Speciale: Il Conte di Montecristo, la serie Rai del 2024

Uno speciale dedicato alla coproduzione italo francese

di Chiara Poli

“La” storia sulla vendetta, per definizione. Il capolavoro letterario di Alexandre Dumas, un classico senza tempo, arriva su Rai 1 (la Rai co-produce) e su RaiPlay, con un nuovo adattamento firmato da Sandro Petreglia e Greg Latter, per la regia di Bille August. Il Conte di Montecristo ci aspetta con 8 nuovi episodi.

Realizzata nel 2024, la nuova serie racconta al pubblico un’immortale storia di vendetta e redenzione.

La trama de Il Conte di Montecristo


Edmond Dantès (Sam Claflin, Peaky Blinders, Hunger Games) è un giovane marinaio. Mentre si trova per mare, in viaggio in nave, viene nominato nuovo comandante dal morente predecessore, che gli affida una lettera da consegnare. Ignaro del suo contenuto, Dantès fa ritorno a Marsiglia, dall’amata fidanzata Mercedes (Ana Girardot, Les Revenants), che sposerà quanto prima. Ma proprio durante la festa di fidanzamento, Dantès viene arrestato e accusato, ingiustamente, di tradimento: l’invidioso Danglars (Blake Ritson, The Gilded Age) il cugino innamorato di Mercedes, Fernand (Harry Taurasi, I Borgia), complotto per togliere di mezzo Dantès con delle false accuse. Complice il magistrato corrotto Villefort (Mikkel Boe Følsgaard, Borge - Il potere), Dantès finisce nel famigerato Castello d’If, prigione da cui nessuno è mai uscito vivo. Durante la prigionia incontra l’abate Faria (Jeremy Irons, Premio Oscar per Il mistero von Bulow), che gli darà una nuova speranza spingendolo a continuare a vivere per mettere in atto la propria vendetta…

Giustizia e vendetta


Il tema principale del romanzo di Dumas resta al centro della trama di questo nuovo adattamento, dopo gli oltre 20 precedenti fra cinema e TV,  parlandoci come sempre di redenzione, di vendetta e di quella linea che la separa dalla giustizia.

Il contesto storico in cui è ambientata la serie è stato parzialmente rivisitato, ma soprattutto si è scelta una prospettiva inusuale, o quantomeno inattesa: gli autori hanno scelto di eliminare tutto il dramma dalla parte iniziale, semplificata al massimo (mentre avrebbe meritato un approfondimento più curato) a favore di una visione avventurosa della storia. Tutta la parte dell’incontro con Faria, della fuga e degli anni passati a realizzare la sua vendetta sono narrati dal punto di vista dell’avventura, con un bravo protagonista che si adatta a un cast un po’ altalenante nel rendimento (un eccezionale Faria si affianca a un Villefort piuttosto monocorde e a un Fernand banalotto, mentre Danglars è perfetto).

I nemici monodimensionali, con la sola eccezione di Danglars, non rendono giustizia alla grandezza del materiale di partenza, ma l’intento è evidente: cercare di modernizzare un classico, alleggerendolo perché sia maggiormente fruibile anche dal pubblico più giovane.

Una produzione importante


La produzione è di Palomar (a Mediawan Company) con DEMD Productions e in collaborazione con Rai Fiction, France Télévision ed Entourage Media, e la regia è stata affidata a Bille Auguste, il regista danese de La casa degli spiriti.

La serie, dicevamo, esplora i temi che hanno fatto la fortuna del romanzo, parlandoci anche del potere del destino. Le location spettacolari nutrono proprio questo aspetto della trama, in cui - va detto - questo adattamento si prende molte licenze poetiche rispetto all’opera di Dumas. Per le stesse ragioni per cui la drammaticità del complotto contro Dantès viene sostanzialmente fatta scorrere in velocità per puntare sul lato avventuroso di ciò che accade in seguito.

Dal romanzo alla TV


Edmond Dantès vive nel 1815, durante il periodo della Restaurazione borbonica in Francia. Dal suo ruolo iniziale di secondo ufficiale a bordo del mercantile Pharaon, passa per 14 anni di prigionia ingiusta, fino a reinventarsi come il misterioso e potente Conte di Montecristo. Com’è noto, la sua storia sembra essere stata ispirata alla reale vicenda di Pierre Picaud, un criminale francese vissuto a Nîmes all’inizio dell’Ottocento. Anche Picaud subì un’accusa ingiusta, trascorse sette anni in carcere e, una volta libero, cambiò identità per tramare la sua vendetta.

Anche le donne hanno un ruolo importante nella narrazione. Mercedes, Haydée e Madame Danglars creano intricate trame amorose e contribuiscono alla complessità della storia, che si estende oltre la letteratura.

Originariamente pubblicato come racconto a episodi su un giornale francese nel 1844, Il conte di Montecristo nasce quindi come feuilleton e si propone, con la nuova versione televisiva, di avvicinare il maggior numero di lettori possibili al classico di Dumas. Raccontando una storia universalmente nota ma anche sempre meritevole di essere (ri)letta.