Star Trek: Strange New Worlds, l’episodio musical e il crossover con Lower Decks
L'atteso episodio musical di Star Trek: Strange New Worlds funziona a metà, mentre il crossover con Lower Decks non delude
Questa seconda stagione di Star Trek: Strange New Worlds, i cui pregi e difetti avevamo già analizzato insieme, è arrivata a un passo dalla fine su Paramount+. Giovedì 10 agosto sarà disponibile l'episodio 10, finale di stagione (non di serie: la terza stagione ci sarà).
Intanto, però, gli episodi di questo secondo ciclo sono già entrati nella storia dello Star Trek universe e sono destinati a farsi ricordare.
Strange New Worlds: Rapsodia subspaziale, un episodio musicale riuscito a metà
(Contiene SPOILER sull'episodio)
Non è una trovata nuova: da molto tempo, nella fantascienza, la musica viene utilizzato come mezzo di comunicazione universale. Cito un solo titolo: Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo. E la memoria di tutti correrà subito a quelle 5 note, ripetute ossessivamente per tutta la durata del film.
Nemmeno la "spiegazione" della mania canterina che contagia tutti è nuova. Fin dai tempi di quel gioiello televisivo che è Once More, With Feeling - l'episodio musical di Buffy - ogni sorta di ragione viene considerata buona. Per Buffy, in cui il mondo della magia era reale, era stato fin troppo facile: si spiegava tutto con un incantesimo e nessuno aveva domande da fare.
Per Star Trek la cosa è decisamente più complicata. Senza scendere in inutili dettagli, la solfa è quella che ci aspettiamo: pieghe, tunnel, punti del subspazio, nebulose e quant'altro. Qualsiasi cosa che possa influire sulla realtà.
Ciò che conta, qui, è invece la realtà musicale - non parallela: qui il multiverso c'entra poco - che contagia l'Enterprise, la flotta, perfino i Klingon. Che sono temibili nemici, ricordati giusto nell'episodio precedente, e certo non hanno le "vocine" dei cantanti che li interpretano. Una realtà musicale...
Ma non sempre. La musica va e viene. E questo, in un musical, è normale: si alternano parti cantante a parti parlate, ma così il senso stesso di ciò che sta avvenendo si perde. Gli autori non hanno avuto coraggio fino in fondo. Se avessero osato di più, realizzando un episodio interamente musicale a partire da un certo punto, sarebbe stato tutto più coerente. Così, invece, il tono formale della flotta stellare si alterna a balli e canti che parlano di sentimenti. Sì, abbiamo capito che il punto è far parlare i personaggi dei propri sentimenti, cosa che fanno raramente, ma bisogna anche dare coerenza al tutto. E qui, mi spiace dirlo, manca.
Un altro problema è un momento di assurda caduta di stile (dico solo una parola: Klingon. Ma aggiungo: che cantano in inglese...) e infine c'è una nota personale, la mia solita incompatibilità con il James T. Kirk, futuro capitano dell'Enterprise, con la versione che Paul Wesley ne dà in questa serie.
I punti di forza, invece, sono due. Se c'è una cosa che gli americani sanno fare, quelli sono i musical. E infatti le melodie sono gradevoli, i testi significativi - divertente il fatto che a cantare sia Spock per primo, parlando di questioni tecniche - e le canzoni orecchiabili. In una parola: le canzoni. E poi c'è il grande talento del cast, inaspettato. Se la cavano tutti, chi più chi meno, ma come sempre negli episodi musicali si sceglie di privilegiare alcuni attori rispetto ad altri, mentre qui si dà spazio un po' a tutti i protagonisti, e non è facile trovare tutta questa gente che sappia cantare.
Personalmente, il mio amore per il personaggio dell'infermiera Chapel (Jess Bush) è stato accresciuto da questo episodio, ho ammirato il vocione di Ethan Peck e perfino il Capitano Pike, Anson Mount, insieme a tutti gli altri, se l'è cavata con grande stile. Ciascuno dei personaggi ha avuto una canzone sua o parte di una canzone sua, cosa che dà equilibrio all'episodio. Peccato per l'alternanza che lo rende poco credibile e per quel siparietto Klingon di cui non si sentiva il bisogno.
L'esperimento è riuscito a metà, ma almeno ha dimostrato una cosa: la versatilità di Strange New Worlds che, forse solo insieme alla serie classica, è l'unica serie trek che in effetti avrebbe potuto osare con un musical... E l'ha fatto.
Il crossover con Lower Decks: Tutti onorati scienziati
Il musical è il nono episodio della stagione due di Star Trek: Strange New Worlds. Il settimo episodio, e per questo la serie si è spinta fino all'esperimento del musical, ha rappresentato un altro record per Star Trek. Un crossover con una delle altre serie... Solo che si trattava di un episodio crossover fra una serie con attori in carne e ossa e Lower Decks, una delle serie trek animate.
La convivenza di persone e cartoni animati è stata resa possibile dalla trasformazione in attori reali dei due personaggi trasferiti d'ufficio sui ponti superiori (Lower Decks significa infatti "ponti inferiori"). Nella trama dell'episodio, un semplice passaggio spazio-temporale che ricorda tanto uno Stargate permette al guardiamarina Brad Boimler (Jack Quaid, The Boys) e in seguito a Beckett Mariner (Tawny Newsome) di raggiungere l'Enterprise del Capitano Pike.
Entrambi gli attori prestano le voci ai rispettivi personaggi in Lower Decks, che è giunta alla terza stagione e che in Italia è stata distribuita su Prime Video a partire dal 2021.
Per Boimler trovarsi sull'Enterprise significa conoscere personalmente i propri eroi (Lower Decks è ambientata nel futuro rispetto a Strange New Worlds), toccare con mano la nave che ha fatto la storia della Flotta Stellare, collaborare con le persone che ha studiato sui libri e che ha sempre idolatrato.
L'episodio è divertente, ben congegnato e - benché inusuale - funziona sotto ogni punto di vista. Interessante la preoccupazione di influenzare il futuro intervenendo sul passato, con Boimler e Mariner alle prese con la tentazione di dire ciò che non possono assolutamente dire.
Onore agli adattatori italiani che hanno tradotto il titolo mantenendo le iniziali dell'originale Those Old Scientists (Quei vecchi scienziati), pensate appositamente per corrispondere a TOS, l'acronimo di The Original Series, ovvero la serie classica di Star Trek. Non a caso, in Lower Decks l'epoca di Pike, Kirk e compagnia viene definita "l'era TOS". Risalta meno - in inglese ogni parola nei titoli si scrive maiuscola, in italiano no - ma viene mantenuto ed è la cosa giusta.
Strani, nuovi mondi
Finora, Strange New Worlds è la serie trek che ci sta proponendo gli episodi più insoliti di sempre. Oltre al musical, inedito nella saga nata negli anni '60 dal genio di Gene Roddenberry, oltre al crossover con una serie animata, abbiamo anche assistito a diversi episodi poco tradizionali, come quello in cui trovano tutti nell'immaginazione della Nebulosa - e non aggiungiamo altro per evitare spoiler.
Ma gli strani, nuovi mondi della frase che tutti conosciamo a memoria grazie alle imprese della serie classica, ripetute in Strange New Worlds dalla voce del Capitano Pike, prevedono anche episodi tradizionali, molto trek, come due fra i migliori dell'intera serie, finora: Ad Astra per Aspera e l'episodio che separa il crossover e il musical, intitolato Sotto la cappa della guerra.
Il legame fra Strange New Worlds e la serie classica viene volutamente mantenuto costante. A parte la presenza dei personaggi condivisi - Uhura, Spock e Kirk - la sigla originale viene costantemente omaggiata e riproposta. Cantata dalle voci del cast nel musical, riproposta quando l'episodio tratta momenti importanti nella storia trek e via dicendo.
Questo rende Strange New Worlds la serie indubbiamente più atipica dell'universo trek. Perfino più di Discovery, che già di suo aveva infranto diverse fra quelle che sembravano essere regole non scritte nelle serie di Star Trek.
Non ci resta quindi che scoprire cosa mai ci attenderà nel finale di stagione, e naturalmente negli episodi del prossimo ciclo, sempre su Paramount+.