“Squid Game 2 è un risveglio, un ritorno per porre fine ai giochi”
A Lucca Comics 2024 il creatore della serie Hwang Dong-hyuk insieme agli attori Lee Jung-jae e Wi Ha-jun ci hanno raccontato cosa aspettarci dalla seconda stagione
Nel meraviglioso scenario del Teatro del Giglio di Lucca, Hwang Dong-hyuk, Lee Jung-jae, Wi Ha-jun sono stati ospiti di Netflix e Lucca Comics per raccontare ai fan e alla stampa qualche dettaglio della seconda stagione di Squid Game, che esordirà globalmente su Netflix il prossimo 26 dicembre.
Il panel si è aperto con l’immancabile domanda su cosa aspettarsi da Squid Game 2, rivolta al suo creatore e regista, Hwang Dong-hyuk e l’altrettanto immancabile risposta che dice, ma non troppo: “Rispetto alla prima stagione che si focalizza su un il giocatore, il protagonista 456, che entra nel gioco e lo vince, la seconda è una realizzazione, un risveglio e un ritorno nel gioco per porvi fine.” A tre anni dal primo episodio, Squid Game è diventato un fenomeno globale, forse ben oltre le aspettative della produzione. Hwang Dong-hyuk lo ammette quasi candidamente: "Penso che ogni creatore speri nel successo. Ma non avrei immaginato di raggiungerlo fino a questo punto e con questa intensità. Ogni tanto devo darmi un pizzicotto per assicurarmi che sia tutto vero."
La parola è poi passata a Lee Jung-jae, che interpreta Seong Gi-hun/456, a cui è toccato il difficile compito di provare a spiegare come mai il suo personaggio abbia sfoggiato dei curiosi capelli rossi nell’ultimo episodio della prima stagione. “Non ho chiesto il motivo al regista, ma ho interpretato i capelli rossi come il simbolo di un cambiamento, del coraggio, di una nuova vita.”
Il mistero è stato quindi risolto da Hwang Dong-hyuk stesso che ha raccontato di aver voluto in realtà omaggiare il suo manga preferito, Slam Dunk. Nel caso di Wi Ha-jun invece, il personaggio che interpreta in Squid Game 2 è passato attraverso numerosi twist, ma il giovane attore spera comunque che il pubblico italiano sia ugualmente in attesa di scoprire come prosegue la sua storia. “Lo vedrete passare attraverso cose molto brutte, ma scoprirete anche tutto il suo carisma”.
Per chiudere l’elenco delle domande immancabili, il momento “c’è anche un po’ d’Italia" arriva quasi subito e a sorpresa Hwang Dong-hyuk risponde affermativamente: “Ho usato due canzoni italiane in questa stagione. Una è di Puccini, il Nessun dorma, l'aria più famosa in Corea. È nel primo episodio. Poi Con te partirò di Bocelli”.
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Squid Game 2 tra conflitto sociale e intrattenimento
Lo show mette in scena diversi conflitti esistenziali, su tutti quello tra vita e soldi. Dice Hwang Dong-hyuk: “Squid Game vuole mostrare come nella società capitalista la lotta per la sopravvivenza sia sempre più spietata ed esclude i perdenti. Vorrei che gli spettatori si interrogassero sulla società in cui viviamo e su come si possa fermare questa spirale. Mi auguro che la stagione 2 porti a una discussione su questi temi”. Sempre sullo stesso argomento, Lee Jung-jae aggiunge: “Vorrei lasciare un mondo migliore di quello che ho trovato e affinché ciò succeda serve rispetto reciproco e amore per il prossimo. Ogni episodio di Squid Game ti porta a metterti nei panni di un altro e chiederti cosa potresti fare per aiutarlo. Spero che la nuova stagione aiuti in questo senso”. Queste riflessioni appartengono anche al set. Racconta Wi Ha-jun: “Penso che il pubblico dopo lo show abbia l'opportunità di ragionare sulla società e sui problemi che la affliggono. Recitare non è stato solo portare in vita il personaggio, ma anche un lavoro di ricerca su emozioni e idee; credo di aver capito molto sull’avidità, ma anche sulla dignità”.
Infine è stato chiesto a Hwang Dong-hyuk se vedremo nuovi giochi e ambientazioni nella stagione 2 di Squid Game. Prima di rispondere, il regista ha voluto però chiarire la sua visione: “Il nostro show non vuole essere pesante, certo affronta temi importanti, ma mira alla leggerezza e all'intrattenimento. Per rispondere invece alla domanda, 456 ritorna all'isola del gioco, quindi vedrete qualche vecchia location tipo il dormitorio e lo spazio dove si svolgono i giochi, ma ci saranno numerose novità. Sentirete familiarità e ritroverete giochi che già conoscete, ma ce ne saranno anche altri, nuovi che vi sorprenderanno. A breve vedrete il trailer!”
La parola è passata poi al pubblico e le domande si sono fatte più affilate, come quella sul possibile remake americano a opera di Fincher. “Ho letto l'articolo di Deadline, ma non credo sia ufficiale, quindi non posso dire nulla.” risponde diplomatico Hwang Dong-hyuk, “ma mi piace molto Fincher e il suo stile, come fan sono molto curioso e lo aspetto. Non sono geloso, è bello che il mio universo si estenda. Anche se resta mio” chiosa ridendo.
Da Parasite a Squid Game: cosa succede in Corea?
“Dalla Guerra di Corea sono passati pochi decenni in cui siamo cresciuti tantissimo. Per riuscirci sono serviti tanti sacrifici, che hanno portato a confusione e conflitto. Nel processo che ha portato la Corea a diventare una nazione ricca, il capitalismo coreano è ancora giovane e quindi più vulnerabile. Allo stesso modo, Han Kang, la premio Nobel per la letteratura, ha preso la sofferenza di questa società e l'ha incorporata nel suo lavoro”.
Prima della chiusura, però, l’ultima domanda prova ancora a stuzzicare Hwang Dong-hyuk questa volta con la versione reality della sua creatura, ma il regista sfodera una gran risposta: “Me lo chiedono spesso. Ho seguito uno o due episodi e vedere i partecipanti reali è stato piuttosto surreale. Non so se tutto questo diluisca il messaggio di Squid Game, non l'ho creato come propaganda, è comunque intrattenimento pensato per essere venduto in una società capitalista. Se ci pensi il mondo della serie è esattamente quello in cui viviamo, in cui tutto diventa profitto... E dunque il reality espone il vero messaggio della serie”.