X-Files, i nostri primi 30 anni: storia dell'arrivo in Italia
Mulder e Scully sono con noi da 30 anni. Ecco come ci hanno cambiati
Non era partita come avrebbe meritato, la messa in onda italiana di X-Files.
Arrivò il 29 giugno del 1994, in seconda serata, su Canale 5… E con gli episodi in ordine sparso, senza seguire rigorosamente la cronologia.
Lo so, sembra impossibile. Ma provate a immaginare la TV italiana di 30 anni fa (o a ricordarla, se c’eravate).
X-Files, il podcast
I telefilm, come li chiamavamo tutti, sulle reti italiane erano ancora appuntamenti fissi più per ragazzi che per adulti. E.R. doveva ancora arrivare a scrivere la storia. Il fenomeno Dallas, seguito da Dinasty, era stato considerato come una soap opera quindi non faceva testo. E Beverly Hills 90210 - il giovedì sera su Italia 1, io c’ero - era una rivoluzione, ma era anche quello che oggi sappiamo essere un teen drama: al pubblico adulto non interessava.
Sì, certo, c’era stata una grande passione e una grande attenzione per I segreti di Twin Peaks e per Laura Palmer, ma quello era David Lynch. Non uno sconosciuto giornalista appassionato di surf di nome Chris Carter.
Mulder e Scully, l’inizio di una nuova era per la TV italiana
La sera del 29 giugno 1994, su Canale 5 - rete ammiraglia di Mediaset (con la nuova denominazione nata dal gruppo Fininvest proprio nel dicembre del ’93) - in quella seconda serata che per l’epoca era un’ora tarda, si affacciavano questi due agenti dell’FBI.
Ve lo abbiamo raccontato nel podcast di GameSurf, il cui primo episodio è stato dedicato proprio a X-Files: Chris Carter era stato assunto dalla Fox Television per creare una serie dark, incentrata sul vampirismo - tema del momento grazie al film di Francis Ford Coppola con Gary Oldman e Winona Ryder: Bram Stoker’s Dracula - per provare a sfruttare anche in TV il successo del cinema.
Ma Chris Carter aveva un’altra idea. Da ragazzo aveva amato le avventure del reporter protagonista di Kolchak: The Night Stalker, serie degli anni ’70 in cui Carl Kolchak (il grande Darren McGavin, poi comparso in X-Files nei panni dell’agente Arthur Dales), giornalista di Chicago, per caso s’imbatteva sempre in casi di cronaca, perlopiù omicidi, che implicavano forze e creature soprannaturali.
Con questa premessa, la potenziale varietà narrativa di X-Files lasciava spazio a tutto. Metteteci l’amico di Carter, che gli sottopose la sua ricerca per l’Università di Yale in cui il 3% degli abitanti degli Stati Uniti affermava di essere stato rapito dagli alieni, ed ecco l’idea. Una enorme cospirazione per nascondere la presenza extraterrestre sulla Terra.
Ma a chi farla scoprire?
La riposta veniva ancora una volta dal cinema: Il silenzio degli innocenti, dal romanzo di Harris con Jodie Foster e Anthony Hopkins, vince 5 Oscar e strega il pubblico mondiale. Ecco qui: FBI. Serviva un agente dell’FBI. Anzi, due: uno che credesse nel soprannaturale, Fox Mulder, reduce da un’esperienza personale a base di UFO (il rapimento della sorella Samantha quando era un ragazzino) e uno scettico. Una donna, magari, per sfruttare l’UST (Unresolved Sexual Tension, meccanismo-base in sceneggiatura che affianca una coppia di protagonisti per incollare il pubblico allo schermo nella speranza che s’innamorino). Un medico, magari. Dana Scully.
Era la tarda serata del 29 giugno del 1994 e Mulder e Scully, nell’episodio pilota di X-Files (almeno quello andò in onda per primo) intitolato in italiano Al di là del tempo e dello spazio, erano sbarcati in Italia.
Io non c’ero. Come molti altri, arrivai al momento dello spostamento della messa in onda - non daccapo, e in ordine corretto - su Italia 1 la domenica sera.
Ma tanti assistettero al pilot di X-Files su Canale 5. E per quasi tutti quelli che c’erano, fu amore a prima vista.
Un ordine confuso, che non fermò il fenomeno
Il debutto di X-Files, dicevamo, non fu particolarmente curato. Dopo il pilot, gli altri episodi vennero trasmessi un po’ a casaccio. Squeeze, Omicidi del terzo tipo in italiano - sì, l’episodio con Eugene Tooms - andò in onda la settimana dopo il pilot, e forse fu un bene. Chiunque lo vide rimase letteralmente stregato.
Seguirono, nel (nostro) ordine: Esperimenti genetici (episodio 11), Come un’ombra (episodio 6), Sabotaggio alieno (episodio 9), Il prototipo (Deep Throat, l’episodio di Gola Profonda che in realtà era l’episodio 2 della serie) e poi tutti gli altri. Mescolati.
Come per l’inizio, anche per la conclusione venne rispettato l’ordine corretto: gli ultimi due episodi, per la prima volta insieme, vennero trasmessi su Canale 5 il 1° ottobre 1994.
Non c’era stata grande attenzione, ma mandare in onda l’intera stagione dall’estate all’inizio dell’autunno era bastato per creare una solida fan base italiana a X-Files.
Così, l’anno successivo, nell’ottobre del 1995, Mediaset decise di dare alla serie una chance.
Stavolta gli episodi vanno in onda su Italia 1, a partire dall’8 ottobre 1995. Domenica. E gli episodi erano due alla volta. Quasi - quasi - in ordine corretto. Almeno per la prima metà della stagione, poi di nuovo in ordine casuale. Non potevamo avere tutto, ma era lì. A portata di mano. Il nostro tutto.
La domenica, tradizionalmente, in Italia è dedicata allo sport nazionale: il calcio.
Trasmissioni sportive, processi, controprocessi, analisi. Con il passare del tempo, il monopolio calcistico della domenica televisiva continuava a crescere. Ma chi si accontentava di guardare i gol a 90° minuto, poi aveva la serata libera. E X-Files era perfetto.
Così, anche in Italia, anno dopo anno, stagione dopo stagione, esplose il fenomeno X-Files. Un fenomeno tutto nostro, in parte, visto che avremmo dovuto aspettare la bellezza dell’ottava stagione per ottenere finalmente la messa in onda corretta, in ordine cronologico.
C’era un motivo, naturalmente, per la scelta degli episodi anticipati o posticipati: si voleva evitare di mettere troppo in evidenza gli episodi più “crudi” e spaventosi della serie. Così li si accoppiava con qualcosa di più leggero. Perché, come ogni fan sa bene, X-Files nasce non solo da un mix di generi (sci-fi, horror, romance, Adventure, detective drama…) ma anche da un mix di atmosfere.
Mulder e Scully siamo noi
L’impagabile comicità di Fox Mulder, affidata a un perfetto David Duchovny coi tempi comici destinati a fare storia, stemperava la tensione nei momenti più drammatici, mentre la serietà di Scully iniziava a vacillare. Episodio dopo episodio. E quando anche Scully, la grande Gillian Anderson, inizia a fare le battute, allora il miracolo si è compiuto. X-Files ha fatto il suo corso. Ha trasformato i suoi personaggi, dimostrando che anche un telefilm poteva affrontare tematiche complesse, personaggi multidimensionali, evoluzioni caratteriali.
Come nella vita vera, le persone che frequenti con regolarità, nel tempo libero o sul lavoro, influenzano il tuo modo di vedere le cose. Mulder e Scully diventano complementari, due prospettive sulle stesse questioni, e il nostro punto di vista inizia a mescolarsi con il loro. Ci fondiamo con i protagonisti. Nessuno di noi è “totalmente” Mulder o totalmente Scully. Siamo tutti un loro mix.
Il legame è indissolubile e per noi italiani prosegue su Italia 1 fino al 19 maggio del 2002, il giorno della messa in onda del doppio episodio finale di X-Files: La verità.
Dopo 9 stagioni, un film e l’immancabile (e incontestabile, coerente con la storia) finale aperto, X-Files ci saluta.
Partono le repliche. Escono i cofanetti DVD. Arriveranno i servizi di streaming.
E quando X-Files tornerà con la serie-evento, divenuta poi di fatto decima e undicesima stagione della serie, la messa in onda sarà perfetta. Non solo rigorosamente in ordine cronologico, ma anche in contemporanea con gli Stati Uniti. Per non restare indietro. Per non incorrere in spoiler.
È il gennaio del 2016 e X-Files è tornata. La serie del nostro cuore. Su FOX. Con le mie analisi episodio per episodio, i contenuti extra esclusivi, le clip in anteprima dagli episodi.
Ma questa è un’altra storia.
Una storia che tutti abbiamo condiviso, amando - di nuovo - Mulder e Scully, il loro ritorno e il loro futuro.
In Italia come nel resto del mondo.