MAF 2024 - Pirateria in Italia: intervista al Presidente FAPAV

Il punto sullo stato delle cose nell'intervista esclusiva a Federico Bagnoli Rossi

MAF 2024  Pirateria in Italia intervista al Presidente FAPAV
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Negli ultimi anni la pirateria digitale ha rappresentato una sfida crescente per l’industria audiovisiva in Italia, che da tempo si trova a fronteggiare perdite economiche significative e un impatto diretto sul mercato del lavoro. Per farci raccontare lo stato delle cose abbiamo avuto il piacere di intervistare il Presidente FAPAV, Federico Bagnoli Rossi.

Un fenomeno sempre più allarmante rispetto ai dati di consumo di materiale piratato, come in cima al solito i “pezzotti” (strumenti per accedere illegalmente a contenuti a pagamento) e gli abbonamenti a poche decine di euro per visionare illegalmente gli eventi sportivi, a seguire lo streaming di film e telefilm così come l'acquisizione illegale di contenuti da dischi fisici (DVD e Blu-ray) e produzioni pre-registrate che vanno a “ingrassarecloud server in genere locati fuori Italia. Si prosegue quindi nel generare gravi danni economici, accelerando la decrescita del settore.

Le statistiche sono allarmanti

L’indagine Ipsos ha evidenziato che il 39% degli adulti italiani nel 2023 ha compiuto almeno un atto di pirateria, fruendo in maniera illecita di film, serie TV, programmi televisivi e sport live. Questo dato rappresenta una diminuzione del 3% rispetto all’anno precedente, indicando un lieve miglioramento. Il numero totale di atti di pirateria è stimato in circa 319 milioni rispetto ai 345 milioni del 2022, trend in lieve decrescita certo insufficiente a ridurre significativamente l’incidenza del fenomeno: circa 4 italiani adulti su 10 continuano infatti a compiere atti di pirateria.

Tra gli adolescenti l’incidenza è calata di pochi punti percentuali, passando dal 47% del 2022 al 45% nel 2023, si registra anche una diminuzione degli atti complessivi di pirateria con un ribasso del 14%. Restano dati allarmanti, a dimostrazione di come il fenomeno sia radicato nella società italiana, rendendo necessario un approccio sistematico e multidimensionale per contenere il problema.

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Categorie di consumo pirata dei contenuti digitali

L’indagine classifica le modalità di pirateria audiovisiva in tre principali categorie: digitale, indiretta e fisica. La pirateria digitale è la più diffusa, con il 37% degli atti illeciti totali che si verificano attraverso questa modalità. La pirateria digitale comprende lo streaming illecito, il download di contenuti senza autorizzazione e le IPTV illegali. Queste ultime continuano a rappresentare uno dei canali preferiti per l’accesso ai contenuti pirata, con circa 11,8 milioni di italiani che ne fanno uso. Lo streaming illegale rappresenta il 18% degli atti complessivi, mentre il download si attesta al 15%. In parallelo, la pirateria indiretta e quella fisica rimangono stabili, rispettivamente al 12% e al 9%.

Uno degli aspetti più interessanti dell’indagine riguarda l’identikit del pirata digitale italiano. I consumatori di contenuti pirata sono più concentrati tra le fasce di età più giovani, soprattutto tra gli under 35. La maggioranza dei pirati italiani è rappresentata da persone occupate e con un livello di istruzione medio-alto: il 22% degli intervistati che ricorrono a contenuti piratati è in possesso di una laurea, dato che riflette una consapevolezza maggiore dei rischi legali associati alla pirateria.

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Ricadute negative sul mercato del lavoro

La pirateria audiovisiva ha conseguenze economiche pesanti, non solo per le industrie di contenuti ma per l’intero sistema economico italiano. È stato stimato che il danno economico potenziale per le industrie audiovisive sia di circa 767 milioni di euro, dato in crescita del 14% rispetto al 2021. Questo impatto non si limita alle perdite dirette per le aziende che producono contenuti audiovisivi, ma si riflette sul PIL nazionale, con una stima di riduzione pari a circa 821 milioni di euro.

La pirateria comporta una perdita di circa 11.200 posti di lavoro, dato che rappresenta un colpo significativo per il mercato dell’occupazione nel settore creativo e audiovisivo. Il 79% degli intervistati che compie atti illeciti riconosce l'elemento illegale, ma la consapevolezza dei danni collaterali e dell'impatto sociale è meno diffusa. Circa il 47% della popolazione non è completamente consapevole delle conseguenze che la pirateria ha sul mercato del lavoro, sulla creatività e la qualità dei contenuti prodotti.

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Le nuove leggi e le campagne di comunicazione

Ad agosto 2023 è entrata in vigore una nuova legge antipirateria in Italia, che introduce misure più severe per contrastare il fenomeno. La legge consente di bloccare tempestivamente i siti web che diffondono contenuti piratati e prevede sanzioni amministrative e penali per chi commette atti di pirateria. Secondo l’indagine Ipsos, il 37% dei pirati ha dichiarato che, in seguito all’entrata in vigore della nuova normativa, ha ridotto o cessato completamente la fruizione di contenuti illeciti. Uno degli obiettivi principali della legge è quello di colpire il fenomeno alla radice, oscurando i siti pirata e dissuadendo gli utenti dal compiere atti illeciti. In alcuni casi, infatti, l’oscuramento di un sito induce il pirata a scegliere alternative legali e a pagamento. C'è il carcere fino a un anno per i rappresentanti delle aziende che non segnalano traffico illecito sulle proprie reti o servizi.

Nessuna tolleranza per la pirateria: l'AGCOM ora ha il potere di ordinare ai fornitori di servizi – inclusi quelli che offrono accesso alla rete, VPN e DNS pubblici, indipendentemente dalla loro ubicazione – di impedire l’accesso a contenuti diffusi illegalmente. L'azione si concretizza bloccando la risoluzione DNS dei domini e il traffico di rete verso indirizzi IP prevalentemente utilizzati per attività illecite. Il cuore della nuova iniziativa risiede nell’applicazione di significative sanzioni pecuniarie per gli utenti finali che accedono a trasmissioni pirata. Le multe vanno da 150 a 5.000 euro.

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Oltre alla legge antipirateria la FAPAV sta promuovendo campagne di sensibilizzazione volte a informare il pubblico sui rischi e sui danni della pirateria. Tra queste la nuova campagna “We Are Stories 2” con l’obiettivo di raccontare storie vere di giovani professionisti che hanno realizzato il loro sogno di lavorare nelle industrie audiovisive, evidenziando il valore della legalità e dell’accesso consapevole ai contenuti. Altri strumenti di contrasto includono la collaborazione con le forze dell’ordine e l’implementazione di protocolli di intervento rapido.

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