Rauniot, recensione di un post-apocalittico negli anni '70

Un gioco che vive di alti e bassi ma che resta un buon titolo d'esordio per Act Normal Games

1975. Un disastro nucleare ha portato il mondo per come lo si conosceva al collasso, lasciandosi dietro milioni di cadaveri e un'umanità ridotta ai più bassi istinti per sopravvivere. Eppure, è proprio di umanità che Rauniot vuole parlare: quella parte di noi che ci rende, appunto, chi siamo. In una realtà dove i bambini nascono già malformati, trascinando spesso nel loro destino anche le madri, e in cui alcuni padri si sono ridotti al cannibalismo pur di sopravvivere, c'è ancora chi prova a rimanere se stesso - o quantomeno, trovare un compromesso in un mondo perduto.

Tra questi troviamo Aino, la nostra protagonista. Una donna scaltra e abile, quanto basta per costurirsi da sé l'auto su cui viaggia, ma anche disillusa nei confronti di un presente che lascia ben poco spazio alla speranza. Vive la vita alla giornata, senza preoccuparsi particolarmente del futuro ma concedendosi anche del tempo per alcune riflessioni, a volte in situazioni dove non ce le si aspetterebbe. Ha una missione, affidatale dalla sua comunità: trovare e riportare indietro Toivo, un uomo scomparso durante la ricerca di un prototipo per la fissione nucleare. In un mondo distrutto, del resto, anche le fonti energetiche sono merce rara e vanno valutate possibili alternative.

Rauniot, recensione di un post-apocalittico negli anni '70

Rauniot è un gioco punta-e-clicca isometrico sviluppato da uno studio indipendente finlandese, Act Normal Games, come finlandesi sono le terre in cui vaghiamo e tale è anche la lingua parlata dai personaggi. Non c'è infatti doppiaggio inglese ed è una scelta che mi vede d'accordo, soprattutto per una questione di immersività: senza dubbio è una lingua che non siamo abituati a sentire ma concorre a trascinare di più il giocatore nelle vicende. I sottotitoli, presenti anche in italiano, aiutano in ogni caso a superare questa barriera linguistica. Indispensabili perché, al contrario di quanto si potrebbe pensare dato il contesto post-apocalittico, non ci troviamo di fronte a un Fallout, con tutto ciò che ne consegue in termini di combattimenti ed elementi ruolistici di sorta. Rauniot è un gioco fatto soprattutto di scelte e dialoghi, di puzzle da risolvere, di conflitti che appunto vivono di parole. Non è un tipo di avventura dove sopravvive chi spara per primo, bensì un'occasione per esplorare meglio i concetti di solitudine e umanità che potrebbero emergere a seguito di un disastro come quello che fa da sfondo alle vicende.

I personaggi sono piuttosto rari, il che ricalca alla perfezione almeno uno dei due temi principali, e ciascuno offre ad Aino la propria visione del mondo e della vita per com'è ora - il che va a coprire anche il secondo punto. Ci sono diverse declinazioni del concetto di umanità, proprio perché ognuno di noi è fatto e reagisce a modo suo. C'è chi, nonostante tutto, cerca un po' di amore e chi invece vuole soltanto arrivare al giorno dopo. Dal punto di vista narrativo, quella che inizia come una semplice missione si allarga fino a diventare una storia più ad ampio respiro, che tuttavia sul finale lascia una sensazione di incompletezza e confusione, quasi si fosse cercato di dire troppo.

Rauniot, recensione di un post-apocalittico negli anni '70

Per quanto riguarda invece il gameplay in sé, vive purtroppo di alti e bassi. In quanto punta-e-clicca, i punti cardine sono trovare oggetti chiave per il superamento dei vari puzzle sparsi all'interno del gioco, che molte volte richiedono di ripristinare l'energia dove occorre; la norma, in un mondo devastato come quello di Rauniot. Seppur i toni del gioco (tendenti al filtro seppia) ben si adattino al contesto e al mondo di gioco, e tralasciando come a lungo andare finiscano con il rendere tutto molto simile, non è sempre chiaro individuare gli elementi interagibili. Si finisce così a una caccia al punto di interesse, che sembra essere l'evoluzione delle avventure anni '90 in cui si cercava a ogni costo il pixel che ci avrebbe permesso di proseguire. Nella mia partita, dove sicuramente c'entra il giocare a orari poco consoni, ho passato troppo tempo a cercare di capire come superare i primi minuti di gioco dopo che mi era stata sottratta la cassetta degli attrezzi: avevo capito dove andare e cosa usare ma non riuscivo a trovare quel punto che mi avrebbe permesso di proseguire. E l'avevo proprio lì accanto, è questo il bello.

A volte, inoltre, ci si aspetta un'immediatezza che il gioco non ha, preferendo adagiarsi su processi un po' troppo farraginosi. Per fare un esempio pratico, dopo aver ottenuto l'agognata cassetta degli attrezzi e la chiave inglese di cui avevo bisogno, proseguendo mi sono trovata di fronte alla necessità di avere con me un altro strumento che si trovava sempre nella cassetta degli attrezzi e Aino non aveva preso perché, in quel momento, non le serviva. Solo se si interagisce con il punto di interesse specifico ci verrà detto di cosa avremo bisogno, di modo da poterlo andare a prendere. Sono dinamiche che a mio avviso potevano essere sveltite, rendendoli più intuitive. Stesso discorso vale per alcuni puzzle: se a carattere generale sono interessanti e sfidanti, alcuni risultano inutilmente macchinosi e rischiano di rallentare un'esperienza, comunque, di durata contenuta. Per fortuna gli sviluppatori hanno pensato a un sistema di viaggio rapido che permette di risparmiare tempo in questi continui avanti e indietro.

Esteticamente, infine, ho molto apprezzato la resa artistica del gioco, che sembra essere uscito dritto dall'album di bozzetti di un artista. Ci sono alcune sezioni del diario di Aino disegnate a mano, come i rari personaggi che ci troveremo davanti ma anche la mappa generale del luogo in cui siamo. Complessivamente è uno stile accattivante, al netto di quanto detto prima sui toni, e nel quale le animazioni della protagonista scivolano perfettamente. Tirando le somme, Rauniot è un buon gioco, godibile nella sua durata complessiva ma appesantito da alcune scelte di design.

Rauniot

Versione Testata: PC

7

Voto

Redazione

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Rauniot

Rauniot è un gioco altalenante, nel quale una buona narrativa è accompagnata da un gameplay a volte troppo rigido e poco intuitivo. Resta comunque una buona opera prima, che consiglio di provare in particolare se siete appassionati del genere e siete disposti a sopportare alcuni aspetti un po' troppo macchinosi.

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