The Resident: su Netflix che racconta il marcio del sistema sanitario americano

The Resident mette al centro delle storie l'elemento vincente: la passione

di Chiara Poli

Chastain Park Memorial, Atlanta. Il celebre primario di chirurgia Randolph Bell è una vera leggenda per gli specializzandi di chirurgia, e non solo. Il suo nome e la sua brillante carriera hanno portato prestigio all’ospedale, a lungo. Ma ora, il dottor Bell non è più quello di prima. Gli tremano le mani. Non sa cosa sta facendo.

Ma nessuno, nemmeno quando la sua condizione causa un decesso, osa denunciarlo. Gli coprono le spalle. Mentono su quanto accade in sala operatoria, per proteggerlo. Cedendo ai suoi ricatti.

La premessa narrativa di The Resident è diversa da quella di ogni altro medico drama visto finora. Per questo, la serie con Matt Czuchry (The Good Wife), Emily VanCamp (Revenge) e il grande Bruce Greenwood (Star Trek, La caduta della casa degli Usher) nei panni del dottor Bell, ha avuto così tanto successo. Tanto da essere rinnovata per 6 stagioni, e da entrare subito nella top ten delle serie più viste su Netflix al suo arrivo sulla piattaforma.

The Resident: Devon, noi e uno sguardo nuovo su un sistema vecchio


La trama di The Resident mette al centro il nuovo medico del Park Memorial, il dottor Devon Pravesh (Manish Dayal, Halt and Catch Fire). Al suo primo giorno di lavoro, Devon si presenta al dottor Bell dicendogli che ha scelto di specializzarsi in quell’ospedale per lui. Perché ammira il suo lavoro. Ma quando il suo responsabile, il dottor Conrad Hawkins (Czuchry), gli dice che tutto ciò che ha studiato non servirà perché l’unica regola da seguire è che lui - il dottor Hawkins - ha sempre ragione, l’entusiasmo di Devon sparisce. Non solo Hawkins è un insegnante che non usa giri di parole, ma è anche tutto fuorché un ammiratore del dottor Bell. Che lui e la capo infermiera Nic (VanCamp) chiamano “il Dottor Morte”. Politicamente scorretto, prepotente, a volte addirittura odioso, il dottor Hawkins spaventa a morte Devon.

Il suo mondo di entusiasmo e fiducia, da laureato in Medicina a Harvard, crolla e Devon chiede subito di cambiare supervisore. Ma lo chiede a Nic, che gli dice quanto è stato fortunato a finire assegnato al medico migliore. Che farà di lui un medico migliore.

Certo, il fatto che Nic abbia avuto una relazione con Conrad magari la fa essere di parte. O forse il dottor Conrad è davvero il migliore. Ci basta poco per scoprirlo. Ci basta vederlo con la paziente leucemica che viene ricoverata periodicamente.

A metà fra il dottor Benton di E.R. e il dottor Cox di Scrubs, il dottor Hawkins non ha paura di affrontare a viso aperto il dottor Bell. Ed è l’unico a farlo in tutto l’ospedale. Ma Bell ha qualcosa anche su di lui, per ricattarlo.

Basta già questo, in pochi minuti dall’inizio dell’episodio pilota, a conquistare il pubblico.

The Resident: la serie che ti cattura fin dal primo istante


Devon - che rappresenta noi, il nostro punto di vista “ingenuo”’sulla realtà - è la nostra guida in un mondo fatto di tutto ciò che ha reso il medical drama uno dei generi più longevi e popolari nella storia della TV.

E mentre il dottor Bell vive di propaganda, grazie al lavoro di altri, e alle sue stesse recensioni, noi ci appassioniamo alle vite di medici, pazienti e infermieri imparando a conoscerli come accade nei migliori medical drama. E The Resident fa sicuramente parte di questo gruppo.

Farla franca, sempre: come?


Il vero tocco geniale di The Resident, oltre ai personaggi appassionanti - a cominciare da Hawkins, da cui non riesci a staccare gli occhi, è la capacità di metterci nella condizione di dover sapere come fa, il dottor Bell, a farla sempre franca. Ci sentiamo così coinvolti dalla situazione al Park Memorial da sentirci costretti a proseguire nella visione. E mentre lo facciamo, per saperne di più su Bell, rivediamo ciò che ci ha fatti appassionare a qualsiasi altro medical drama: la passione. Quella che il dottor Hawkins mette nel proprio lavoro, benché finga di non averne in certe situazioni per costringere i suoi specializzandi a prendere le decisioni che hanno paura di prendere.

In medicina s’impara sul campo, la realtà è sempre più complessa di quanto fosse studiare sui libri. E serve coraggio, per lasciare la sicurezza dei libri e affrontare le persone.

The Resident mette questo al cuore delle proprie storie. La passione e la paura. La necessità di fare ciò che si deve, anche quando questo terrorizza. La saggezza di saper scegliere cosa si può e si deve fare. In qualsiasi circostanza.

Con tanti medici degni di nota - una su tutti la dottoressa Hunter (Melina Kanakaredes, Providence, CSI: New York) per 107 episodi The Resident ci tiene sulle spine. Come ogni buon medical drama sa fare, ci racconta come il sistema sanitario, sebbene quello americano sia diverso dal nostro, sia fatto di tutto ciò che prevede la presenza umana: errori, corruzione, politica, privilegi e ingiustizie.