The Walking Dead - I giorni andati: ricordiamo insieme l’esordio di un franchise che ancora oggi ci intrattiene

Rick Grimes si risveglia dal coma in ospedale. Il mondo che conosceva non esiste più. Ecco uno speciale dedicato al pilot di The Walking Dead

The Walking Dead  I giorni andati ricordiamo insieme lesordio di un franchise che ancora oggi ci intrattiene

31 ottobre 2010. In TV debutta una nuova serie, la trasposizione del fumetto di Robert Kirkman, disegnato da Tony Moore per i primi 6 numeri e da Charlie Adlard per i successivi, trasposizione fortemente voluta da Frank Darabont, che firma come creatore la nuova serie di AMC trasmessa in Italia da FOX: The Walking Dead.

È l’inizio di un franchise televisivo con (finora) 6 spin-off, una serie “madre” con 11 stagioni - pandemia inclusa - e 177 episodi.

Quel primo episodio, primo di una stagione di prova composta da soli 6 episodi, ha scritto una storia che dura ancora oggi e che ci terrà compagnia anche in futuro.

E a tutt'oggi resta uno dei pilot televisivi più apprezzati dal pubblico, in tutta la storia della TV. 

Il pilota di The Walking Dead s’intitolava I giorni andati (Days Gone Bye). In occasione del 13° anniversario di quel debutto televisivo che così tante storie e personaggi ci avrebbe riservato, ripercorriamo le tappe iniziali del viaggio dedicando uno speciale a quei “giorni andati” dell’episodio pilota.

I giorni andati: la trama del pilot di The Walking Dead

The Walking Dead - I giorni andati: ricordiamo insieme l’esordio di un franchise che ancora oggi ci intrattiene
Rick e Shane nel pilot di The Walking Dead, subito prima dell'incidente che manderà Rick in coma

Un uomo in uniforme si aggira in mezzo ai relitti di molte auto. Ha con sé una tanica di benzina con un pezzo di tubo e un imbuto. Sta cercando di procurarsi del carburante e si avvicina a una stazione di servizio. Nei pressi del distributore, in mezzo ai cadaveri e ai relitti, si accorge di non essere solo: c’è qualcuno. Un mostro. Un morto vivente. Ma è una bambina, in vestaglia rosa e con ancora in mano il suo orsacchiotto.

Sono queste le prime immagini della serie che ci vengono proposte: il teaser del primo episodio. Ovvero quella sequenza narrativa che precede la sigla.

Dopo la sigla di The Walking Dead, torniamo alla narrazione lineare: scopriamo che quell’uomo è un vicesceriffo, si chiama Rick Grimes e ha avuto un grave incidente in servizio, mentre era con il suo collega e amico Shane Walsh.

Rick è finito in coma. Shane visita l’ospedale per dirgli addio: sta succedendo qualcosa. Il mondo è in mezzo al caso: i morti si stanno risvegliando, tornano in vita e attaccano i vivi.

La frenesia scompare. L’ospedale è deserto. Rick si sveglia, si alza, si aggira confuso. Cerca di capire cosa sia successo. Esce dall’ospedale e si imbatte nel suo primo zombie: lo scheletro animato di una ragazza che andava in bicicletta.

Vaga in mezzo al pericolo finché un uomo, Morgan Jones, non gli offre un riparo sicuro e gli racconta dell’apocalisse. Rick è determinato: Morgan gli ha detto che Atlanta, la città più vicina, è invasa dai morti viventi, ma Rick vuole andarci per cercare la sua famiglia. Si reca alla stazione di polizia in cui lavorava, si arma, indossa la divisa, prende un cavallo e dice addio a Morgan, con la promessa di ritrovarlo.

Si avvicina ad Atlanta, una città ora tetra, pericolosa, su un’autostrada in cui ci sono solo auto abbandonate o distrutte. Entra in città con circospezione, vede volare un elicottero e lo segue da terra, ma si ritrova in poco tempo assediato dagli zombie, che divorano il suo cavallo. Trova miracolosamente riparo prima sotto e poi dentro un carro armato abbandonato. All’interno c’è un soldato che sembra morto, ma non lo è. Ha perso la borsa con tutte le armi, ha solo la sua pistola. Deve ucciderlo e stare attento a non farsi mordere, altrimenti morirebbe e diverrebbe come lui. Come loro.

Rick Grimes è in trappola, nel carro armato. Pensa di farla finita, non ha via di scampo. Poi una voce alla radio lo prende in giro, chiedendogli se sta comodo là dentro…

La nascita di The Walking Dead in TV

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Rick Grimes si aggira nell'ospedale deserto

Ormai è storia, conosciuta da tutti i fan: Frank Darabont, l’uomo dietro ad alcune delle migliori trasposizioni cinematografiche delle opere di Stephen King, si aggira in una fumetteria. Vede un numero di The Walking Dead, inizia a sfogliarlo e ne rimane stregato. Compra i numeri disponibili, torna a casa, li legge e decide che deve assolutamente trarre una serie TV da quel racconto, con quei personaggi, con quello stile unico.

Scrive una sceneggiatura di 60 pagine per l’episodio pilota, intitolato Days Gone Bye (I giorni andati), come il primo numero del fumetto. Voleva un episodio pilota in due parti, idea che venne poi rimpiazzata da questo singolo episodio con cliffhanger finale.

Greg Nicotero, il responsabile degli effetti speciali che, come Darabont, aveva lavorato con il grande George A. Romero, si occupò del casting per gli zombie. Una volta scelte, le comparse venivano mandate alla “zombie school” del set, per essere addestrate a comportarsi come richiesto dagli walkers nella serie. Fu lui, insieme a Darabont, a volere gli “zombie lenti”, quelli tradizionali alla Romero, anziché gli zombie che corrono dei tempi moderni. Semplicemente perché erano gli zombie con cui loro (e gran parte del pubblico) erano cresciuti.

Girato ad Atlanta, in Georgia, per espressa volontà di Darabont - che secondo Kirkman mentre sceglieva le location girava per la città come se fosse sua e deserta, rischiando di farsi mettere sotto dalle auto -  il pilot di The Walking Dead vedeva la prova del fuoco per il cast, accuratamente scelto da Darabont insieme a Kirkman e alla celebre produttrice Gale Anne Hurd.

Tutti furono all’altezza delle richieste, incluso il reparto degli effetti speciali chiamato in particolare per la sequenza della Bicycle Girl e per quella del cavallo di Rick ad Atlanta.

L’episodio pilota era pronto. La prima stagione in 6 episodi era stata ordinata. Ora toccava al pubblico dire la sua.

The Walking Dead: la paura dei morti viventi

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Andrew Lincoln sul set del pilot di The Walking Dead con la piccola zombie

La scelta di portare in TV proprio un (gran) fumetto in cui i morti si risvegliano e danno la caccia ai vivi ha un significato preciso. Non solo il successo della storia di The Walking Dead, arrivata a 193 numeri pubblicati (ed edita in Italia da saldaPress). Va considerato infatti anche l’approccio alla storia, con un racconto corale ricco di personaggi con cui poter giocare per l’identificazione e la passione del pubblico, ma soprattutto il “fattore zombie”.

Perché fin da La notte dei morti viventi, il “padre” dei film moderni sui morti viventi - non fu il primo ma fu quello più fortunato, a indicare la via - poche altre creature spaventano il pubblico come gli zombie.

L’ho scritto, detto e ripetuto non so quante volte nel corso degli anni, e continuo a ribadirlo: non c’è niente di più terrificante di un mostro che ti insegue con il volto di una persona cara, che non esiste più ma per te resta sempre un volto amato.

La morte t'insegue. In carne e ossa. Magari la carne e le ossa della persona di cui ti fidavi di più al mondo. Non c'è nulla che abbia una potenza evocativa simile, nel genere horror.

Gli zombie di Romero, quelli che hanno dettato legge al cinema e in TV per molti anni, sono lenti ma ance implacabili. Sono perfette macchine di morte senza morale, senza movente, senza paura.

Sono spinti esclusivamente dalla fame, l’unico ricordo di tutte le sensazioni che provavano quand’erano ancora in vita. Perché i morti viventi, appunto, sono morti.

Rick Grimes e il coraggio di vivere

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Rick Grimes in The Walking Dead

Il tema del passaggio quasi istantaneo, a seconda dei contesti, dalla morte al ritorno in vita con la trasformazione in mostro è un tema che offre moltissimi spunti di riflessione, ma anche tante strategie narrative diverse.

L’episodio pilota di The Walking Dead le ha messe tutte insieme e le ha gettate davanti agli occhi increduli di un uomo, il vicesceriffo Rick Grimes (Andrew Lincoln) che si risveglia dal coma in un ospedale deserto e in un mondo devastato da un’apocalisse zombie di cui il povero Rick non sa assolutamente nulla.

Così come non sa cosa sia successo alla sua famiglia, la moglie Lori (Sarah Wayne Callies) e il figlioletto Carl (Chandler Riggs) né al suo collega e migliore amico Shane (Jon Bernthal). Non sa dove siano, non sa come sia finito il mondo che conosceva, ma sa una cosa: è disposto a qualsiasi cosa pur di ritrovare i suoi cari.

Nel corso della serie, e dei vari spin-off, assistiamo a molti personaggi che si nascondono dagli walkers, i morti che camminano, ma anche alle prime reazioni di fronte al risveglio dei cadaveri.

Incredulità e paura sono i sentimenti più diffusi. Prima si rifiuta di credere ai propri occhi, poi si inizia a correre per mettersi in salvo, in una fuga senza fine dall’orrore più spaventoso di sempre.

Ma quando si tratta di combattere per la sopravvivenza, o di pianificare almeno l’immediato futuro, quasi tutti esitano.

Non Rick Grimes. Il personaggio scelto da Robert Kirkman per essere i nostri occhi nel mondo di The Walking Dead, sia a fumetti che in carne e ossa in TV.

Rick è un uomo delle forze dell’ordine. È addestrato ad affrontare situazioni pericolose, ma non è la sua formazione a fare la differenza per la sua sopravvivenza nel pilot di The Walking Dead: è la determinazione.

Rick incontra Morgan (Lennie James), l’uomo che gli offre un riparo, lo rifocilla e gli racconta - a grandi linee - i passaggi dell’apocalisse zombie. L’uomo che si nasconde insieme al figlio mentre la moglie morta e tornata in vita si aggira nei pressi della sua vecchia casa, braccando i propri cari. Morgan non ha il coraggio di eliminarla una volta per tutte, sparandole in testa, per molto tempo. E il tema di quell’incredulità, di quel terrore misto al senso di colpa scatenato dagli zombie, emerge prepotentemente nei Days Gone Bye, I giorni andati del pilot di The Walking Dead.

Morgan non ha il coraggio di uccidere la madre di suo figlio, sebbene sia già morta.

Rick Grimes ha il coraggio di prendere le armi che trova, un cavallo e la sua uniforme da vicesceriffo e dirigersi verso Atlanta, la metropoli invasa dai morti viventi da cui tutti si nascondono… Ma non lui. Perché Rick ha il coraggio di vivere, di lottare, di rischiare il tutto per tutto pur di scoprire che fine hanno fatto le persone che ama.

Ehi, tu, coglione! Sì, tu, nel carro armato

The Walking Dead - I giorni andati: ricordiamo insieme l’esordio di un franchise che ancora oggi ci intrattiene
Una foto dal set del pilot di The Walking Dead: Andrew Lincoln e il cavallo riposano

Rick si risveglia, sopravvive in qualche modo fino a che non s’imbatte nel suo primo, indimenticabile zombie - quella “Bicycle Girl” protagonista di una web series voluta da AMC per The Walking Dead.

Incontra la ragazzina zombie con l’orsacchiotto alla stazione di servizio, in una citazione eccezionale di Zombi di Romero, in un episodio che è ricco di omaggi ma anche di scene destinate a venire omaggiate dai successivi film e serie.

Poi Rick finalmente trova ospitalità e riparo a casa di Morgan, s’informa il più possibile sui fatti, chiede tutto ciò che deve per capire cosa fare e decide poi di partire alla volta di Atlanta.

L’immagine di Rick a cavallo che si avvicina alla metropoli invasa dai morti su un’autostrada piena di auto distrutte e abbandonate - che è anche il poster della prima stagione di The Walking Dead - ha fatto storia. È diventata un’immagine iconica nella storia della TV, ha portato sullo schermo quella stessa immagine del fumetto e ha dato il via a un’avventura straordinaria.

Un’avventura che però, già al suo inizio, come previsto dai racconti di Morgan vede il nostro eroe circondato da un’orda di zombie.

Rick Grimes trova riparo in un carro armato - perfino l’esercito nulla ha potuto contro l’invasione degli walkers - deve occuparsi del soldato (non) morto al suo interno, deve fare i conti con l’essere in trappola. Il suo cavallo è stato sbranato e lui non può uscire dal carro armato. Pensa, probabilmente, di farla finita. È in quel momento, in quel preciso momento, che la voce di un ragazzo lo prende in giro:

Ehi, tu, coglione! Sì: tu, nel carro armato… Stai comodo là dentro?

È la voce di Glenn, ma né noi né Rick lo sappiamo ancora. Rick è stupito. La macchina da presa esce dal carro armato, ce lo mostra pieno di zombie che cercano un accesso, si allontana sempre di più, verso l’alto, sulle note di Space Junk di Wang Chung.

Fine dell’episodio. Inizio di una saga televisiva senza precedenti.

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