The Acolyte, i tre Jedi protagonisti ci raccontano la nuova serie di Star Wars

L’esperienza sul set di Star Wars può essere anche rilassata e ricca di divertimento, nonostante le aspettative legate a una serie come The Acolyte: parola dei Jedi protagonisti.

di Elisa Giudici

Non capita tutti i giorni di intervistare un trio di Jedi, per giunta in tre fasi differenti della via degli maestri (buoni) della Forza. Con The Acolyte ho avuto l’occasione di confrontarmi con tre interpreti al debutto nella galassia sempre più vasta di Star Wars, ognuno in tre fasi differenti della propria carriera, che si riflettono con molta verosimiglianza sul personaggio interpretato nella serie.

The Acolyte è ambientato 100 anni prima l’ascesa dell’Impero e vede una situazione di relativa pace messa in crisi da due distinti gruppi di persone che sfidano volute dai Jedi e imparano da sé a usare la forza.

Rebecca Henderson è un’interprete canadese, la compagna della showrunner Leslye Headland. Nella serie interpreta Vernestra Rwoh, una dei maestri Jedi più longevi e saggi della galassia. È lei a dare il via a un’indagine volta a scoprire l’autore dell’omicidio di un Jedi che preoccupa molto i vertici dell’ordine.

Saranno inviati sul campo due giovani che stanno ancora imparando ad essere maestri Jedi. Charlie Barnett interpreta Yord Fandar, che ha avuto l’investitura da cavaliere Jedi da poco, dopo aver fallito due volte la prova finale. Dafne Keeninvece è la padawan di Sol (Lee Jung-jae), un maestro Jedi che sembra conoscere bene l’assassino a cui danno la caccia e le sue possibili, future vittime.

Non capita tutti i giorni di intervistare tre Jedi in tre fasi differenti della vita dei maestri dell’ordine. Vi ritrovate nel vostro personaggio, almeno in termini di maturità?

Rebecca Henderson - Sì, mi rivedo un po’ in Vernestra Rwoh, che è una maestra Jedi con molta esperienza. Lei ha più di 100 anni, è sulla scena da moltissimo…anche a me sembra di essere nel giro da parecchio (ride). Scherzi a parte, è bello interpretare qualcuno con un'esperienza di vita così differente, considerando la sua incredibile longevità.

Charlie Barnett - Yord Fandar è un giovane cavaliere Jedi, è entrato ufficialmente nell’ordine da soli due anni. Da fan di Star Wars amo come presenti un lato un po’ differente dai soliti Jedi che sono obbedienti al maestro o legati da un profondo rapporto di amicizia con i loro pari. Lui crede ciecamente nella legge stabilita dai Jedi, nella possibilità che le regole per usare la forza garantiscano la pace nell’Impero. Lavora duramente affinché queste leggi vengano rispettate

Dafne Keen - Io interpreto Jecki Lon, una giovane Padawan del maestro Sol, interpretato da Lee Jung-jae. Durante le riprese mi sono sentita tanto una Padawan, sì: di Lee Jung-jae, della showrunner Leslie, di Rebecca…

Rebecca Henderson - Eri la Padawan di tutti noi sul set. 

Charlie Barnett - Non di Yord però, il nostro rapporto è diverso.

Dafne Keen - È vero, anche perché anche nella realtà siamo molto amici.


Il rapporto tra Jackie e Yord è quasi uno spunto comico, perché lei spesso più saggia e matura di lui.

Charlie Barnett - Anche Yord ogni tanto ha ragione, ma sì, in effetti Jecki tende a essere più acuta, a proporre piani che si dimostrano più efficaci. Non voglio rivelare molto della storia di The Acolyte, ma diciamo che sul set abbiamo avuto il tempo di pensare a tutta la storia pregressa dei nostri personaggi, che sono uniti da un rapporto speciale, dato che lei non è una sua Padawan e non gli deve particolare rispetto. Hanno passato tanto tempo insieme, nelle strutture dell'Ordine: si conoscono da tempo.

Dafne Keen - Ho amato pronunciare battute come quella “rimettiti la maglietta Yord”, che Jecki dice a Fandar quando lei e il suo maestro lo incontrano mentre è a petto nudo e si sta cambiando, in un frangente in cui prova un po' a mettersi in mostra. È stato divertente stare sul set con Charlie: noi siamo super amici nella vita vera, ce la intendiamo alla grande, non battibecchiamo mai tanto quanto e tanto spesso come i nostri personaggi.

Sai, in questi giorni ho rivisto la serie e ho proprio pensato: la nostra relazione ricorda un po’ quella di R2D2 e C-3PO. Non che ci vogliamo mettere sullo stesso piano, sia chiaro: nel nostro piccolo però, ci stuzzichiamo così a vicenda.

Come è stato lavorare sul set di un titolo legato a Star Wars? In molti soffrono la pressione delle aspettative del fandom…

Rebecca Henderson - La pressione l’ho sentita all’inizio, quando ho fatto un lughissimo lavoro di documentazione per costruire il mio personaggio, esplorando il canone pre-esistente. Una volta sul set invece l’atmosfera è stata molto distesa. Poi quando sei lì con il costume addosso, il trucco applicato, i set costruiti materialmente tutt'intorno…interpretare il personaggio diventa naturale, molto facile. Inoltre erano tutti così veloci, efficienti attorno a noi. 

Dafne Keen - Si è vero, abbiamo avuto una troupe fantastica. Io mi sono sentita protetta, sapevo che loro ci guardavano le spalle e così mi sono goduta questa esperienza. Leslie poi è una persona pazzesca, io me ne stavo lì seduta a vederle fare magie sul set. C’erano delle maestranze incredibili, è stato un onore lavorare con loro.


Ultima domanda: in The Acolyte vediamo due personaggi provare il test per diventare Jedi. Voi, da bambini, l’avreste passato?

Charlie Barnett - Direi di sì.

Rebecca Henderson - No.

Charlie Barnett - Come no, ma scherzi? Credo tu saresti la più adatta tra noi tre! Conta che l’Ordine è una sorta di collegio con l’età d’ingresso più bassa di sempre. Il test viene fatto a un’età particolare, in circostanze specifiche…tra noi tre credo l’avresti passato tu. Dafne Keen - Poi anche Anakin, quando fa il testo, lo affronta da ragazzino molto sensibile, eppure supera la prova.

Rebecca Henderson - Ok, grazie.

Charlie Barnett - Secondo me l’avremmo passato tutti e tre.