Tom Clancy's Jack Ryan
Dopo 5 film e quattro protagonisti chiamati a ricoprirne il ruolo, l’agente segreto partorito dal genio di Tom Clancy approda su piccolo schermo, grazie alla felice intuizione degli Amazon Studios e all’ottima performance di un John Krasinski (The Quiet Place) perfettamente calato nella parte dell’ex analista, chiamato sul campo per risolvere i problemi di un mondo sempre sull’orlo della guerra globale. Quello preso in esame dalla serie TV è a monte di Caccia a Ottobre Rosso, racconta gli inizi di Jack all’interno della CIA in veste di agente operativo e in parte rinnega l’ultima pellicola interpretata da Chris Pine, riscrivendo alcuni dei momenti topici della sua, come il famoso incidente che lo costrinse ad abbandonare i marines e che quasi lo inchiodò su una sedia a rotelle. La serie riparte praticamente da zero, aggiungendo dettagli sulla storia di Ryan e, come detto, modificando alcuni passaggi, arricchendo e stratificando il personaggio da un punto di vista psicologico. Inoltre racconta, ovviamente, l’inizio dell’amicizia con James Greer, interpretato per l’occasione da Wendell Pierce (Suits).
Le otto puntate della prima stagione (ma altre otto sono già in cantiere per la seconda) raccontano di un Ryan alle prese con il terrorismo di matrice islamica, pronto a colpire il cuore dell’America diffondendo il micidiale virus Ebola. E se è vero che non si vive di soli eroi, ecco che il villain che troveremo in questa prima stagione di Jack Ryan viene portato sullo schermo con un ottimo background narrativo, raccontato minuziosamente attraverso i classici flashback, dove avremo modo di assistere al lento progredire del suo odio verso l'occidente e la sua ascesa al potere fino allo scontro finale.
Krasinski, qui anche in veste di produttore, riesce a imprimere perfettamente al personaggio la duplice veste di nerd particolarmente attento ai flussi di denaro dal medio oriente verso le cellule terroristiche sparse per tutto il mondo, e quella di agente vero e proprio, dimostrando di avere anche la fisicità giusta per affrontare, armi in mano, le minacce in prima persona. Si è fatto un gran parlare degli allenamenti intensivi a cui si è sottoposto Krasinski per calarsi nella parte, e questo dimostra come la produzione voglia avvicinare più la figura di Ryan ad un novello Jack Bauer rispetto ad un noioso contabile della CIA. E il risultato è davvero notevole. Gli intrecci sono ottimi, il ritmo è incalzante e c’è spazio anche per l’introspezione psicologica, che ci restituisce un personaggio a tutto tondo. L'alto budget messo a disposizione per la realizzazione della serie ha anche contributo alla messa in scena di location e set davvero ben realizzati.
E poi, ovviamente, c’è anche spazio per la dottoressa Cathy Muller (interpretata da Abbie Cornish), inseparabile compagna di Ryan in ogni film, a parte Caccia o Ottobre Rosso. Anche in questo caso l’incontro con la futura moglie è completamente diverso rispetto a quanto visto nel “L’iniziazione”, e nel complesso funziona anche meglio. Non mancano sparatorie e scene d’azione, dove Krasinski si è dimostrato all’altezza dei suo colleghi più blasonati, anche se un serio incidente sul set gli ha praticamente polverizzato un ginocchio, costringendo la produzione a ritardare l’uscita della serie sul mercato. Il ritmo è incalzante, anche se non spinto come accade per esempio in 24, e forse è anche meglio così, soprattutto perché l’intreccio narrativo è sicuramente più lineare e meno denso di colpi di scena (che comunque non mancano).
Un ottimo esordio, quindi, che prepara una seconda stagione che si preannuncia ancora più spettacolare e ricca di sorprese. Nel frattempo Krasinki si gode il suo momento da sex symbol, con buona pace di sua moglie, Emily Blunt, che preferiva una versione più “rotonda” del palestrato che ha prestato volto e soprattutto fisico al nuovo Jack Ryan.