The Big Bang Theory a 5 anni dalla fine: omaggio alla sitcom che abbiamo tanto amato

Ricordiamo insieme la serie che ha fatto innamorare milioni di persone in tutto il mondo

di Chiara Poli

The Big Bang Theory è una delle sitcom più fortunate di tutta la storia della TV. Creata da Chuck Lorre e Bill Prady, ha debuttato su CBS il 24 settembre 2007 e ha concluso la sua dodicesima stagione il 16 maggio 2019.


La serie segue le vicende di un gruppo di giovani scienziati residenti a Pasadena, in California, che condividono un appartamento e le loro passioni per la scienza e la tecnologia. I personaggi principali sono Sheldon Cooper (Jim Parsons), un genio della fisica celebre per la sua inadeguatezza nelle relazioni sociali, Leonard Hofstadter (Johnny Galecki), un fisico alla Caltech come Sheldon, ma dal temperamento decisamente diverso e molto più aperto e tollerante, l’ingegnere Howard Wolowitz (Simon Helberg), esuberante e aspirante playboy che vive ancora con la madre e Rajesh Koothrappali (Kunal Nayyar), astrofisico indiano che vuole vivere come un vero americano ma senza rinunciare alle proprie radici culturali.

Quando l’aspirante attrice, e intanto cameriera Penny (Kaley Cuoco) si trasferisce nell’appartamento di fronte a quello che condividono Sheldon e Leonard, e in cui Howard e Raj passano moltissimo tempo, Leonard s’innamora a prima vista. Ci vorranno molto tempo e molta fatica perché Penny si renda conto che l’uomo perfetto per lei è proprio quell’adorabile scienziato occhialuto e decisamente nerd che vive di fronte a lei, e non i ragazzi belli e superficiali che ha frequentato per tutta la vita.

The Big Bang Theory esplora le loro vite quotidiane, le loro relazioni personali e professionali e le sfide che incontrano nel tentativo di equilibrare la scienza con la vita sociale e amorosa. Ma c’è molto altro.

Il tema della gestione del conflitto


Pensate per un attimo a quale sia, dovendo escludere personaggi, battute memorabili e gag esilaranti, la vera ragione del successo di The Big Bang Theory.

Non è difficile, ma la sitcom di Chuck Lorre e Bill Prady è talmente iconica da averlo fatto diventare un elemento quasi superfluo. Eppure non lo è. Mi riferisco alla gestione dei conflitti inscenata dalla serie.

Tutti i personaggi di The Big Bang Theory gestiscono il conflitto e le rivalità attraverso una combinazione di umorismo, autenticità e tolleranza reciproca. Sì, anche quando sono politicamente scorretti.

Nonostante le differenze di carattere e le tensioni naturali tra persone così diverse, infatti, la serie mostra come queste dinamiche possano essere risolte in modo costruttivo.

L’umorismo permette di risolvere tensioni e chiarire malintesi spezzando la tensione, in modo divertente e senza offesa. A patto, naturalmente, che entrambi gli interlocutori abbiano il senso dell’umorismo.

I personaggi sono anche fedeli ai loro sentimenti e alle loro opinioni, ma al tempo stesso sono aperti all’idea del compromesso - perfino Sheldon lo è, se ci pensate - pur di ripristinare gli equilibri e vivere in pace. Questo approccio è molto educativo: mostra che è possibile essere se stessi senza danneggiare le relazioni con gli altri, con un minimo (e cito ancora Sheldon: proprio un minimo) di elasticità.

Non va dimenticato, inoltre, il grande tema del supporto reciproco. Provate a ripercorrere la storia della serie: quando emerge un conflitto, i personaggi spesso si rivolgono agli amici o famigliari per ottenere supporto o avere anche solo un consiglio. Il che, è innegabile, dimostra quanto siano importanti gli amici o le relazioni sociali in genere nella mediazione dei conflitti.

Una grande famiglia che cresce nel tempo


Dallo “schieramento” iniziale con Penny, Leonard e i tre amici, la serie introduce pian piano altri personaggi che entrano nella quotidianità dei protagonisti. Bernadette Rostenkowski (Melissa Rauch), collega cameriera di Penny, lavora al Cheesecake Factory per pagarsi gli studi, fino alla laurea in microbiologia e a un prestigioso e pagatissimo lavoro che la futura moglie di Howard ottiene, abbandonando l’iniziale timidezza.

Amy Farrah Fowler (Mayim Bialik, ex protagonista della serie Blossom precedentemente citata dai protagonista in The Big Bang Theory) viene introdotta come il risultato del match perfetto (cercato da Howard e Raj e creato dal computer) per essere la partner di Sheldon. Quando la conosciamo è sostanzialmente la versione femminile di Sheldon, altrettanto geniale e rigida, ma con il tempo - e a forza di frequentare Penny e Bernadette - si scioglie e diventa più simile agli altri personaggi, pur restando l’unica in grado di comprendere le manie di Sheldon. Non a caso, è destinata a diventare sua moglie.

Oltre ai protagonisti, che nel corso delle 12 stagioni crescono di numero, vengono introdotti i personaggi ricorrenti dei loro famigliari e colleghi, a cominciare dal proprietario del negozio di fumetti Stuart (Kevin Sussman), senza dimenticare Wil Wheaton nei panni di se stesso, John Ross Bowie in quelli di Barry Kripke e la famiglia di Leonard, con la madre Beverly (Christine Baranski), psichiatra di fama che è di fatto la madre ideale di Sheldon mentre Leonard avrebbe tanto voluto avere una mamma come Mary (Laurie Metcalf), la vera madre di Sheldon.

Senza ipocrisie, senza mai farsi ossessionare dalla mania del politicamente corretto e senza mai dimenticarsi cosa diverte veramente il pubblico, The Big Bang Theory regge senza cedere 12 stagioni e la bellezza di 280 episodi, che chi scrive conosce praticamente a memoria.

Fra scienza e risate


Con 7 Emmy Awards, 5 Golden Globes e 10 People’s Choice Awards, The Big Bang Theory ha dimostrato che la sigla dei Barenaked Ladies, che ci parla di scienza in modo accattivante, è il simbolo di come la serie abbia introdotto con successo temi scientifici e intellettuali in un contesto comico. Contribuendo anche, cosa non da poco, a cambiare l’immagine tradizionale dello stereotipo dell’intellettuale nerd, presentando personaggi intelligenti ma anche vulnerabili e umani. In una parola: irresistibili. Tutti, in modo diverso.

Rivedere gli episodi, che in Italia per anni sono stati trasmessi da FOX fra le 19.30 e le 20.30, con grandissimo successo, è come tornare a casa. Ritrovare vecchi amici che conosciamo e che, anche se sappiamo già come finiscono le loro avventure, continuano a farci divertire.

Vedremo il rigido dottor Sheldon Cooper guidare senza patente per aiutare Penny in difficoltà, ma vedremo anche Penny e Leonard prendersi cura di Sheldon, che solo loro, la sua famiglia, amano e capiscono sempre, come se fosse il loro bambino.

Assisteremo all’insperata maturazione di Howard, che con Bernadette trova la felicità inseguita da sempre (fin dai tempi della relazione con sua cugina…) e scopriremo in che modo Raj capirà che preferisce restare solo piuttosto di stare con qualcuno che non è la persona giusta.

In un tripudio di omaggi e citazioni, di guest star (dal compianto Stephen Hawking al grande Bob Newhart, da Keith Carradine a George Takei, da Kevin Smith a Ellen DeGeneres, da Charlie Sheen a Billy Bob Thornton), e di episodi memorabili, The Big Bang Theory ha scritto la storia della comicità in TV con poche, semplici regole. Niente volgarità - doppi sensi di Howard esclusi, s’intende - niente ipocrisie (il mondo che ci viene mostrato è quello spietato in cui viviamo, ma visto da Pasadena sembra più bello) e tanta, tanta voglia di parlare di tutto, senza limiti, ma a volte anche senza senso. Ancora penso a cosa succede se uno zombie morde un vampiro e il vampiro morde un umano… Perché la teoria dello zompiro proprio non mi convince.

Eppure, ogni volta che ci penso sorrido. Perché a 5 anni alla fine, The Big Bang Theory mantiene intatto il suo superpotere: farci sorridere. Sempre. In tutti i 280 episodi. Di quante altre serie possiamo dire la stessa cosa?