Speciale American Horror Story
Anche per Ryan Murphy vince in revival degli anni '80
Da giovedì 7 novembre alle 21.25, torna su Fox (112, Sky), American Horror Story con una nuovissima stagione intitolata 1984. Al contrario delle altre stagioni, che avevano una media di 12 episodi, questa stagione sarà composta da solo 6 puntate. Con la messa in onda della 6° la serie arriverà alla sua 100° messa in onda.
Alcuni fan della serie avevano ipotizzato che il tema potesse essere qualcosa in stile Orwelliano, ma le loro aspettative stanno per essere deluse dal fatto che le nuove puntate, create per omaggiare film come Venerdì 13 o Nightmare, rimarcano quell’ondata di revival degli anni ‘80 che ormai sembra essere perenne sia nel piccolo che nel grande schermo.
Ryan Murphy e Brad Falchuk hanno deciso di portare gli spettatori all’interno del campo estivo di Redwood, luogo in cui nel 1970 uno degli uomini che si occupava della manutenzione fece mattanza di tutti i ragazzi che vi stavano passando l’estate. Il tintinnio delle chiavi, che segnalava il suo passaggio, gli fece acquisire il soprannome di Mr. Jingles (interpretato da John Carroll Lynch, presente nelle cast delle altre stagioni come Twisty il clown e come il serial killer John Wayne Gacy); se vi sembra familiare sappiate che questo pericoloso serial killer ha lo stesso nome del topolino de “Il miglio verde”. L’unica sopravvissuta al massacro del 1970, Margaret Booth (Leslie Grossman), decide di riaprire, quattordici anni dopo, il campo per poter accogliere nuovi ragazzi e far conoscere loro la parola del signore.
Torna in scena Emma Roberts interpretando, Brooke Thompson, il tipico stereotipo dei film horror degli anni 80 della vergine che riesce a scappare alla morte grazie alla sua innocenza; al suo fianco vi è Billie Lourd nei panni di Montana Duke, un personaggio stratosferico che fa dell’ironia e del cinismo la sua arma riuscendo a incarnare una donna dalla forte presenza scenica. Anche in questa stagione, Murphy miscela la fantasia a personaggi reali, al campo Redwood torna, infatti, Richard Ramirez (interpretato, come in Hotel, da Zach Villa). Noto anche come il Night Stalker uccise ben 13 persone dal marzo del 1985 ad agosto dello stesso anno e, nel 1989, venne condannato alla camera a gas per 41 crimini.
Le altre presenze del cast sono: Cody Fern che interpreta Xavier Plympton, un atleta che manca le olimpiadi perché positivo all’uso di steroidi; Matthew Morrison (Trevor Kirchner), Gus Kenworthy (Chet Clancy), e Angelica Ross (Donna Chambers) personaggi che nella prima puntata non hanno ancora avuto una forte denotazione. L’assenza di alcuni volti amati nella serie si fa sentire in personaggi come quello della Dott.ssa Karen Hopple, che sembra essere stato scritto per Sara Pulson, ma che viene portato in scena da Orla Brady.
Nella più classi divisione tra benedetti da dio e trasgressori pronti a fare cosacce, l’atmosfera che si respira riesce a catapultare davvero lo spettatore in quel clima tipico della cultura pop. La fotografia rimarca visivamente i grandi classici dell’horror, sembra quasi di godersi una pellicola rimasterizzata. Le musiche che accompagnano la prima puntata possono facilmente richiamare quella di Globlin per i film di Dario Argento. Scelta interessante, per questa stagione, è stato l'abbandono della classica sigla. Forse il solito jingle sarebbe risultato poco adatto per l'aria preannunciata, il ritmo sincopato dell'elettronica sicuramente si presta meglio all'intera puntata.
L’inizio forse è un po’ tentennante, vi sono dei momenti che riescono a creare lo stesso pathos che vi era nelle stagioni migliori di American Horror Story, altri istanti invece sembra ritornare quella decadenza che era presente in Apocalypse (la stagione precedente). Dopo la prima puntata ci sono i giusti presupposti per aspettare il prossimo episodio, così da cercare un quadro ben più generale sotto la quale delineare le sorti di questa stagione.