Sherlock

Sherlock Holmes é il detective più famoso al mondo. Nasce dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle alla fine del XIX secolo, più precisamente nel 1887, quando fece la sua prima apparizione nel romanzo “Uno studio in rosso”. Insieme al suo fidato compagno d'avventure John Watson, medico reduce dalla guerra in Afghanistan, é protagonista di numerosi gialli e misteri, che risolverà con il suo incredibile intuito ed innate capacità deduttive. Nel corso degli anni il personaggio di Sherlock Holmes ha ispirato numerosi e variopinti adattamenti: dai videogiochi, ai fumetti e persino manga/anime (ricordate tutti il Detective Conan di Gosho Aoyama, vero?). Poteva forse mancare una nuova trasposizione sul piccolo schermo? Certo che no, e questo lavoro della BBC stupisce e “rinnova” lo Sherlock che tutti noi conosciamo, trasportandolo ai giorni nostri in mezzo alla tecnologia e ai social network.



Detective a colpi di Smartphone




Ideato e prodotto Steven Moffat e Mark Gatiss, la prima puntata andò in onda il 25 Luglio 2010 su BBC One, per poi arrivare in Italia solamente a Febbraio 2011. La trama é semplice: il dottor John Watson, rientrato a Londra di recente dopo essere stato stanziato in Afghanistan per diversi anni, é alla ricerca di un coinquilino per minimizzare alcuni costi e – tra tutti – si troverà a dividere un appartamento con Sherlock Holmes, eccentrico ed insofferente genio del crimine (nel senso che li risolve, gli omicidi, non che li compie, eh!). questa insolita unione li porterà a stringere una forte amicizia e risolvere diversi delitti, grazie al sostegno ed aiuto reciproco.

Sia Moffat che Gatiss hanno lavorato insieme sul set del Doctor Who, serie in cui Gatiss ha anche partecipato come attore (come del resto accade in Sherlock, dove interpreta Mycroft Holmes). Moffat ha vinto un Emmy Award per l'episodio 3x03 “L'ultimo Giuramento” mentre l'intera serie si é aggiudicata un BAFTA come miglior serie drammatica.



Ogni stagione (fino ad'ora ne possiamo contare tre) é composta da tre episodi della durata di 90 minuti. Inzialmente ogni caso si ispirava ad un romanzo od un racconto di Sir Conan Doyle, rivisto solo in alcuni dettagli (“Uno studio in rosso” é diventato “Uno studio in rosa”) e adattato all'epoca moderna, quindi comprendente l'uso di cellulari, internet, computer, ecc, ecc. D'altronde Sherlock Holmes é un uomo d'ingegno che usa e sfrutta tutto ciò che lo circonda per risolvere il mistero che si trova davanti, ad ogni costo. Servirsi della metro e di un GPS non ci sembra poi tanto strano in fin dei conti.
Successivamente poi però sono state creato avventure ad hoc intorno ai personaggi che noi tutti conosciamo bene. Sherlock si é ritrovato così a dover risolvere parecchi casi ma anche a fronteggiare quello che verrà da lui stesso considerato il suo acerrimo nemico e rivale: Moriarty.
In lingua originale, questa serie rende ancora di più.


Lo Sherlock che ci troviamo davanti é sì geniale e intelligente, ma anche cinico, egocentrico e terribilmente sociopatico, ed il termine non é assolutamente un'esagerazione. Se non aiutasse Scotland Yard probabilmente sarebbe già dietro le sbarre da parecchio tempo. Insomma, uno di quei personaggi (come il Dr. House) acutissimi e insopportabili, quasi snob, ma che allo stesso tempo amiamo alla follia, affascinati e rapiti dalle loro menti contorte e irresistibilmente intriganti.



Ma parliamo del cast eccezionale. Nei ruoli di Sherlock e John troviamo Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, due attori di fama mondiale con ottime capacità recitative e quell'essere “british” che li rende perfetti per i loro ruoli. Nonostante – ammettiamolo - i loro numerosi impegni rallentino la produzione della serie, non si potevano trovare due interpreti migliori di loro: la chimica tra i due é palpabile e contribuisce a rendere questa serie una vera gioia per occhi e orecchie, in un continuo battibecco o scambio di battute al limite tra la comicità, l'affetto e l'insofferenza reciproca. Piccola curiosità: anche Matt Smith, noto per aver interpretato l'undicesimo Doctor Who, aveva fatto l'audizione per il ruolo di un altro Dottore, Watson appunto, ma a quanto pare non era scattata la scintilla.

I am Sherlocked




Come ogni serie di qualità che si rispetti, Sherlock é entrata in fretta nella cultura pop europea e nel cuore di uno spropositato numero di fan. Il merchandise é fatto di poster, mug e spillette certo, ma ciò che colpisce é il “fan-girling” (chiamiamolo così) che ruota attorno ai personaggi di Holmes e Watson, e che li vede protagonisti di tenere ma disperate storie d'amore in fanfictions e fan art. Sebbene Moffat abbia (anche recentemente) sottolineato che né John né Sherlock sono gay, provateci voi a convincere un (massiccio) gruppo di fan con gli occhi a cuoricini e la mensola piena di yaoi…



Insomma, quella che ci troviamo davanti é un'altra ottima serie inglese, che ci regala delle chicche sia a livello visivo – gli SMS ad esempio compaiono direttamente nella scena, accanto al protagonista, così come gli indizi che Sherlock nota nei suoi interlocutori mentre li osserva – sia a livello di emozioni e coinvolgimento: Mr. Holmes saprà farvi ridere, sospirare e sussultare davanti alle incredibili avventure che vivrà insieme al suo inseparabile coinquilino del 221b di Baker Street, e tutto il variegato contorno di personaggi – amici o nemici – che gravitano attorno a loro.