Speciale La verità sul caso Harry Quebert
Una serie che non ti molla fino all'ultima sequenza
La verità sul caso Harry Quebert è stato uno dei casi letterari del 2012 e si appresta ad arrivare sotto forma di una mini serie TV trasmessa da Sky a partire dal prossimo 20 Marzo. Dieci puntate da 45 minuti ciascuna, che riescono a tenere lo spettatore costantemente sul filo, immerso in una narrazione fluida e senza intoppi, con la continua curiosità di scoprire nuovi elementi della trama, sapientemente distribuiti lungo una storyline ben scandita dagli eventi.
L’antefatto è l’arresto di un noto scrittore, Harry Quebert, appunto, a seguito del ritrovamento di un cadavere nel giardino della sua abitazione. Una veloce analisi dei resti porta la polizia a identificare il corpo con quello della giovane Nola Kellergan, scomparsa dal piccolo paese di Sommerdale (una fittizia cittadina del Maine), ben 33 anni prima e con cui Quebert aveva intrecciato una breve, platonica, relazione.
All’epoca Nola aveva solo quindici anni, mentre Quebert era già un uomo adulto, in procinto di sfornare il capolavoro letterario che l’avrebbe lanciato nell’olimpo della letteratura americana. Sfortunatamente tutte le prove in possesso della polizia sembrano incastrare l’autore, che chiama in suo soccorso un giovane ex allievo del liceo, diventato anch’esso scrittore di successo.
Marcus Goldman, questo il suo nome, si lancia nel salvataggio del suo mentore, indagando in prima persona su quanto accaduto durante l’estate del 1975, toccando però il nervo scoperto di una comunità solo all’apparenza perbenista e del tutto “normale”. Mettendo in evidenza delle clamorose lacune nell’indagine dell’epoca, Goldman riesce pian piano a portare alla luce le atroci verità che si celano dietro la morte della giovane e, soprattutto, a far cadere quel velo di falsità dietro cui si celano i protagonisti della vicenda.
L’esordio televisivo di Jean Jacques Annaud non poteva essere dei migliori. Il cineasta francese si muove con agilità lungo i 33 anni della vicenda, senza mai confondere lo spettatore e legando nel migliore dei modi tutti gli elementi chiave della narrazione. Ogni puntata si chiude con un plausibile “gancio” verso quella successiva, invitando chi sta davanti allo schermo ad un binge watching selvaggio, che però non denuncia segni di stanca lungo le dieci puntate e i continui imprevisti e colpi di scena che, come ogni giallo che si rispetti, si addensano soprattutto negli ultimi episodi.
Il plauso ad Annaud deve essere doverosamente esteso al tutto il cast coinvolto, con un ottimo Patrick Dempsey nei panni di Quebert e un bravissimo Ben Schnetzer in quelli del suo allievo Marcus Goldman. E’ però la giovanissima ex modella Kristine Froseth, a destare maggiore sorpresa per la sua naturale bravura (è una semi esordiente), in un ruolo non certo semplice e ricco di sfaccettature. Non mancheranno però altre facce conosciute, da Virginia Madsen a Colm Feore e Kurt Fuller, a formare un gruppo di attore di provata esperienza e dall’ottimo rendimento in scena.
Per la messa in onda de "La verità sul caso Harry Quebert" Sky ha deciso di percorrere una doppia strada, lasciando la libertà di fruizione all'utente. A partire dal 20 Marzo, su Sky Atlantic, si potrà iniziare a seguire la serie con la classica cadenza di un episodio alla settimana. Oppure, andare subito sulla sezione On Demand della piattaforma, tenersi una giornata libera dagli impegni per immergersi nel flusso investigativo di questa ottima trasposizione del giallo di Joel Dicker (800 mila copie vendute in Italia). Indovinate un po' la scelta fatta da chi vi scrive?