True Detective: Night Country - L'analisi dell'episodio 4. Comprendere i fatti

Le domande aumentano, in questo toccante episodio carico di eventi e simboli. Ma le risposte arriveranno

True Detective Night Country  Lanalisi dellepisodio 4 Comprendere i fatti

Finalmente è arrivato. Nel trailer italiano lo chiamavano “il paese della notte”. Nel quarto episodio (ogni lunedi su Sky Atlantic e NOW) hanno usato la definizione “terre oscure”. Ma a prescindere dalla traduzione privilegiata, noi sappiamo dove stiamo entrando: siamo arrivati a Night Country. In quelle terre oscure che hanno inghiottito Annie K, Julia (Aka Niviâna), e tanti - troppi - altri.

Il colore prima di tutto

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Stavolta nell’analisi dell’episodio voglio partire dal colore. Perché fin dalle prime immagini, subito dopo l’insonnia che tiene sveglia Liz Danvers (Jodie Foster), spingendola a guardare e riguardare il video con la morte di Annie K tenendosi una mano sulla gola, come a proteggersi, il colore domina. Verde acqua. Il colore degli ospedali. Incluso il Faro, dove viene ricoverata Julia.

Il verde delle pareti della stazione di polizia in cui Danvers, materna e protettiva, ha raccolto Julia per strada. Il verde della biancheria di Julia, che si era spogliata e si aggirava sotto la neve piangendo. Il verde dell’auto accanto a lei quando Danvers la vede e si ferma per aiutarla. Entrambe - biancheria e auto - sembrano di un grigio che la fotografia trasforma volutamente in verde acqua. 

Il verde chiaro, in particolare il verde acqua, è il colore noto per rappresentare, in simbologia, la tenacia e la perseveranza. Ma anche per essere da sempre il colore deputato a trasmettere calma e serenità a chi lo osserva. Ecco perché viene usato da moltissimo tempo negli ospedali e nelle cliniche: si cerca di infondere serenità a chi frequenta quell’ambiente, che notoriamente non è un luogo di felicità.

Il verde acqua, noto anche come acquamarina - e il legame con il personaggio di Julia in questo episodio è fin troppo evidente - viene usato anche in questo contesto per cercare di infondere tranquillità, serenità, pacatezza. Julia se ne circonda, vanamente. Perché la storia dei colori ci dice che chi lo cerca, negli abiti e negli accessori (come la biancheria) è una persona insicura. Chi non riesce a convivere con questo colore è una persona frustrata, in preda alla sofferenza.

Julia è protagonista del quarto episodio perché le due protagoniste di sempre si relazionano con lei, mostrando nei suoi confronti la propria inclinazione naturale: l’accudimento.

Accudimento e ricerca della verità

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Denvers, lo dicevamo nell’analisi del terzo episodio la settimana scorsa, ha un grande istinto materno e un grande amore per i bambini. Ma ha sempre avuto difficoltà a trattare con le persone, come ci ricorda il capitano Connelly (Christopher Eccleston). Quando si ferma per aiutare Julia, la tratta in modo materno. Come una bambina spaurita e bisognosa di aiuto. Ma quel tipo di inclinazione all’accudimento, Danvers lo dimostra in modi diversi a seconda delle circostanze.

Controlla che Leah (Isabella LaBlanc) dorma serena, preoccupata per lei (sebbene abbia intimato alla proprietaria della miniera di non sporgere denuncia contro Leah, colta a imbrattare l’ingresso degli uffici).

Accudisce quando non viene vista. E lo fa con le persone, in particolare con i bambini e le donne.

Non accudisce l’unica pianta che ha in ufficio, chiaramente già morta nonostante Connelly si affanni ad annaffiarla: lui si prende cura delle cose e delle persone apertamente, Liz non si cura delle cose e con le persone lo fa in privato. Soprattutto per lei accudire significa risolvere i casi. Accudire significa trovare l’assassino di Annie K. Significa scoprire cosa sia successo agli scienziati, a Otis Heiss (Klaus Tange) e infine anche a Navarro.

Sempre negando la dimensione soprannaturale di ciò che accade, negando l’esistenza di una vita ultraterrena e quindi di qualsiasi dimensione anche spirituale, Danvers afferma di essere qui ora, adesso, per fare il suo dovere.

Cercare la verità, dare giustizia alle vittime - meglio tardi, che mai - significa per le accudire.

Prendersi cura del mondo intero.

L’incontro con l’orso polare senza un occhio, proprio come il peluche di suo figlio Holden - a questo punto lo sappiamo - si svolge in maniera simile a quello di Navarro, ma l’atteggiamento delle due donne è diametralmente opposto. Liz Danvers vede un animale polare fra i ghiacci, Navarro ha visto un simbolo. E ha ricordato la visione con Holden.

La ricerca della verità e l’accudimento sono ciò che Danvers e Navarro hanno in comune, ma gestiscono entrambe le cose in modo differente… E complementare.

L’arancia

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Prima di uscire e avviarsi incontro alla morte, Julia si vede arrivare fra i piedi un’arancia, da sotto al letto. Quando si china vede un cadavere che urla, il cadavere della madre (la riconosciamo per la croce al collo).

L’arancia era arrivata anche a Navarro, che l’aveva lanciata nel buio e nel ghiaccio.

È quindi ora di chiedersi che cosa significhi. In simbologia, l’arancia è sinonimo di fecondità. Succede con tutti i frutti con molti semi: rappresentano fertilità e fecondità ed è tradizione regalarne alle giovani donne e alle spose.

Ma l’arancia è anche simbolo di purezza. I fiori d’arancio, che si associano al matrimonio e alle spose, sono fiori bianchi. Com’è noto, il bianco simboleggia la purezza e nell’iconografia cristiana è il colore attribuito alla Madonna, la Vergine. Il motivo per cui sono Julia e sua sorella a “ricevere” in maniera soprannaturale un’arancia si lega quindi alla purezza delle loro anime e alla limpidezza delle loro menti, che vedono ciò che agli altri, come Danvers, è precluso.

Danvers crede nel mondo terreno, in ciò che si può vedere. Julia ed Evangeline Navarro credono a ciò che la loro anima, i loro sogni e i loro sogni mostrano loro.

Comprendere i fatti

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Una delle tematiche principali di questo episodio riguarda la comprensione degli eventi. Rievocando il caso Wheeler, Liz dice a Navarro che sa che la donna ha visto qualcosa. Lo sa. E quando Navarro nega, le dà della bugiarda. Non credere al soprannaturale non significa non comprendere i fatti, e Navarro ha visto davvero qualcosa, noi lo sappiamo.

Allo stesso modo, Pete Prior (Finn Bennett) ha subito compreso cos’è successo con la misteriosa Alina, mentre suo padre Hank (John Hawkes) non ci ha neanche pensato. Eppure è un poliziotto. Pete gli chiede subito, quando torna dall’aeroporto senza fidanzata, se le ha mandato dei soldi. Hank cambia sapientemente argomento, perché anche lui, ora, ha compreso i fatti.

Pete è in crisi con la moglie perché sa che lei non voleva un figlio.

Leah è in crisi con la matrigna perché non si sente compresa, né appoggiata.

Navarro è in crisi per la notizia della morte di Julia e va a farsi massacrare da tre uomini.

Kaviq (Joel Montgrand) finge di inginocchiarsi per fare la proposta a Navarro solo per distrarla e sistemarle la mano.

Ma tutte queste persone sanno benissimo come stanno in realtà le cose. Comprendono la situazione, ma non l’accettano. O cercano modi per sfuggirle. O per sfogarsi. Rose (Fiona Shaw) è fuggita dalla sua vita serissima e razionale, e rumorosa, per rifugiarsi nel silenzio. Dove ha iniziato a sentire i morti.

Tutto, in questo episodio, ci riporta all’assioma di True Detective: Night Country.

Ovvero: non credere non significa non comprendere. Comprendere non significa accettare.

Ferite inspiegabili

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Le ferite dell’anima emergono poco alla volta. Danvers si apre sul proprio passato, rievocando la morte della madre quando aveva 7 anni. Ecco perché non crede: le avevano detto di pregare perché sua madre si salvasse e, per quanto abbia pregato giorno e notte, Danvers ha perso sua madre. A 7 anni aveva il cuore spezzato, ed è arrabbiata da allora.

Le ferite fisiche vanno interpretate. Danvers e Navarro tornano dal geologo - la sera della viglia di Natale - per avere risposte, perché le ferite di Annie e le sue grida risuonano nelle loro orecchie. Sempre.

Sanno che dovranno avere le mappe delle grotte ghiacciate in cui Annie K è stata uccisa, ma devono ancora spiegare molto. La spirale (di cui abbiamo parlato nell’analisi del primo episodio) disegnata da Tagaq, scomparso. E tante ferite inspiegabili.

Timpani perforati, cornee ustionate, morsi autoinflitti. Le ferite di Otis Heiss, riportate dopo un misterioso incidente di 8 anni prima, sono le uniche ferite legate agli scienziati morti - uccisi, ora si indaga per omicidio - ritrovati nella neve. Con i vestiti ripiegati, proprio come quelli di Julia.

Quando arrivano alla draga, Danvers segue quello che crede essere Clark - indossa il parka di Annie - verso l’alto, Navarro invece si sente chiamare dal basso. Un sussurro. E quando Danvers, dopo aver identificato Otis Heiss (“Si nasconde nelle terre oscure. Siamo tutti nelle terre oscure adesso”) scende e trova Navarro, la poliziotta è seduta per terra. E perde sangue dalle orecchie.

True Detective: Night Country ci lascia così, a due episodi dalla fine, con delle ferite inspiegabili.

Ci lascia così, con sempre più domande e sempre meno risposte. Ma stanno per arrivare anche quelle.

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