Una Serie di Sfortunati Eventi
Dopo aver entusiasmato il pubblico con una prima stagione soddisfacente, in grado di mantenere i toni dark del ciclo di romanzi scritto da Daniel Handler (vero nome alle spalle di Lemony Snicket), la piattaforma Netflix non poteva esimersi dal dare un seguito alla storia dei fratelli Baudelaire.
Si ricomincia essenzialmente da dove eravamo rimasti. Il signor Poe ha cercato assennatamente un luogo adatto dove far vivere gli orfani e ogni volta, purtroppo, si è trovato coinvolto nelle macchinazioni del conte Olaf.
Dopo gli eventi della sinistra segheria, i tre giovani vengono condotti alla Prufrock Preparatory School, una specie di orfanotrofio decadente guidato da un preside bizzarro fissato con la musica. La seconda stagione ha inizio nella struttura e imposta, come visto in quella precedente, un ritmo serrato dove ogni romanzo viene riassunto in due episodi.
Facendo un rapido calcolo, dunque, è facile intuire che questa seconda stagione finirà con il nono libro, lasciando quindi spazio a una terza stagione (già prevista da Netflix) che chiuderà l’adattamento con altri sette episodi. Cosa ci aspettiamo da questa nuova stagione?
UN PIACEVOLE RITORNO
I cinque episodi visti in anteprima dimostrano ancora una volta che gli ideatori della serie si concentrano maggiormente sulla figura del conte Olaf (Neil Patrick Harris), cucendogli addosso la maggior parte del minutaggio presente in ogni episodio. Questa scelta esprime da un lato l’ottimo responso ottenuto dall’attore nei confronti degli spettatori, ma da un lato finisce inevitabilmente per ridurre quelle parti di narrazione utili a completare il background degli altri personaggi.
Questa piccola nota a piè di pagina non snatura fortunatamente la qualità dell’opera, che ci sembra molto fedele ai libri nel suo insieme, al punto di rendere credibile e piacevole la presenza di personaggi comprimari.
Nei primi due episodi, ambientati nel decadente orfanotrofio, conosciamo i due fratelli Duncan (Dylan Kingwell) e Isadora (Avi Lake) Quagmire, che imparerete a conoscere e seguire durante il corso di questa stagione per via del loro rapporto con l’associazione. Anche loro hanno perso i genitori in un incendio, motivo che li farà subito legare con i Baudelaire creando un intreccio piacevole, condito da un velato affiatamento che rappresenta uno dei punti più piacevoli in questa serie di sfortunati eventi.
La storia viene accompagnata da una regia attenta, capace di riassumere le informazioni dei libri negli episodi proposti dimostrando come questo ciclo di romanzi si accompagni benissimo a uno show televisivo (piuttosto che a un film). La sceneggiatura è rimasta fedele al format deciso nella prima stagione e in questi primi episodi, della seconda stagione, abbiamo notato un salto avanti nella narrazione che appare più snella nell’esposizione.
I dialoghi vengono infatti ridotti e accompagnati da siparietti comici divertenti da guardare, come quelli fatti dalla dispettosa Carmelita Spats (Kitana Turnbull), in alternativa ai più pepati botta e risposta fatti da Jacques Snicket (Nathan Fillion) e Olivia Caliban (Sara Rue). Gli episodi visionati ci regalano anche una piacevole “villain” come spalla di Olaf, impersonata da Esmé Squalor (Lucy Punch). I nuovi personaggi occupano la scena in modo impeccabile, regalando quella giusta dose di freschezza al prodotto che farà piacere a tutti coloro che hanno apprezzato la prima stagione.
Il cambio repentino di ambientazione potrebbe lasciare un po' spaesati all’inizio, ma sinceramente troviamo l’accostamento degli eventi piacevole da visionare nel loro insieme.