i problemi degli altri, cercando così di capire i suoi.
Al diavolo Freud
Per creare qualcosa di giovane, fresco e al passo coi tempi, l'ideatrice Laurie Nunn si è avvalsa dei consigli della sessuologa Alix Fox, una vera forza in Inghilterra. Per questo motivo un po' ci stupiamo del bollino rosso VM18 con cui è stata etichettata la serie. Sex Education parla di e per 16enni che, come sentiamo spesso dire, se non ricevono risposte alle loro domande potrebbero cercare queste risposte online, un luogo magico e meraviglioso certo, ma non sempre famoso per la sua trasparenza. In questa serie vengono infatti affrontati tantissimi temi - non solo sessuali - che stanno a cuore in primis agli adolescenti. Bullismo e cyberbullismo, coming out, amicizia, tradimenti... focalizzando l'attenzione ogni episodio su di un "problema" diverso, un personaggio diverso, accompagnando lo spettatore nella crescita emotiva dei vari protagonisti, rendendolo testimone dei loro momenti più imbarazzanti, delle loro vittorie e delle loro sconfitte che, in fondo, sono un po' anche le nostre. Difficile infatti non immedesimarsi in uno - o più! - di questi ragazzini e ragazzine fragili e coraggiosi, desiderosi di affacciarsi alla vita e godere dei loro migliori anni il più possibile. In tutti i sensi.
Tutto questo, unito allo stile un po' anni '80, la colonna sonora più che azzeccata e i dialoghi pungenti e divertenti, rendono Sex Education un prodotto di punta che non deve mancare nella vostra "lista di cose da vedere". "Al più presto". "Tutta d'un fiato". Oh, non ringraziateci.